L’FBI ha impiegato 2 mesi per sbloccare un altro iPhone 11, senza l’aiuto di Apple!

Perché l'FBI continua a chiedere l'aiuto di Apple, quando diversi casi dimostrano che è in grado di sbloccare anche gli iPhone 11?

Un altro caso dimostra come l’FBI sia in grado di sbloccare anche gli ultimi iPhone senza l’aiuto di Apple, malgrado l’agenzia stia cercando in tutti i modi di coinvolgere l’azienda di Cupertino nel caso Pensacola.

L’attentatore saudita che ha ucciso tre militari americani nella base aeronavale di Pensacola in Florida aveva con sé un iPhone 5 e un iPhone 7, due dispositivi rilasciati ormai da diversi anni. C’è di più, oltre al caso dell’Ohio che vedeva convolto un iPhone 11 Pro Max, è notizia di poche ore fa che l’FBI è riuscito a sbloccare anche un altro iPhone 11 senza l’aiuto di Apple. E senza alcuna “pubblicità” o polemica da parte del Dipartimento di Giustizia o addirittura del presidente Trump. Quando vuole, l’FBI sa come sbloccare un iPhone, anche se si tratta dell’ultima generazione che, di fatto, è anche la più sicura.

L’ultimo caso riguarda l’iPhone 11 di Lev Parnas, un associato di Rudy Giuliani che potrebbe avere un ruolo centrale nel processo di impeachment contro Donald Trump. A quanto si apprende dai documenti del Dipartimento di Giustizia, l’FBI ha impiegato circa 2 mesi per sbloccare questo dispositivo.

La conferma del Dipartimento di Giustizia è arrivata in risposta alle accuse di uno degli avvocati di Parnas, che ha affermato che il governo avrebbe volutamente ritardato la consegna delle informazioni presenti in quell’iPhone per impedirgli di soddisfare le richieste di dati presentate dal comitato congressuale. Il Dipartimento ha risposto che Parnas, come da suo diritto, ha rifiutato di fornire la password del suo iPhone 11 e che, per questo motivo, l’FBI ha impiegato quasi due mesi per sbloccarlo.

Si tratta di una vera e propria confessione da parte del Dipartimento di Giustizia, in quanto conferma che l’FBI può sbloccare gli iPhone più recenti senza l’assistenza di Apple. Certo, in questo modo l’hacking richiede più tempo e il successo non è garantito, ma l’aiuto di Apple non è necessario come invece vorrebbero far credere sia l’FBI che lo stesso Dipartimento di Giustizia.

Questo significa che l’FBI può far sbloccare gli iPhone ad aziende terze come Cellebrite, piuttosto che intraprendere una battaglia contro Apple che sa tanto di politica. Sembra quasi che l’intento dell’FBI sia quello di sfruttare un caso mediatico così importante per portare dalla propria parte l’opinione pubblica e fare ulteriori pressioni affinché Apple accetti di installare una backdoor sui propri dispositivi.

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