Apple, Google, Microsoft, Dell e Tesla hanno rilasciato una dichiarazione congiunta per smentire tutte le accuse sulla loro responsabilità per lo sfruttamento del lavoro minorile nella Repubblica Democratica del Congo.

Le aziende confermano che il lavoro minorile viene utilizzato nelle miniere di cobalto in Congo, aggiungendo però che quelle miniere non sono di loro proprietà e non hanno quindi alcun controllo su di esse. Il cobalto è una materia prima indispensabile per la produzione delle batterie integrate nei dispositivi di Apple, Google, Microsoft, Dell e Tesla.
Tali miniere sono gestite da fornitori terzi, per questo le aziende incriminate non hanno alcun potere di controllo sullo sfruttamento del lavoro minorile. Nella mozione inviata al tribunale federale di Washington, le aziende fanno sapere quanto segue:
Condanniamo fermamente le condizioni descritte, ma le entità responsabili delle violazioni sul lavoro minorile si trovano a più livelli di distanza dal nostro controllo e nella nostra catena di fornitura. Siamo preoccupati
In pratica, poiché queste aziende non possiedono le miniere, allora non c’è modo di dimostrare che il cobalto nei loro prodotti proviene da una delle miniere che sfrutta il lavoro minorile in Congo. La catena di fornitura globale e multilivello fa in modo che le aziende acquistino cobalto mescolato proveniente da più fonti, per cui è impossibile risalire alla miniera originale.
Il caso era stato portato avanti da genitori di bambini che sono rimasti gravemente feriti o addirittura uccisi durante l’estrazione del cobalto. Le aziende si sono dette preoccupate per questo brutale sfruttamento, aggiungendo che c’è ancora troppa indifferenza verso la popolazione congolese.
È però improbabile che la risposta di Apple, Google, Microsoft, Dell e Tesla smuova le acque.