L’Unione Europea ha pubblicato un rapporto preliminare sulle smart home e l’Internet of Things, affermando che il comportamento di Apple, Google e altri produttori potrebbero rivelarsi anticoncorrenziali.

Un rapporto preliminare sull’Internet of Things conclude che potrebbero esserci pratiche anticoncorrenziali da parte di un piccolo numero di aziende, inclusa Apple.
“Quando abbiamo avviato questa indagine, eravamo preoccupati che potesse esserci il rischio che emergessero gatekeeper in questo settore“, ha dichiarato in una nota il vicepresidente esecutivo Margrethe Vestager, responsabile UE delle politiche sulla concorrenza “Eravamo preoccupati che potessero usare il loro potere per danneggiare la concorrenza, a scapito dello sviluppo delle imprese e dei consumatori. Dai primi risultati pubblicati oggi, sembra che molti nel settore condividano le nostre preoccupazioni ed è necessaria una concorrenza leale per sfruttare al massimo il grande potenziale dell’Internet of Things per i consumatori nella loro vita quotidiana“.
Il rapporto preliminare non dice che Apple, o altri, stiano violando le leggi sulla concorrenza, ma afferma che altre società hanno riferito che Amazon, Google e “in misura leggermente minore” Apple stanno portando avanti comportamenti anticoncorrenziali.
Un gran numero di intervistati, in tutti i segmenti IoT consumer, sottolinea che il principale ostacolo allo sviluppo di nuovi prodotti e servizi è la mancanza di capacità di competere con Google, Amazon e Apple. Questi attori sono diventati le aziende tecnologiche leader e hanno costruito i propri ecosistemi all’interno e al di fuori del settore IoT dei consumatori combinando i propri prodotti e servizi di terze parti e integrandoli in un’offerta unica.
L’UE è preoccupata di promuovere l’interoperabilità tra diversi marchi, che viene descritta come importante in quanto consente agli utenti di costruire ecosistemi IoT con prodotti eterogenei, migliorando la scelta dei consumatori e prevenendo il lock-in nei prodotti di un determinato fornitore.
La Commissione Europea ha ora avviato una consultazione pubblica. Le parti interessate hanno tempo fino al 1º settembre 2021 per inviare i loro commenti.
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