L’ex capo del team Siri: “Gli assistenti virtuali non hanno rispettato le loro promesse”

Bill Stasior, colui che per sette anni è stato a capo del reparto Siri in Apple, ha affermato che gli assistenti virtuali non stanno mantenendo le loro promesse.

In una intervista rilasciata a Business Insider, Stasior ha ammesso tutta la sua delusione verso Siri e gli altri assistenti virtuali, rei di non fare quello che l’utente vorrebbe davvero.

Stasior è entrato in Apple nel 2012 e ha guidato il team responsabile di Siri fino a pochi mesi fa. Ecco le sue parole:

Oggi gli assistenti virtuali possono fare tutto, dall’avvio della macchina del caffè non appena suona la sveglia, alle prenotazioni per il tuo ristorante preferito. Ma il modo migliore per svilupparsi correttamente nei prossimi anni è semplice: migliorare la comprensione del modo in cui parliamo.

Io credo che nessuno degli assistenti virtuali è in grado di capire le persone in modo naturale e questa è la più grande sfida che dovranno affrontare nei prossimi 3-5 anni. L’obiettivo è fare in modo che gli utenti possano fare qualsiasi domanda usando un linguaggio più ampio possibile, ottenendo una risposta rapida da parte degli assistenti virtuali. Al momento, tutti mancano della capacità di capire qualsiasi cosa chiediamo loro. In sostanza, hanno solo una vasta collezione di capacità di analisi del linguaggio specifico.

Un altro aspetto da migliorare è la possibilità di percepire voci diverse, cosa molto utile nelle famiglie quando si utilizzano dispositivi smart con assistenti virtuali. E forse in futuro saranno in grado anche di percepire il nostro stato emotivo.

Apple sta lavorando molto per migliorare Siri, che da diversi mesi è sotto la guida dell’ex Google John Giannandrea. Secondo le ultime voci, il team Apple sta sviluppando importanti soluzioni a lungo termine, piuttosto che piccoli miglioramenti incrementali.

Stasior parla anche delle differenze tra Siri, Alexa e Google Assistant:

Sebbene Siri sia stato spesso criticato come inferiore rispetto ai competitor, la mia esperienza d’uso di tutti e tre gli assistenti virtuali è che questo è vero in un senso molto limitato. Alexa e Google consentono a terze parti di sviluppare competenze o app che possono essere scaricate dagli utenti. Ma per sfruttare questa funzione devi ricordarti il nome dell’app e chiedere a quell’app di eseguire l’operazione. Ad esempio, Alexa può aggiungere qualcosa al mio carrello della spesa del supermercato, ma devo usare una frase molto specifica: ‘Alexa, chiedi a Ocado di aggiungere X al carrello’. Alexa semplicemente passa quell’istruzione all’app Ocado, che poi agisce di conseguenza. Allo stesso modo, Google Assistant non può dirmi se Circle Line funziona correttamente, ma può solo passare la domanda a un’app di terze parti se io l’ho installata, se ricordo come si chiama e se effettuo la domanda con precisione.

Insomma, per Stasior gli assistenti virtuali sono ancora lontani dal fare quello che hanno promesso. Certo, detto da chi per anni ha guidato Siri suona un po’ strano…

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