Apple utilizza già l’intelligenza artificiale per aiutare l’elaborazione delle immagini dell’iPhone tramite il Neural Engine, che fa parte dei chip della serie A dall’iPhone 8. I futuri iPhone, però, potrebbero vedere l’elaborazione dell’IA eseguita direttamente dai sensori fotografici del dispositivo.

The Verge riporta che Sony, fornitrice dei sensori di immagine avanzati utilizzati negli attuali iPhone, sta lavorando all’integrazione dell’IA direttamente nel sensore. L’azienda nipponica ha già annunciato il primo di questi prodotti, ma al momento si tratta di un modello orientato ad usi aziendali piuttosto che ai consumatori.
Sony ha annunciato il primo sensore di immagine al mondo con intelligenza artificiale integrata. Il nuovo sensore IMX500 incorpora sia la potenza di elaborazione che la memoria, consentendogli di eseguire attività di visione artificiale basate sull’apprendimento automatico senza necessità di hardware aggiuntivo. Il risultato, afferma Sony, è che sarà più veloce, più economico e più sicuro delle camere AI […]
Molte applicazioni si basano sull’invio di immagini e video sul cloud da analizzare. Questo può essere un viaggio lento e insicuro, che espone i dati agli hacker. In altri scenari, i produttori devono installare core di elaborazione specializzati sui dispositivi per gestire la domanda computazionale aggiuntiva, come con i nuovi telefoni di fascia alta di Apple, Google e Huawei.
Sony, invece, afferma che il suo nuovo sensore di immagine offre una soluzione più snella rispetto a uno di questi due approcci.

Attualmente il sensore IMX500 è destinato solo ad usi commerciali e industriali, come il riconoscimento facciale per supportare i pagamenti nei negozi senza checkout, ma la società sta chiaramente pensando di portarlo in futuro anche su smartphone.
Non è chiaro se Apple trarrebbe vantaggio da questi tipi di sensori, dato che dedica molto lavoro ai propri algoritmi di elaborazione delle immagini, ma è possibile che i futuri iPhone possano incorporare sensori di questo tipo che potrebbero lavorare insieme al chip della serie A per un’ulteriore elaborazione, aumentando potenzialmente sia le prestazioni che l’efficienza.