Sviluppatori accusano Apple di comportamento anticoncorrenziale

Un gruppo di sviluppatori ha contestato le nuove politiche sulla privacy introdotte da Apple con iOS 13, che imporrebbero delle restrizioni sulla localizzazione considerate anticoncorrenziali e in grado di danneggiare le software house.

Sette importanti sviluppatori di app iOS hanno firmato una lettera inviata a Tim Cook, nella quale viene spiegato che la gestione delle funzioni di localizzazione in iOS 13 equivale a un comportamento anticoncorrenziale nei confronti dei soggetti terzi.

Con iOS 13, Apple “concede” alle proprie app una speciale autorizzazione per tenere traccia della posizione del dispositivo ma, allo stesso tempo, vieta alle app terze di fare altrettanto. Il gruppo di sviluppatori sostiene quindi che Apple trae vantaggio da questo comportamento, visto che impone una limitazione alle app di terze parti nei confronti di quelle realizzate dall’azienda. In pratica, Apple avrebbe creato un vero e proprio vantaggio competitivo nei confronti degli sviluppatori terzi:

Man mano che Apple espande i suoi servizi, alcuni dei quali sono in diretta competizione con sviluppatori come noi, la necessità di condizioni di parità diventa sempre più critica per consentire all’ecosistema di prosperare

Tra i dirigenti che hanno firmato la lettera ci sono il presidente di Arity Gary Hallgren, il CEO di Happn Didier Rappaport, il CEO di Life360 Chris Hulls, il CEO di Tile CJ Prober, il responsabile delle strategie di Twenty Jared Allgood, il CEO di Zendrive Jonathan Matus e il CEO di Zenly Antoine Martin.

Ognuna di queste app integra funzionalità di localizzazione del dispositivo, indispensabili per offrire agli utenti un servizio completo. Ad esempio, Tile controlla la posizione dei suoi tracker, mentre Life360 fornisce agli utenti la condivisione della posizione in tempo reale con avvisi geofencing.

“Ci assumiamo la responsabilità di garantire che le app offrano un’elevata protezione in termini di privacy, sicurezza e contenuti perché nulla è più importante del mantenimento della fiducia dei nostri utenti”, ha dichiarato un portavoce di Apple. “Gli utenti si fidano di Apple e questa fiducia è fondamentale per il modo in cui gestiamo un negozio equo e competitivo per la distribuzione di app di sviluppatori terzi. Qualsiasi modifica apportata a hardware, software o app a livello di sistema è al servizio dell’utente, della sua privacy e per fornire loro il meglio“.

Con iOS 13, Apple ha notevolmente ridotto la possibilità per gli utenti di abilitare inavvertitamente le funzionalità di tracciamento della posizione, visto che le relative autorizzazioni devono essere attivate dal menu Impostazioni.

Gli sviluppatori affermano che tale modifica porterà gli utenti a credere che un’app offra funzioni diverse da quelle reali.

Inoltre, gli sviluppatori temono che le nuove restrizioni applicate a PushKit, uno strumento che consente le chiamate Voice over Internet Protocol, avranno un impatto negativo sull’efficacia delle loro app. Alcune app hanno sfruttato PushKit per raccogliere i dati degli utenti, comprese le informazioni sulla posizione. Con iOS 13, Apple sta limitando la capacità di PushKit di eseguire operazioni in background, limitandone l’uso alle chiamate VoIP.

La modifica riguarda ad esempio app come Life360, che sfrutta PushKit per inviare ai servizi di emergenza la posizione di un utente in caso di un incidente d’auto.

Come Apple, ci impegniamo a garantire che la privacy sia una priorità assoluta, ma siamo preoccupati che l’attuale implementazione crei confusione nell’utente e vada a compromettere effettivamente questo obiettivo“, si legge nella lettera. “Le modifiche hanno anche l’effetto di rimuovere la funzionalità di geolocalizzazione critica senza però avere effetto sulle app di Apple, alcune delle quali competono con i prodotti che sviluppiamo.”

Apple si è detta disponibile a lavorare con i firmatari della lettera per implementare mezzi alternativi di localizzazione.

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