Apple potrebbe realizzare “SiriOS”, almeno secondo quanto suggerito da un report relativa al riconoscimento vocale e gli assistenti digitali di Mangrove Capital Partners.
Il report “Voice Tech 2019” della società di investimenti Mangrove anticipa un maggiore spostamento verso l’elaborazione vocale nel prossimo decennio, con l’uso di sistemi che si baseranno su intelligenza artificiale e apprendimento automatico, oltre al riconoscimento vocale che creerà una “nuova generazione” di aziende tecnologiche in questa categoria.
Secondo il report, questi nuovi sistemi avranno una percentuale di accuratezza delle parole superiore al 95% e li metterà alla pari con gli umani per la comprensione del linguaggio, prendendo il posto degli attuali dispositivi basati su touchscreen perchè la voce è una “forma di comunicazione molto più naturale, conveniente ed efficiente“. Viene inoltre evidenziata l’ascesa dei dispositivi Internet of Things e delle apparecchiature intelligenti con sistemi di riconoscimento vocale, insieme all’ampia varietà di lingue supportate da Google e alla flessibilità delle competenze di Alexa.
Mangrove ritiene che gli investimenti in startup vocali abbiano raggiunto i 768 milioni di dollari nel 2019, una cifra superiore ai 581 milioni di dollari investi nel 2018 e i 298 milioni di dollari del 2017. Si stima che oltre un miliardo di dollari sarà investito in startup vocali negli Stati Uniti, con altri 118 milioni di dollari in Europa.
Verso la fine del report, si passa al concetto di privacy, mostrando un sondaggio di Microsoft che suggerisce che il 41% degli utenti sia preoccupato, in particolare per quanto riguarda l’ascolto passivo. Dopo aver rilevato la presenza di microfoni nei dispositivi Google Nest e un brevetto Amazon per “ascoltare tutte le conversazioni in una stanza“, Mangrove suggerisce che le aziende tecnologiche seguiranno le orme di Apple circa il problema relativo alla privacy, un compito che l’aziuenda di Cupertino “sta svolgendo in modo particolarmente efficace“.
L’esempio fornito è l’acquisizione da parte di Apple di Silk Labs, che si occupa di software AI su dispositivo che esegue l’elaborazione in locale, senza fare affidamento sulla comunicazione con i server cloud. L’acquisizione è annunciata come una “mossa astuta“. Apple, però, sarebbe stata “meno efficace nel costruire un ecosistema attorno alla voce“, tanto che ci si aspetta che rilasci un SiriOS per la sua comunità di sviluppatori alla WWDC 2020, novità che potrebbe accelererare l’innovazione e cercare di arrivare al livello già raggiunto da Amazon e Google con i loro assistenti vocali.
Piuttosto che far parte di sistemi operativi esistenti, governati e limitati da linee guida e regole che gli sviluppatori dovrebbero seguire in SiriKit, con differenze per iOS e macOS, SiriOS sarebbe effettivamente un sistema software indipendente dal sistema operativo del dispositivo, che non richiederebbe necessariamente una conoscenza approfondita di come funziona la specifica implementazione Siri di ogni sistema operativo.
Separando Siri dal sistema operativo, questo potrebbe aprire altri utilizzi per l’assistente digitale din Apple. Ad esempio, gli sviluppatori potrebbero potenzialmente integrare Siri direttamente nelle loro app, offrendo un’esperienza altamente personalizzata in base alle funzioni dell’app.
Per il momento però si tratta di sole speculazioni, per cui gli sviluppatori dovranno continuare ad usare SiriKit e trarre vantaggio da Siri Shortcuts.