Donald Trump sfida internet

Trump starebbe per emanare un ordine esecutivo contro i social network negli Stati Uniti.

Se avete seguito le notizie delle ultime ore, saprete che il presidente Trump ha minacciato Twitter e i social network in generale dopo che un suo tweet è stato bollato come possibile “fake news”.

trump twitter

Nel suo tweet, Donald Trump aveva scritto che le schede elettorali inviate tramite posta elettronica potrebbero essere “sostanzialmente fraudolente“, ma Twitter ha taggato questo post con un link che smentiva tali accuse prive di fondamento. Trump non l’ha presa bene e ha risposto affermando che Twitter “soffoca la libertà di parola“, minacciando conseguenze nelle prossime ore.

Twitter sta soffocando la libertà di parola e io, come presidente, non permetterò che accada. I repubblicani ritengono che le piattaforme dei social media censurino le voci dei conservatori. Regoleremo con forza o li chiuderemo prima di poter permettere che ciò accada.

In un paese che ha a lungo amato la libertà di espressione, non possiamo permettere a un numero limitato di piattaforme online di selezionare manualmente le cose a cui gli americani possono accedere o trasmettere online.

La Casa Bianca ha rilasciato una dichiarazione secondo cui Trump avrebbe firmato un ordine esecutivo “relativo ai social media“. Come riportato dal Washington Post, questo ordine esecutivo renderebbe i social network legalmente responsabili per i post dei loro utenti: Twitter e Facebook sarebbero passibili di denuncia per i contenuti pubblicati sulle varie piattaforme.

Attualmente le società di social media godono della stessa protezione dei fornitori di servizi Internet o delle società di telecomunicazioni: sono semplicemente canali anziché editori. E questa è la protezione che Trump vuole rimuovere.

Inoltre, l’ordine consentirebbe agli utenti di denunciare i social network alla Federal Trade Commission per “pregiudizi politici“, quando le piattaforme cancellano determinati contenuti e non rispettano l’obbligo di neutralità. Ancora, verrebbero riviste le spese pubblicitarie delle agenzie federali sui social network.

Si prospetta una lunga battaglia politica tra Trump e i giganti tech.

Questa nuova diatriba arriva il giorno dopo la sentenza della corte di appello federale che ha respinto le accuse contro Apple, Facebook, Twitter e Google di censurare le voci conservatrici del paese. Nella sentenza, i giudici hanno ribadito che i querelanti non sono riusciti a dimostrare il legame tra queste aziende e uno o più partiti politici, visto che “si tratta di aziende private che non sono attori statali e che lavorano esclusivamente per il bene delle loro reti di social media“. In altre parole, le aziende non possono violare il primo emendamento, poiché vietare post agli utenti non costituisce una limitazione “statale o governativa” alla libertà di parola.

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