Google AdMob integrerà la API di Apple per attivare il monitoraggio dell’IDFA

Google ha condiviso tutti i dettagli su AdMob e la sua integrazione con iOS 14, sistema operativo che attiva diverse funzioni di tutela della privacy.

In un recente aggiornamento al suo Centro assistenza AdMob, Google ha annunciato l’imminente supporto al sistema operativo iOS 14 con l’integrazione della API App Tracking Transparency fornita da Apple.

ios 14 ad tracking

Integrando la API App Tracking Transparency, il servizio AdMob potrà attivare il monitoraggio degli annunci pubblicitari e dell’IDFA su iPhone, ovviamente solo e soltanto se l’utente darà la sua autorizzazione. Google utilizzerà quindi la API ATT di Apple e continuerà a raccogliere i dati di Identifier for Advertisers (IDFA) dagli utenti che aderiscono al servizio:

Come parte di iOS 14, gli sviluppatori possono scegliere di utilizzare il nuovo framework App Tracking Transparency nelle loro app. Se scegli di farlo, ti consigliamo di implementare un messaggio esplicativo che appare agli utenti immediatamente prima dell’avviso ATT, fornendo i dettagli su come utilizzi i loro dati e su come l’utente può attivare gli annunci personalizzati.

Per monetizzare la pubblicità personalizzate su iOS 14, sono infatti necessari sia l’SDK Google Mobile Ads aggiornato che l’API ATT. Inoltre, l’SDK di Google supporta anche il monitoraggio delle conversioni tramite SKAdNetwork.

Google, tuttavia, sta studiando la situazione e potrebbe modificare i suoi protocolli a seconda della risposta che riceve dagli utenti e dagli inserzionisti partner quando iOS 14 debutterà nelle prossime settimane. Il meccanismo di attivazione manuale potrebbe potenzialmente danneggiare l’attività pubblicitaria di Google nelle app iOS, diminuendo anche gli introiti per gli sviluppatori.

Il problema ruota attorno al monitoraggio e alla gestione dell’IDFA. Le attuali iterazioni di iOS 13 incorporano strumenti per limitare il tracciamento, ma sono nascoste nei sotto-menu in Impostazioni. Con iOS 14, Apple sta mostrando in primo piano queste funzionalità, presentando una finestra di autorizzazione quando l’utente apre per la prima volta un’app. In particolare, agli utenti verrà chiesto se desiderano “essere monitorati” o meno dall’app che hanno appena lanciato. Il tono del messaggio è abbastanza eloquente e spinge l’utente a negare l’accesso, disattivando di fatto le pubblicità personalizzate.

Questa pratica è stata ampiamente criticata anche da Facebook e da altre aziende, poiché potrebbe tagliare di molto cli introiti pubblicitari degli sviluppatori che offrono app gratuite con pubblicità.

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