Class Action da 1,7 miliardi di euro contro Apple per il “sovrapprezzo” delle app

La commissione del 30% richiesta da Apple su App Store finisce nel mirino di una nuova Class Action.

Una nuova Class Action presentata in Gran Bretagna accusa Apple di violazione della legge sulla concorrenza per aver sovraccaricato il prezzo degli acquisti su App Store a quasi 20 milioni di clienti.

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I querelanti si riferiscono alla commissione del 30% che Apple trattiene su ogni acquisto di app o in-app a carico degli sviluppatori. Questa “tassa” definita illegalmente eccessiva si ripercuoterebbe sui consumatori finali, visto che gli sviluppatori sono costretti a far pagare maggiormente le loro app per rientrare della spesa del 30%.

Per tali motivi, la Class Action richiede ad Apple di compensare tutti gli utenti iPhone e iPad nel Regno Unito per anni di presunti prezzi sovraccaricati, per un risarcimento che potrebbe sfiorare gli 1,7 miliardi di euro. Nella Class Action rientrano potenzialmente quasi 20 milioni di utenti della Gran Bretagna che hanno acquistato app, abbonamenti o altri contenuti in-app da ottobre 2015 ad oggi.

L’App Store è stato una brillante gateway per una serie di servizi interessanti e innovativi che milioni di utenti trovano utili“, si legge nella denuncia. “Ma 13 anni dopo il suo lancio, è diventato l’unico gateway per milioni di consumatori. I controlli di Apple sono serrati e l’azienda addebita spese di ingresso e di utilizzo che sono completamente ingiustificate. Questo è il comportamento di un monopolista ed è inaccettabile”. 

Apple ha rilasciato una dichiarazione in merito:

Riteniamo che questa causa sia priva di fondamento e accogliamo l’opportunità di discutere con la Corte sul nostro  impegno nei confronti dei consumatori e dei numerosi vantaggi che l’App Store ha consegnato all’economia e all’innovazione del Regno Unito.

La commissione addebitata dall’App Store rientra nelle cifre che sono state addebitate da tutti gli altri mercati digitali. Infatti, l’84% delle app su App Store sono gratuite e gli sviluppatori pagano pagano nulla ad Apple. E la stragrande maggioranza degli sviluppatori che pagano una commissione perché stanno vendendo un bene o un servizio digitale rientra nel tasso del 15%.

Il caso è molto simile a quello in corso tra Epic ed Apple negli Stati Uniti.

Intanto, il Financial Ombudsman del Regno Unito sta cercando di capire se Apple e il partner finanziario Barclays stiano infrangendo le leggi contro la discriminazione richiedendo ai clienti del programma Upgade iPhone di visitare un Apple Store per partecipare. Le leggi locali impongono alle aziende di adottare misure per garantire che le persone disabili non siano discriminate e l’obbligo di una visita all’Apple Store potrebbe infrangere tali leggi. Apple ha affermato che è un requisito di Barclay quello di visitare il punto vendita al dettaglio per firmare il contratto del programma Upgrade.

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