E’ iniziata l’era degli smartphone pieghevoli (forse troppo presto)

Ci siamo. Dopo anni di attesa, concept, brevetti, immagini trapelate in rete e tanti rumors, l’era degli smartphone pieghevoli è praticamente iniziata il 20 febbraio 2019 grazie a Samsung e al suo nuovo Galaxy Fold. Uno smartphone che potrebbe anticipare il trend dei prossimi anni, ma che forse è arrivato troppo presto e con troppi punti interrogativi. L’utente è davvero pronto a questo prodotto?

Rivoluzione o esercizio di stile?

Difficile rispondere adesso senza aver provato con mano il nuovo Galaxy Fold, ma chi ha avuto modo di testarlo anche per pochi minuti propende più per la seconda risposta. Samsung ha creato una sorta di ibrido tra uno smartphone bruttino quando il Fold èchiuso, e un bel mini-tablet quando aperto.

Per raggiungere questo risultato, è stato utilizzato il display Flex Infinity QXGA+ da 7.3 pollici che, quando ripiegato su se stesso, diventa un misero 4.6 pollici HD+ 16:9. Una differenza che ha fatto storcere il naso a molti.

Ma andiamo con ordine.

Il Galaxy Fold è un dispositivo che smuove il mercato degli smartphone e che, finalmente, porta una ventata di novità dopo diversi anni. Ormai con l’era dei display edge-to-edge e delle tacche, tutti gli smartphone si somigliano ed è difficile distinguere un iPhone da un altro terminale Android di fascia alta (e viceversa).

Su questo, nulla da dire. Speriamo che il Fold sia soltanto il primo esperimento e che in futuro vedremo qualcosa di ancora più funzionale e bello.

Samsung ha di fatto avuto il coraggio di presentare uno dei primi smartphone pieghevoli della storia, confermando la sua leadership nel settore. Chiunque verrà dopo arriverà secondo, ma probabilmente farà meglio. Il problema, infatti, è che al momento, e per come è strutturato, questo Fold ha molti limiti.

Quando è chiuso, questo smartphone non sfrutta tutta l’area frontale e offre un display da soli 4.6 pollici. Passatemi il paragone, ma quando l’ho visto mi ha ricordato il mitico Nokia E90…

Diciamocelo senza mezzi termini, il Samsung Galaxy Fold – da chiuso – è davvero bruttino. E’ spesso, offre un display di qualità media e molto piccolo per gli standard attuali e non è certo il massimo in termini di ergonomia.

Va bene, non sarà il Nokia E90 (scusatemi ancora per il paragone…), ma pensateci un attimo. Per come è strutturato questo Fold l’apertura sfrutta un sistema a cerniere che utilizza una serie di ingranaggi di interblocco. Tutti questi ingranaggi sono nascosti nella parte posteriore del dispositivo, ma quando si passa da una modalità all’altro tutto sembra ancora molto “analogico” e non certo all’altezza di un prodotto davvero rivoluzionario.

Una volta aperto, siamo di fronte ad un dispositivo molto più interessante. Ma quante volte lo useremo? In una giornata tipo ci troviamo a rispondere velocemente ad un messaggio, a scrivere una e-mail al volo o controllare gli impegni dall’app Calendario utilizzando una mano e lo smartphone in modalità portrait. Certo, se dobbiamo scrivere un documento, vogliamo guardare un video su YouTube o magari navigare sul web per una lunga sessione, la modalità tablet diventa perfetta. Considerando le varie attività tipo di un utente, diciamo che la modalità tablet verrebbe sfruttata per circa il 10% del tempo. Giusto?

E con la soluzione ideata da Samsung, quante volte apriremo lo smartphone? E quante altre volte, invece, ci ritroveremo in mano il pronipote del Nokia E90 (scusate ancora)?

Vlad Savov di The Verge ha detto che, per come è pensato questo dispositivo, il rischio è un altro: questo Fold è una sorta di prototipo che non doveva venduto perché rischia di ammazzare il mercato dei dispositivi pieghevoli ancor prima che si sviluppi un mercato di questo tipo. Se qualcuno compra il Galaxy Fold rischia di trovarlo così scomodo e macchinoso (se non anche inutile per quello che abbiamo detto prima) da non voler più acquistare smartphone pieghevoli in futuro. Savov ci è andato giù pesante? Forse no.

Samsung ha voluto forzare la mano presentando un prodotto non ancora pronto per il mercato. Ha anticipato troppo i tempi, e quando anticipi troppo i tempi paradossalmente rischi di fare un buco nell’acqua. Di rilasciare un prototipo, appunto. Tralasciando il prezzo di 2000 dollari, infatti, quello che lascia perplessi è proprio il modo in cui è stato strutturato questo terminale.

Un bel mini-tablet che si trasforma in un orribile smartphone. Il Fold avrà per sempre il merito di aver aperto la strada, ma non è questo il futuro dei pieghevoli. O almeno, speriamo che non lo sia.

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