Bruce Sewell: “La mia vita da consulente legale di Apple”

In una lunga intervista, l’ex responsabile legale di Apple Bruce Sewell ha raccontato non solo il caso antitrust che ha visto coinvolti Apple e il servizio iBooks, ma anche come è stato spostarsi a Cupertino dopo aver lavorato per diversi anni in un’azienda molto più formale come Intel.

Bruce Sewell è stato per anni il responsabile del team  legale interno di Apple fino al 2017 che sarà ricordato, purtroppo per lui, anche per aver perso la causa antitrust relativa a iBooks: “Apple è stata coinvolta in una brutta causa che aveva a che fare con il rilascio dell’iBooks Store. Provai a tracciare un percorso difensivo che pensavo fosse incredibilmente buono per Apple e avevo tutto sotto controllo dal punto di vista legale. Le cose sono andate male ed è stato molto brutto per tutti noi“.

Sewell ha anche spiegato che in aziende come Apple bisogna rischiare, perché altrimenti non si cresce: “La strategia è di guidare la nave il più possibile vicino alla linea della legalità, senza mai superarla. E’ lì che trovi il vantaggio competitivo. Purtroppo è difficile dire dove si trova esattamente quella linea, ma da avvocato vuoi arrivare al punto in cui prenderti quel rischio per una maggiore competitività“.

Il legale ha poi spiegato come il team di avvocati che lavora internamente ad Apple deve essere in grado di reagire rapidamente ai cambiamenti:  “Qui si raggiunge il punto in cui la legge diventa effettivamente una risorsa commerciale per l’azienda. Se riesci a capire come avvicinarti a un particolare rischio, devi poi essere in grado di gestirlo se le cose dovessero andare male. La tua azienda deve essere in grado di navigare il più vicino possibile a quel confine rispetto ai concorrenti. Ma devi sempre avere il permesso dell’azienda per farlo, perché si può anche sbagliare”. 

E qui si arriva proprio al caso iBooks. Sewell dice di non aver ricevuto tutte le informazioni di cui aveva bisogno: “C’erano alcune cose che non mi furono dette dai vari gruppi di editori interessati. Se avessi saputo tutto, avrei preso una virata diversa. Quello è stato uno degli esempi di navigazione troppo vicina al confine della legalità e ho sbagliato. Apple è stata denunciata dal governo e ha dovuto pagare una grossa multa. La reazione di Tim fu comunque quella di dire che avevamo fatto la scelta giusta in base alle informazioni in nostro possesso. Mi disse che avrei dovuto continuare con la strategia del rischio, perché è così che un bravo legale lavora in un’azienda”. 

Sewell ha poi raccontato che il team legale di Apple aveva un budget di 1 miliardo di dollari all’anno, almeno fino al 2017. La maggior parte di quella cifra veniva spesa in casi di contenziosi, come quando l’azienda si trovò a dover pagare 350 avvocati per tutto il tempo della battaglia legale contro Samsung: “Avevamo tra i sette e gli otto milioni di documenti da esaminare, con una spesa per Apple di circa 208.000 ore solo sul quel caso. Come per altre importanti cause, i soli avvocati interni non bastavano e Apple si rivolgeva a studi esterni sotto la mia guida”. 

Prima di lavorare in Apple, Sewell era stato consulente legale di Intel: “Passare da Intel ad Apple è stato come passare dall’università all’asilo. Questo perché l’atmosfera in Intel era molto formale, mentre in Apple si respirava molta più libertà e creatività. Quel senso di ordine ha portato buoni risultati ad Intel, ma è quella sorta di caos che ha reso Apple così incredibile”..

Sewell ha poi raccontato alcuni aneddoti della lunga trattativa tra Apple e Google per inserire il motore di ricerca di default sui dispositivi iOS e macOS. Quella trattativa durò quattro mesi, con Tim Cook, Eddy Cue e lo stesso Sewell che si incontravano più volte a settimana con il CEO di Google Sundar Pichai e l’avvocato dell’azienda Kent Walker: “In quei quattro mesi mi incontravo quasi ogni giorno con la controparte Google per dettagliare ogni aspetto dell’accordo. Ci vedevamo o da noi in Apple o presso il quartier generale di Google. Questo è solo un esempio di come trattative così importanti assorbono tutto il tuo tempo”. 

Anche se Sewell non ha dettagliato le cifre della trattativa, sappiamo che Google nel 2014 ha pagato un miliardo di dollari come parte dell’accordo per continuare ad essere il motore di ricerca predefinito su iOS. In quel periodo, Sewell aveva 900 persone che lavorano per lui in Apple, 600 delle quali erano avvocati o paralegali.

Infine, quando Sewell comunicò a Tim Cook la decisione di voler andare in pensione, l’avvocato inviò anche un appunto su come iniziare a cercare un sostituto: “Tim non mi rispose per tipo cinque giorni. Oh mio Dio, pensai, si è già dimenticato di me. Poi ricevetti una bellissima lettera, in cui mi diceva che aveva impiegato così tanto tempo a rispondere perché per lui il mio addio era stato come un incubo da cui sperava potersi risvegliare”. 

 

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