Due sviluppatori chiedono danni per 200 miliardi di dollari ad Apple

Anche per Apple, 200 miliardi di dollari sono davvero tanti.

Due sviluppatori affermano che Apple promuove ingiustamente alcune app gratuite su App Store e chiedono 200 miliardi di dollari in risarcimento danni per se stessi e altre società colpite in modo simile.

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La lunga controversia legale tra Apple e lo sviluppatore di Coronavirus Reporter è giunta al culmine all’inizio di luglio 2021, quando il caso antitrust è stato ritirato dalla software house con l’intenzione di ripresentarlo come class action insieme ad altri sviluppatori.

Coronavirus Reporter e una seconda società, Calid Inc, hanno ora unito le forze per rappresentare “se stessi e tutti gli altri in situazioni simili“:

Questa class action mira a riparare le ingiustizie che Apple ha commesso nei confronti di molti sviluppatori su cui il monopolio fa necessariamente affidamento per esistere. Qui sono documentate sia le pratiche commerciali anticoncorrenziali che sono diventate la norma in Apple, sia il modo in cui hanno danneggiato Coronavirus Reporter, CALID ​​e innumerevoli altri sviluppatori.

Il documento traccia parallelismi con lo storico caso antitrust del Dipartimento di Giustizia contro Microsoft, spiegando che Microsoft è stata accusata nonostante, ad esempio, non abbia mai rifiutato app su Windows, né addebitato una commissione per le vendite delle software house terze.

Apple si è assicurata la sua posizione di azienda più ricca al mondo commettendo tutti quei crimini elencati con il pretesto di sicurezza e impegno per la qualità. Non c’è dubbio che Tim Cook abbia cercato di compensare la tragica perdita di Steve Jobs – e il suo dono per l’innovazione – cercando profitti sconsiderati sulla scia del successo che Apple ha goduto con l’iPhone. Ora l’azienda è passata dai giorni della creatività a quelli del monopolio invisibile.

Nella causa originale, gli sviluppatori di Coronavirus Reporter affermavano che Apple aveva rifiutato la loro app nel marzo 2020 senza una valida ragione. L’app era stata presentata all’App Store con lo scopo di “acquisire e ottenere dati biostatistici ed epidemiologici critici“, ma Apple, così come Google, ha scelto di approvare solo applicazioni COVID-19 create da enti governativi e autorità sanitarie riconosciute, vista la delicatezza dell’argomento.

Malgrado questo, ora nella class action si fa presente che “gli utenti non sono a conoscenza degli sviluppatori, se questi non vengono approvati e promossi da Apple. Il commerciante di riferimento per tutti gli acquisti di app per iPhone è semplicemente Apple“.

Nel documento, Apple viene accusata di promuovere arbitrariamente determinate app e di oscurarne altre, per questo viene chiesto un risarcimento danni di 200 miliardi di dollari a favore di tutti gli sviluppatori colpiti da questa politica.

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