Tim Cook alla MSNBC tra iPhone made in USA, privacy, sicurezza e tanto altro

Intervenuto alla trasmissione della MSNBC “Revolution”, Tim Cook ha parlato del perchè non si può dire che l’iPhone non sia costruito (anche) negli Stati Uniti. Tanti gli altri argomenti trattati, Facebook e privacy compresi.

La puntataRevolution: Apple Changing The World” è stata dedicata all’azienda di Cupertino e alle sue innovazioni più recenti. Il CEO Tim Cook ha parlato delle ultime novità presentate ieri, tra iPad e soluzioni innovative per le scuole, ma si è soffermato anche sull’iPhone.

iPhone negli USA

Alla domanda sul perchè l’iPhone venga realizzato in Cina e non negli Stati Uniti, Tim Cook ha voluto chiarire alcuni aspetti:

Stiamo investendo sempre di più negli Stati Uniti e non è vero che l’iPhone non è costruito nel nostro paese. Le persone si fissano sul fatto che l’assemblaggio finale degli iPhone avviene in Cina, ma in un mondo globale le cose si fanno in una varietà di luoghi. I componenti vengono costruiti in alcuni paesi, l’assemblaggio viene effettuato in altri.

Alcuni componenti fondamentali dell’iPhone sono costruiti negli Stati Uniti. Il vetro del display, ad esempio, viene dal Kentucky. I chip sono tutti realizzati negli Stati Uniti, così come le attrezzature per la produzione dell’iPhone. Anche il FaceID dell’iPhone X sarà presto costruito in Texas.

Rispondendo poi ad una domanda sulle richieste di Donald Trump fatte alle aziende americane, Cook ha commentando dicendo che non c’era bisogno di pressioni politiche per convincere Apple ad investire negli Stati Uniti per creare nuovi posti di lavoro: “Lo stiamo già facendo e lo abbiamo sempre fatto“.

E, infine: “Sappiamo che Apple sarebbe potuta nascere solo negli Stati Uniti. Amiamo questo paese. Siamo patrioti. Questo è il nostro paese e vogliamo creare il maggior numero di posti di lavoro possibili negli Stati Uniti”.

Tim Cook ha poi confermato che Apple sta progettando la creazione di un nuovo grande campus negli Stati Uniti, limitandosi a dire che di sicuro non sarà realizzato né in California, né in Texas.

Cook ha anche ammesso che le nuove tecnologie e la robotica hanno tolto diversi posti di lavoro, ma è pur vero che ne hanno creati tanti altri, forse anche di più: “La questione lavoro negli USA è importante e il governo dovrà lavorare molto per aiutare chi ha perso il suo posto di lavoro negli anni della crisi, e non solo“.

Durante l’intervista, Cook ha detto che, quando Apple rimpatrierà i 300 miliardi di dollari che conserva fuori dagli Stati Uniti, l’azienda pagherà 38 miliardi di tasse. La società investirà anche 30 miliardi di dollari nel paese per i prossimi cinque anni, costruendo un nuovo campus e creando 30.000 nuovi posti di lavoro: “Tra tasse e investimenti, Apple contribuirà con 350 miliardi di dollari all’economia degli Stati Uniti”.

Facebook e privacy

Visto il periodo, non potevano mancare domande su Facebook e la questione privacy. Cook ha ribadito che le aziende avrebbero dovuto frenare da tempo l’uso improprio dei dati personali per creare profili dettagliati da vendere ad altre società: “Penso che la migliore regolamentazione non sia normativa, ma di autoregolamentazione, Devono essere le aziende ad autoregolarsi, ma a quanto pare questo non è avvenuto per Facebook e ormai è troppo tardi per loro”. Il CEO di Apple ha quindi ribadito la posizione dell’azienda, che mai userà i dati degli utenti per scopi di lucro, come del resto ribadito più volte anche da Steve Jobs: “La verità è che potremmo fare un sacco di soldi se monetizzassimo i dati dei nostri clienti, e se il cliente fosse il nostro prodotto. Ma abbiamo scelto di non farlo. Cosa avrei fatto se fossi stato io il CEO di Facebook? Non mi sarei ritrovato in questa situazione”. 

E parlando di pubblicità e cookie: “Per me è inquietante quando guardo qualcosa da acquistare e all’improvviso questa cosa mi insegue per tutto il web. Non mi piace. Per me, la privacy deve essere definita come un diritto umano inviolabile e bisogna regolare meglio le modalità con cui gli inserzionisti possono accedere ai nostri dati personali.

Si parla anche della spinosa questione FBI, privacy e sicurezza. Queste le parole di Tim Cook: “Non ci sono altre soluzioni. L’unico modo per proteggere i tuoi dati è crittografarli. Se in futuro usciranno altre soluzioni questo non posso saperlo, ma ad oggi non ci sono altri modi. Quindi, se fossi in voi non fornirei i dati a chi non è in grado di assicurare questa crittografia. Ora, quella del punto di vista delle forze dell’ordine è una questione spinosa, perchè potrebbero voler sapere cosa è stato scritto in determinati messaggi, ma noi come Apple non abbiamo accesso a questi dati. E il mio punto di vista in merito è piuttosto semplice: non penso che voi, come utenti, vi aspettiate che io sappia cosa state scrivendo ad altre persone, giusto?”

Scuola

Tim Cook ha poi ribadito il concetto già espresso più volte ieri, e cioè che quello della programmazione è ormai un linguaggio ancora più universale dell’inglese o di qualsiasi altra lingua, perchè può arrivare immediatamente a miliardi di persone in tutto il mondo. Per questo, oggi è fondamentale prevedere l’insegnamento della programmazione già dai primi anni di scuola, per formare gli studenti e dargli la conoscenza necessaria per intraprendere in futuro una carriera sempre più richiesta dalle aziende.

Immigrati

Tim Cook ha anche riaffermato il suo forte sostegno al DACA, il programma vigente negli Stati Uniti che protegge gli immigrati senza documenti che sono arrivati nel paese da bambini. Donald Trump vuole eliminare del tutto il programma DACA, fortemente voluto dal suo predecessore Obama. Cook ha affermato che il DACA rappresenta il nocciolo di quello che siamo come americani e che farà di tutto per difendere quelle norme. La stessa Apple sarà colpita da una eliminazione del programma, visto che 250 dipendenti negli Stati Uniti hanno il visto proprio grazie al DACA, essendo arrivati nel paese quando erano dei bambini.

Siti XXX

Tra l’altro, è curioso notare che Tim Cook, a differenza di Steve Jobs, sembra essere più “liberale” quando si tratta di contenuti porno fruibili tramite Safari su iOS. Mentre Jobs, all’epoca dei siti porno quasi tutti in Flash, dichiarava che chi voleva vedere questi contenuti poteva passare ad Android, oggi Tim Cook ha detto di non aver alcun tipo di problema nel sapere che tante persone utilizzano iPhone o iPad per visualizzare contenuti porno.

HotAcquista iPhone 15 su Amazon!
News