Netflix ha confermato che entrerà presto nel settore dei videogiochi, proponendo una piattaforma gratuita agli abbonati al servizio di video streaming.
Dopo aver assunto l’ex dirigente EA e Facebook Mike Verdu, oggi Netflix ha ufficializzato il suo ingresso in un settore che soprattutto su mobile sta vivendo un periodo molto particolare. L’azienda fa sapere che inizialmente saranno creati giochi legati ai titoli originali presenti sulla piattaforma, con gli abbonati che potranno accedervi senza costi aggiuntivi.
Nel comunicato, Netflix ha accennato ai piani per entrare nell’affollato mercato dei giochi di cui da tempo fa parte anche Apple con il suo servizio Apple Arcade, affermando che la strategia sarà simile a quella che ha visto l’ingresso dell’azienda nel mercato dei film e delle serie originali.
Siamo anche nelle prime fasi di un’ulteriore espansione nel settore dei giochi, basandoci sui nostri precedenti sforzi sull’interattività (ad esempio, Black Mirror Bandersnatch) e sui nostri giochi della saga Stranger Things. Consideriamo i giochi come una nuova categoria di contenuti, simile alla nostra espansione nel settore dei film originali e delle serie TV.
I giochi saranno inclusi nell’abbonamento Netflix senza costi aggiuntivi. Inizialmente, ci concentreremo principalmente sui giochi per dispositivi mobili. Siamo entusiasti come sempre della nostra offerta di film e serie TV e ci aspettiamo un aumento degli investimenti e della crescita in tutte le nostre categorie di contenuti esistenti, ma dal momento che siamo a quasi un decennio nella nostra spinta verso la programmazione originale, pensiamo che il tempo ci dirà come i nostri abbonati valutano i giochi.
Non si sa cosa Netflix intenda portare nel settore dei videogame, ma almeno inizialmente la società dovrebbe appoggiarsi alla sua libreria di contenuti video originali. Ad esempio, l’azienda ha da poco firmato un accordo con Shonda Rhimes che include sia film che giochi.
Inoltre, non è chiaro come verranno distribuiti i giochi Netflix. La società potrebbe rilasciarli individualmente su App Store, oppure seguire la strada di Microsoft xCloud e proporre una propria piattaforma di distribuzione accessibile magari tramite Safari su iPhone e iPad.