Il direttore dell’FBI chiede di poter accedere ai dati crittografati degli smartphone

Il direttore dell’FBI Christopher Wray continua la sua battaglia per convincere i legislatori e i produttori di smartphone come Apple a rendere più accessibili i dispositivi durante le indagini.

Durante un discorso tenuto al Boston College, Wray ha dichiarato che i sistemi di crittografia presenti su iPhone e su altri smartphone potrebbero essere progettati in modo tale da aiutare le forze dell’ordine durante le indagini. Per questo motivo, il direttore dell’FBI si augura anche che vengano aggiornate le leggi in materia, così da tener conto dei cambiamenti tecnologici degli ultimi anni.

Il discorso di Wray ha toccato il tema dei sistemi di crittografia utilizzati da Apple e da altre società tecnologiche per proteggere i dati personali dei propri utenti, sottolineando che questi stessi sistemi impediscono l’accesso alle forze dell’ordine.

Wray fa sapere che, nell’anno fiscale 2017, l’FBI non ha potuto accedere ai dati memorizzati in 7.775 dispositivi, malgrado l’utilizzo di strumenti tecnici appropriati e nonostante la presenza di tutta l’autorità legale per farlo. Wray ha aggiunto: “Ognuno di questi  dispositivi è legato a un caso specifico, un imputato specifico, una vittima specifica, una minaccia specifica. Per questo, qui si tratta di un importante problema di sicurezza pubblicaAlcuni hanno sostenuto che non è necessario avere accesso al contenuto delle comunicazioni, perchè abbiamo molte altre informazioni disponibili al di fuori dei nostri smartphone e dei nostri dispositivi. Purtroppo non è così. Le parole possono essere prove, mentre la semplice associazione tra soggetti non lo è. Alcune informazioni possono essere estratte dai metadati, ma non è sufficiente“.

Insistere, Wray fa notare che l’FBI è in prima linea nella lotta alla criminalità informatica e allo spionaggio economico e per questo “… i programmi di sicurezza delle informazioni devono essere pensati attentamente in modo da non compromettere gli strumenti legali di cui abbiamo bisogno per proteggere gli americani“.

Il direttore dell’FBI afferma di essere aperto a soluzioni costruttive da trovare insieme ai produttori di smartphone, ma aggiunge anche che una bisogna muoversi velocemente: “Posso capire che aziende private come Apple e Google vogliano proteggere la privacy dei propri clienti, ma qui si tratta di rispondere a precisi ordini del tribunale. Bisogna trovare una soluzione, perchè non accetto il fatto che sia ‘impossibile’ accedere ad alcuni dati”.

Wray ha anche chiesto ai legislatori di cambiare le leggi per stare al passo con la tecnologia, lamentandosi del fatto che “in qualche modo è come se avessimo ancora leggi sul traffico scritte quando c’erano cavallo e calesse“. L’FBI non “ha semplicemente bisogno di strumenti tecnici migliorati“, continua, “abbiamo anche bisogno di chiarimenti legali per colmare le lacune. Dobbiamo essere una forza formata da personale specializzato e tecnicamente preparato, all’avanguardia, orientato al futuro e in grado di investigare e combattere a fondo le diverse minacce informatiche”.

Il dibattito sulla crittografia tra legislatori, agenzie di sicurezza, società tecnologiche e gruppi di consumatori è andato avanti per diversi anni, ma si è intensificato in seguito all’indagine di San Bernardino, quando l’FBI non riuscì ad ottenere alcuna informazione da Apple e fu obbligata a rivolgersi ad un’azienda terza per estrarre i dati da quell’iPhone 5c. Apple ha rifiutato di seguire le richieste di creazione di una backdoor, in quanto così facendo avrebbe messo a rischio tutti i dispositivi iOS in commercio.

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