Le pressioni antitrust su Apple Pay stanno aumentando, soprattutto in questo periodo nel quale sempre più utenti utilizzano i pagamenti contactless per completare gli acquisti.
Le carte contactless hanno un limite relativamente basso, al di sopra del quale è necessario inserire la carta nel terminale e utilizzare un PIN. Apple Pay, al contrario, si qualifica per limiti molto più alti o in alcuni casi nessun limite, consentendo il pagamento contactless anche per acquisti importanti. Un report del Financial Times afferma che il servizio è sempre più utilizzato dagli utenti iPhone in tutto il mondo, per un totale di circa 507 milioni di persone. Si tratta di un aumento davvero importante rispetto ai 67 milioni di quattro anni fa.
Apple prende una commissione stimata dello 0,15% su ogni transazione e gli analisti di Bernstein affermano che la pandemia ha reso ancora più popolari i pagamenti contactless, tanto che nel 2025 le entrate derivanti da Apple Pay potrebbero superare quelle che Apple guadagna dall’App Store.
Tutto questo sta attirando le attenzioni dei regolatori antitrust. L’Unione Europea sta già indagando in merito, ma ora anche altri regolatori in giro per il mondo potrebbero fare altrettanto, con Apple che si troverebbe costretta ad aprire il chip NFC di iPhone e Apple Watch anche a servizi di pagamento terzi diversi da Apple Pay.
Nel mirino anche alcuni “suggerimenti” di Apple che spingerebbero gli sviluppatori a favorire Apple Pay rispetto ad alternative rivali. “Rendi Apple Pay l’opzione di pagamento predefinita quando possibile“, afferma Apple in una guida online per gli sviluppatori. “Se Apple Pay è abilitato, presumi che la persona voglia usarlo. Considera l’idea di presentare il pulsante Apple Pay come prima o unica opzione di pagamento, mostrandolo più grande di altre opzioni o utilizzando una linea per separarlo visivamente dalle altre scelte“.
Vedremo cosa succedere nei prossimi mesi.