TIM e Vodafone hanno annunciato l’accordo relativo alla condivisione della componente attiva della rete 5G, alla condivisione degli apparati attivi della rete 4G e all’ampliamento dell’attuale accordo di condivisione delle infrastrutture di rete passive.
Per quanto riguarda il progetto di condivisione delle componenti attive della rete, TIM e Vodafone svilupperanno congiuntamente l’infrastruttura 5G per migliorare l’implementazione della nuova tecnologia su un’area geografica più ampia e ad un costo inferiore.
Per Vodafone l’accordo comporterà sinergie per oltre 800 milioni di euro, oltre ai benefici indiretti derivanti dalle sinergie di INWIT. Vodafone riceverà anche n corrispettivo di oltre 2 miliardi di euro.
Per TIM l’effetto finanziario dell’accordo sarà dell’ordine di oltre 800 milioni di euro che si aggiungono alle sinergie stimate per la nuova INWIT in termini di miglioramento dell’Ebitda per 200 milioni di euro l’anno entro il 2026.
Questa operazione consentirà anche di ridurre sensibilmente il gap di sviluppo tecnologico tra i grandi centri urbani e le aree rurali italiane e permetterà di accelerare lo sviluppo di soluzioni più innovative per le imprese.
Le due società individueranno a breve le migliori modalità tecniche e commerciali per l’installazione congiunta dei propri apparati attivi 5G con esclusione delle grandi città, assicurando una più ampia diffusione della nuova tecnologia sul territorio nazionale.
TIM e Vodafone manterranno una gestione separata della propria dotazione di frequenze e il controllo della qualità e funzionalità della propria rete.
Le due aziende condivideranno anche gli apparati attivi delle rispettive reti 4G esistenti, per supportare la condivisione attiva della rete 5G. Inoltre, Vodafone e TIM adegueranno le rispettive reti di trasmissione mobile, attraverso l’utilizzo di cavi in fibra ottica a più alta capacità..
Previsti anche altri passaggi, finalizzati al consolidamento delle infrastrutture passive di rete di Vodafone in INWIT che diventerà così la più grande Towerco italiana con un portafoglio di oltre 22.000 torri distribuite sull’intero territorio nazionale, e la seconda a livello europeo.
L’operazione complessiva sarà perfezionata una volta ottenute le autorizzazioni necessarie.