Il G20 regolerà il sistema fiscale per limitare le elusioni delle multinazionali

Il G20 ha fissato una scadenza entro la quale regolare il sistema fiscale tra i vari paesi membri per evitare che le multinazionali utilizzino scappatoie al limite del legale per cercare di pagare meno tasse.

I paesi membri del G20 hanno fissato nel 2020 la scedenza entro la quale mettere in atto una serie di misure per fermare aziende come Apple, Amazon, Facebook, Google e Uber che, nel corso degli anni, hanno utilizzato scappatoie fiscali per pagare meno tasse.

Il gruppo del G20 rappresenta da solo il 90% del prodotto mondiale lordo, per questo ogni misura adottata dai paesi membri può avere serie ripercussioni sulle aziende interessate. Lo scopo del G20 è quello di raggiungere accordi internazionali su questioni che vanno al di là delle questioni interne, cercando di promuvoere la stabilità finanziaria globale, la crescita economica, il commercio internazionali e politiche concordate su una serie di questioni di portata internazionale come il cambiamento clicmatico o l’emancipazione economica delle donne.

Entro la fine dell’anno prossimo, il G20 mira anche a limitare l’elusione fiscale delle multinazionali che sfruttano lacune normative di determinati paesi per pagare meno tasse di quelle previste.

Tra queste figura anche Apple, da già condannata dall’Unione Europea per il mancato pagamento di tasse in tutti i paesi membri. Dopo aver dichiarato Apple colpevole di aver ricevuto aiuti illegali dallo stato irlandese,  la Commissione Europea stabiliì l’ammontare della multa a 13 miliardi di euro per tasse arretrate risalenti al periodo 2003-2014.

Nella pratica, e solo a titolo di esempio, quando Apple vende un iPhone in Italia, l’azienda non paga alcuna tassa sul profitto realizzato nel nostro paese. L’unica tassa che Apple paga in Italia e negli altri paesi UE è l’IVA, che comunque viene addebitata al consumatore, visto che tutti i profitti “europei” vengono incanalati alla sede Apple nel nostro Continente che si trova in Irlanda. Grazie ad un accordo con il governo locale, Apple pagava imposte a volte inferiori all’1%. La Commissione Europea ha dichiarato quell’accordo illegale, sebbene sia stata soprattutto l’Irlanda ad infrangere le regole permettendo ad Apple di muoversi in quel modo.

Il G20 vuole evitare che cose di questo tipo accadano in futuro. Una proposta definitiva sarà pubblicata entro la fine del 2020, tramite due diverse misure: in primo luogo, i paesi richiederanno alle multinazionali di pagare le tasse sul profitto realizzato all’interno di ogni singola nazione. La seconda misura prevede di creare delle misure di riserva nel caso in cui le aziende trovassero ulteriori falle. I paesi del G20 si muoveranno anche per far sì che i cosiddetti paradisi fiscali abbiano sempre più difficoltà nell’attirare investimenti da aziende estere.

In questo contesto, gli Stati Uniti minacciano di vendicarsi contro l’Europa, visto che la proposta (che colpisce in primi le aziende tech USA) è arrivata soprattutto dai paesi membri dell’UE.

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