L’app di tracciamento dei contatti in Islanda ha raggiunto la più alta percentuale di download pro-capite al mondo, essendo stata scaricata dal 38% della popolazione. Siamo però bel lontani dalle cifre necessarie affinché queste app abbiano efficacia.

Come più volte ribadito dagli epidemiologi, le app di tracciamento devono essere scaricate dal almeno il 60% della popolazione di un paese affinché possano fare la differenza e aiutare a contenere i contagi. Ad oggi, tra le nazioni che hanno giù attivato app di tracciamento contatti, l’Islanda è quella che sta ottenendo il risultato migliore: il 38%.
L’app Rakning C-19 rilasciata ad inizio aprile è stata presentata come un modo per rendere più facile la tracciabilità dei contagi e utilizza anche i dati GPS degli smartphone, ovviamente dopo l’autorizzazione dell’utente. Malgrado gli islandesi abbiano accolto con entusiasmo questo progetto, le installazioni sono ferme al 38% dell’intera popolazione.
Questo significa che i dati sono troppo pochi e che l’app è praticamente inutile per tracciare i contagi e limitarli. Malgrado l’app islandese non utilizzi le API di Apple e Google, che di fatto potrebbero convincere più persone a completare il download, si tratta di un esempio lampante di quanto possa essere difficile raggiungere quel “minimo” del 60% richiesto dalle autorità sanitarie.
La speranza è che l’app Immuni scelta dal governo italiano possa avere un tasso di utilizzo più ampio, anche grazie all’integrazione delle API Apple.
Voi cosa farete?