Tim Cook, CEO Apple da 7 anni: “Lavorare con Steve Jobs era liberatorio”

Il 24 agosto 2011, Tim Cook veniva nominato CEO di Apple a seguito delle dimissioni per malattia date da Steve Jobs. A sette anni da quel giorno, Bloomberg ha pubblicato un piccolo resoconto sulla “reggenza” Cook.

Un punto su cui nessuno può controbattere è che, sotto la guida di Tim Cook, le finanze di Apple hanno raggiunto cifre record, arrivando ad una capitalizzazione da mille miliardi di dollari. Le casse sorridono, e se lo scopo di un’azienda è soprattutto quello di guadagnare denaro, ad oggi Tim Cook ha fatto meglio di tutti alla guida di Apple.

In questi anni sono anche arrivati prodotti e servizi del tutto nuovi rispetto all’era Jobs, come l’Apple Watch, Apple Music e la produzione delle tante serie TV che arriveranno nel 2019. Malgrado le tante critiche sulla “poca innovazione”, gli iPhone continuano a macinare record su record, gli iPad sono tornati a crescere dopo un periodo negativo e i Mac hanno ormai consolidato la loro quota in un mercato PC che da anni fa registrare cali di vendite.

Per Bloomberg, quindi, Tim Cook è ampiamente promosso, ma nell’articolo si parla anche dei suoi possibili successori. Se Tim Cook dovesse lasciare la guida di Apple, ai primi posti per sostituirlo ci sono il Chief Operating Officer Jeff Williams e il responsabile marketing Phil Schiller.

Altri nomi qualificati a sostituire Tim Cook come CEO di Apple ci sono anche Eddy Cue (responsabile dei servizi), Craig Federighi (responsabile software) e, più indietro, Johny Srouji (capo ingegnere per la produzione dei processori), Dan Riccio (responsabile hardware) e Bob Mansfield (responsabile progetto Titan). C’è poi l’incognita Jony Ive. Ive è l’uomo che più di tutti ricorda Steve Jobs per il suo approccio agli affari, e un suo ruolo da CEO sarebbe sicuramente affascinante. Difficile, invece, vedere come CEO Luca Maestri, direttore finanziario dell’azienda, e al responsabile retail Angela Ahrendts

In una dichiarazione rilasciata pochi giorni fa, Tim Cook ha voluto ricordare proprio Steve Jobs: “Quando ho assunto la carica di CEO, Steve Jobs fu nominato presidente e mi aspettavo, o speravo, di poter lavorare sotto di lui per diversi anni. Così non è andata. Ma lavorare con lui e per lui era liberatorio. Potevi parlare con Steve di qualsiasi cosa o progetto da voler portare avanti, anche molto grande, e lui poteva risponderti con un semplice ‘OK’. E potevi iniziare a lavorarci subito dopo! Per me questa è stata una rivelazione totale, perché ero abituato a lavorare per aziende piene di burocrazia e di meeting per approvare qualsiasi idea, anche minuscola. In Apple era ed è diverso”.

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