Il web preoccupato del riconoscimento oggetti nell’app Foto di Apple

Nella giornata di ieri il web sembra essersi svegliato con una preoccupazione: Apple riconosce gli oggetti nelle foto e crea anche album dedicati agli indumenti intimi…

Questo pseudo “allarme” è stato lanciato da un utente su Twitter, ma ha immediatamente avuto un’eco non da poco, con centinaia e centinaia di interventi. La preoccupazione è che Apple utilizzi il machine learning per monitorare le nostre foto e salvarle in varie categorie, anche dedicate ad indumenti intimi come “reggiseni”.

Fortunatamente, queste preoccupazioni sono infondate. La parola chiave nel riconoscimento delle foto è il tag e nessun dato viene scaricato sui server Apple. Inoltre, non vengono create cartelle particolari se non richieste dall’utente. Se si crea un tag “reggiseno”, l’app Foto sarà in grado di rilevare le foto con questo elemento creando una cartella apposita. I dati, però, vengono gestiti tutti in locale. Le preoccupazioni iniziali partivano dall’assunto che Apple salvasse le sue foto sui suoi server per gestire tutto il sistema di riconoscimento. Tra l’altro, sembra che al momento il database Apple contenga solo “reggiseno” come indumento intimo.

Questo sistema lavora solo in locale e integra un database di oggetti comuni che, confrontato con le immagini salvate su iPhone, è in grado di mostrare con una certa precisione foto simili legate a quell’oggetto specifico. iOS andrà poi a creare delle cartelle in base alle ricerche dell’utente su un particolare oggetto o tag.

E qui sta anche la differenza con Google Foto, che invece per un servizio simile lavora su server e non in locale.

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