Da alcuni mesi, Apple ha cambiato strategia per cercare di limitare ancora di più le fughe di notizie sui prodotti non ancora annunciati. Una battaglia che l’azienda di Cupertino vuole cercare di vincere, anche se non sarà facile.
Nel corso degli ultimi anni sono trapelate tantissime informazioni sugli iPhone che Apple non aveva ancora presentato: foto reali, disegni industriali, dettagli tecnici e tanto altro. Nella maggior parte dei casi, si trattava di leak che provenivano dai fornitori cinesi, con i singoli dipendenti che, magari in cambio di denaro, facevano trapelare le varie informazioni.
Dopo la questione iPhone 5c, quando il dipendente di un fornitore Apple rubò migliaia di scocche del dispositivo prima della sua presentazione, l’azienda di Cupertino ha aumentato i suoi sforzi per ridurre i furti e le fughe di notizie.
In effetti, da allora quacosa è migliorato, visto che ad esempio quest’anno abbiamo visto solo disegni industriali dei futuri iPhone, ma non scocche “ufficiali” o foto reali del dispositivo. Ovviamente, nella sostanza cambia poco e la sorpresa viene meno anche e solo con questi elementi, ma proprio per questo Apple ha deciso di cambiare strategia.
Apple ha infatti creato un apposito team che ha come quartier generale l’Apple Park. Questo team ha il compito di gestire tutte le minacce di sicurezza relative alle fughe di notizie e a trovare quanto prima le soluzioni milgiori per ogni singola situazione. L’azienda ha reclutato ex militari statunitensi ed ex membri dell’intelligence cinese per cercare di vincere questa battaglia. Vengono anche effettuati audit settimanali in tutti gli stabilimenti in Cina, per individuare eventuali comportamenti sospetti.
I membri del team hanno accesso illimitato alle fabbriche dei fornitori Apple, anche se in alcuni casi hanno incontrato delle resistenze. Samsung, ad esempio, ha rifiutato l’ingresso ad un responsabile della sicurezza Apple nello stabilimento in cui si producono gli schermi OLED, con la giustificazione che quella persona avrebbe potuto rubare segreti industriali.
I fornitori devono anche sottostare ad una serie di regole molto severe, come ad esempio conservare tutti i componenti in contenitori scuri. Inoltre, i vari pezzi devono essere sigillati con adesivi a prova di manomissione e ogni componente deve avere un numero univoco dal quale si può risalire al team che ci ha lavorato. L’inventario viene controllato quotidianamente.
Ad esempio, prima che l’iPhone X venisse rilasciato, un’azienda cinese aveva il compito di insegnare ai tecnici appaltatori come riparare gli schermi del futuro smartphone Apple. Durante quelle lezioni venivano mostrati proprio i display reali che sarebbero stati montati su iPhone X. Per controllare la situazione, Apple iscrisse segretamente un finto tecnico di un finto fornitore per scovare la fonte di eventuali fughe di notizie.
Un aspetto particolare della strategia adottata da Apple è che raramente i leakers vengono scovati con denunce formali, sia perché è difficile farlo in un paese straniero come la Cina, sia perché farlo significherebbe aumentare l’attenzione anche tra i media. Inoltre, Apple sarebbe tenuta a fornire alle forze dell’ordine cinesi le descrizioni dettagliate delle parti rubate, ma l’azienda preferisce non farlo per paure di condividere informazioni sensibili. Questo significa che spesso i leakers sono tenuti a pagare solo il valore “fisico” del componente rubato e non quello della proprietà intellettuale. Inoltre, Apple preferisce non denunciarli proprio per evitare un caos mediatico. Ecco perché i risarcimenti sono molto bassi e i leakers continuano e rischiare.
Per i file digitali come i rendering CAD, vero tallone d’Achille di tutta questa storia, Apple sta attuando una serie di soluzioni, come l’utilizzo di una rete sicura e file con watermark univoci. Non è consentito utilizzare servizi di terze parti come Dropbox e i file non possono essere inviati tramite i normali client di posta elettronica. Per ogni perdita, i fornitori devono rimborsare Apple e devono pagare una penale. L’eccezione è Foxconn, unico fornitore che non può essere multato da Apple per eventuali fughe di notizie.
Basterà?