Secondo una recente analisi, le forze dell’ordine potrebbero essere in grado di accedere ai dati degli iPhone bloccati più spesso di quanto si possa pensare.

Il dibattito sulla crittografia dei dispositivi mobile è in corso da diversi anni, da una parte con le forze dell’ordine che chiedono un accesso facilitato ai dati degli indagati, e dall’altra i produttori di smartphone che vogliono tutelare la privacy dei propri utenti.
Un recente studio di Motherboard mostra però che la situazione è molto diversa da quella che le stesse forse dell’ordine vogliono far credere. E’ vero che molte forze dell’ordine non sono in grado di accedere ai dati degli iPhone bloccati, ma non sempre a causa della crittografia. In molti casi, i piccoli dipartimenti di polizia non dispongono delle risorse tecnologiche o finanziarie necessarie per sbloccare un dispositivo, mentre in altri casi i danni fisici a un iPhone impediscono qualsiasi tipo di estrazione dei dati.
Invece altre realtà negli USA, in particolare le forze dell’ordine a livello federale, sono in grado di estrarre con successo i dati anche dagli iPhone più recenti utilizzando gli strumenti di digital forensi realizzati da Grayshift e Cellebrite. In pratica, non è una questione di backdoor, ma di risorse economiche. Le autorità che possono permettersi un budget elevato riescono a sbloccare molti più iPhone, anche recenti.
Dei 516 casi analizzati da Motherboard, le forze dell’ordine sono state in grado di estrarre diversi dati su 295 iPhone. In alcuni casi, gli investigatori sono stati in grado di estrarre messaggi di testo, cronologia delle chiamate, dati di navigazione, cookie e dati sulla posizione dagli smartphone. Utilizzando tecniche di estrazione avanzate che richiedono più tempo e non sono sempre efficaci, la polizia potrebbe persino essere in grado di accedere a messaggi crittografati su piattaforme come Signal o Wickr.
E, naturalmente, ci sono altri dati su un iPhone a cui la polizia può accedere senza accesso fisico al dispositivo. Ad esempio, Apple fornisce quando possibile i dati dei backup iCloud.
Ci cono poi funzionalità Apple come la USB Restricted Mode che hanno reso più difficile per le forze dell’ordine o le società forensi accedere ai dati, con una situazione che potrebbe diventare più complessa in futuro. Di certo, Apple non consentirà mai di applicare una backdoor sui propri iPhone.