Dagli Stati Uniti arrivano nuove conferme sul possibile utilizzo dell’Apple Watch per rilevare in tempo segni di infezioni da COVID-19.
Alcune settimane fa vi abbiamo parlato di uno studio condotto dai ricercatori medici del Mount Sinai Health System di New York, dal quale è emerso che l’Apple Watch può rilevare sottili cambiamenti nel ritmo cardiaco di un utente fino a sette giorni prima che l’infezione possa essere rilevata attraverso i test. Lo studio ha analizzato la variazione nel tempo tra i battiti cardiaci, una metrica nota come variabilità della frequenza cardiaca, grazie alla quale è possibile capire come funziona il sistema immunitario di una persona.
Questo studio è stato ora sottoposto a peer review dal Journal of Medical Internet Research, come confermato da TechCrunch:
Il nuovo studio dei ricercatori del Mount Sinai pubblicato nel Journal of Medical Internet Research, sottoposto a revisione paritaria, ha rilevato che l’hardware di un indossabile, e in particolare l’Apple Watch, può prevedere efficacemente una diagnosi positiva di COVID-19 fino a una settimana prima degli attuali test con tampone nasale basati su PCR .
Lo studio è stato condotto grazie al personale del Mount Sinai che si è offerto volontario. Le analisi sono ancora in corso, sebbene i risultati appresi attraverso lo studio preliminare potrebbero già essere utilizzati per l’attuazione di misure preventive se le prime infezioni da COVID-19 venissero segnalate dall’Apple Watch.
Il fatto che la ricerca del Mount Sinai sia stata portata allo stato di peer review fa ben sperare per una conferma finale e sulla possibilità di sfruttare Apple Watch per diagnosticare in tempo eventuali infezioni da COVID-19.