Apple e altre 52 aziende statunitensi hanno firmato un documento legale a sostegno di Gavin Grimm, uno studente transgender che si è rivolto ai giudici della Corte Suprema per far valere i propri diritti in una scuola degli USA.

Il caso torna alla ribalta dopo che l’amministrazione Trump ha eliminato le norme che invitavano le scuole a rispettare l’identità di genere degli studenti per l’utilizzo dei bagni, indipendentemente dal sesso registrato alla nascita. Quella norma era stata voluta da Obama: gli istituti che non recepivano tale invito avrebbero subito un taglio dei fondi federali. Trump ha deciso di annullare queste tutele e di lasciare la scelta ai singoli Stati, molti dei quali hanno già detto di non voler seguire la linea di Obama. Apple si era già opposta alla scelta di Trump con una dichiarazione ufficiale: “Noi sosteniamo gli sforzi verso una maggiore accettazione, non verso la preclusione dei diritti, e crediamo fortemente che gli studenti transgender devono essere trattati da pari a pari. Non siamo d’accordo con qualsiasi sforzo portato avanti per limitare o annullare i loro diritti e le loro tutele”.
Ora, l’azienda ha formalmente appoggiato la denuncia di Grimm, supportata da altre 52 aziende americane. La causa è iniziata nel 2015, quando lo studente denunciò la sua scuola che, di fatto, non aveva recepito l’invito dell’amministrazione Obama e lo obbligava quindi ad utilizzare i bagni del suo sesso registrato alla nascita. La causa è diventata nuovamente di attualità in questi giorni e molte grandi aziende USA hanno deciso di far sentire la loro opposizione nei confronti delle decisioni prese da Trump in materia, appoggiando formalmente il giovane ragazzo.
Oltre ad Apple, la causa viene supportata anche da Airbnb, Amazon, eBay, IBM, Intel, Microsoft, LlinkedIn, PayPal, Salesforce, Twitter, Yahoo e Yelp. La Corte Suprema ascolterà le argomentazioni del caso Grimm alla fine di questo mese.