Apple lancia la sfida alla Coalition for App Fairness

Apple inizia a muoversi contro la Coalition for App Fairness, il gruppo di aziende nato per contrastare il monopolio e le tariffe dell'App Store.

Apple ha presentato un mandato di comparizione contro la Coalition for App Fairness, chiedendo dettagli sulle comunicazioni interne tra le varie aziende che fanno parte del gruppo.

Coalition for App Fairness

La Coalition for App Fairness comprende diverse società come Epic Games, Spotify e Match Group che criticano le regole e le tariffe dell’App Store. Apple ha anche citato in giudizio Forbes Tate Partners LLC, una società utilizzata dalla Coalition for App Fairness per alcune operazioni, e Meghan DiMuzio, direttore esecutivo del gruppo.

I membri del gruppo hanno intentato una causa contro Apple nel tentativo di impedire l’approvazione della citazione in giudizio, perché temono che l’azienda possa utilizzare queste comunicazioni private per vendicarsi delle loro azioni. La Coalition for App Fairness afferma anche di non essere coinvolta nelle questioni antitrust di Apple, visto che le denunce sono state depositate prima della formazione del gruppo.

Nel mandato di comparizione, Apple richiede una serie di documenti e comunicazioni come quelli relativi alla fondazione del gruppo, le loro attività, i verbali delle riunioni, gli sforzi di reclutamento per portare dentro nuove aziende, gli elenchi dei membri, i finanziamenti, le comunicazioni tra i vari membri presenti e potenziali, e le comunicazioni tra i membri della coalizione e qualsiasi entità governativa straniera o nazionale o ufficiale relative ad Apple.

La Coalition for App Fairness afferma che, se le citazioni in giudizio verranno approvate, gli sforzi dei vari membri verrebbero affievoliti e la loro efficacia sarebbe sensibilmente ridotta:

Apple ha avanzato richieste invadenti di documenti e comunicazioni senza nemmeno il minimo collegamento a tale questione, come i documenti di governance interna della Coalizione, i documenti finanziari, la strategia di pubbliche relazioni e grandi quantità di comunicazioni riservate sia tra i membri che tra i membri ed enti esterni. Il vero scopo di Apple dovrebbe essere ovvio: l’azienda sta cercando di punire i suoi oppositori curiosando nelle loro comunicazioni riservate per scoprire qualcosa di gravoso e invadente.

La coalizione afferma che le comunicazioni interne sono “irrilevanti per le rivendicazioni e le difese nei casi antitrust e sono sproporzionate rispetto alle esigenze dei singoli casi“. Per questi motivi, il gruppo chiede al giudice di annullare interamente la citazione in giudizio di Apple.

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