Apple al Congresso degli Stati Uniti: “Nessun chip spia della Cina sui nostri server”

Nuovo capitolo dell’annosa vicenda portata alla ribalta da Bloomberg e poi ampiamente smentita sia da Apple che da diverse agenzie di sicurezza. Nella giornata di ieri, un rappresentante dell’azienda ha dichiarato al Congresso che non sono stati mai trovati chip spia nei server Apple.

Bloomberg afferma che Apple ha scoperto questo chip spia nel maggio del 2015, per poi informare segretamente l’FBI qualche giorno dopo. Tale chip sarebbe stato inserito dal governo cinese per spiare le aziende statunitensi e i loro clienti. Insomma, un vero e proprio “hacking hardware”.

Nella giornata di ieri, il responsabile della sicurezza in Apple ha dichiarato al Congresso degli Stati Uniti che l’azienda non ha mai trovato alcun elemento di attacco sospetto o di chip spia inseriti dal governo cinese sui server Apple.

In una lettera inviata alle commissioni del commercio del Senato e della Camera, il vicepresidente per la sicurezza delle informazioni Apple, George Stathakopoulos, ha scritto che l’azienda ha effettuato diverse indagini e che non ha trovato nessuna prova a sostegno del report pubblicato da Bloomberg su presunti minuscoli chip all’interno dei server Apple, grazie ai quali sarebbero state inviate trasmissioni backdoor alle spie cinesi: “Gli strumenti di sicurezza realizzati da Apple eseguono continuamente una scansione precisa sui server per questo tipo di traffico in uscita, poiché in grado di indicare l’esistenza di malware o altre attività dannose. Non è stato trovato nulla e i nostri server sono sicuri. 

Smentite simili sono arrivate anche da Amazon e dalla Supermicro, l’azienda che ha fornito i server incriminati.

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