Fino ad oggi, la battaglia legale tra Qualcomm ed Apple si era limitata alle denunce contro la società di Cupertino, rea di aver violato alcuni brevetti. Oggi, però, le cose prendono una piega diversa e anche Apple denuncia Qualcomm di aver violato i suoi brevetti…
Qualcomm è stata accusata da Apple di aver violato almeno otto brevetti utilizzati per la produzione dei processori Snapdragon 800 e 820. Questi processori sono integrati in diversi smartphone Samsung e Google Pixel. In particolare, i brevetti riguardano le tecnologie per gestire l’efficienza energetica dei processori: i brevetti Apple prevedono che ogni parte del processore assorba solo la potenza minima necessaria, spegnendo le parti che non vengono utilizzate e gestendo al meglio le funzioni di sleep e wake. Si tratta di una tecnologia brevettata anni prima rispetto all’inizio della diatriba legale con Qualcomm. Secondo alcuni legali, Apple era da sempre disposta a lasciar scorrere queste violazioni, almeno fino a quando Qualcomm non avrebbe presentato le sue denunce contro l’azienda…
Con questa accusa, anche Qualcomm dovrà difendersi in tribunale per l’accusa di violazione di brevetti.
Ricordiamo che tutto è iniziato con una denuncia da parte di Apple, nella quale si affermava che Qualcomm aveva richiesto pagamenti per royalties di brevetti di cui non deteneva alcun diritto, arrivando a chiedere fino ad 1 miliardo di dollari per assicurare le forniture dei processori baseband degli iPhone. In totale, Qualcomm avrebbe “estorto” ad Apple 1 miliardo di dollari, che ora l’azienda richiede nella querela presentata nei mesi scorsi. Apple accusa Qualcomm anche di aver illecitamente aumentato i prezzi rispetto alla concorrenza, giocando proprio sulle non veritiere – dice Apple – royalties. In pratica, per gli avvocati di Apple, Qualcomm ha usato il suo “potere di monopolio” per non rispettare gli impegni FRAND (quelli che obbligano a concedere alcuni brevetti considerati standard del settore in modo equo, ragionevole e non discriminatorio) , facendo quindi pagare royalties molto più alte. La contro querela presentata da Qualcomm nega queste accuse e parla di semplice volontà dell’azienda di Cupertino di avere minori costi di licenza.