Le info non trovate sull’iPhone 5c del terrorista di San Bernardino hanno aiutato l’FBI…

Secondo quanto riportato dalla CNN, il fatto che sull’iPhone 5c del terrorista di San Bernardino non siano state trovate informazioni importanti per le indagini ha aiutato l’FBI a chiudere il cerchio della vicenda. Intanto, Apple smentisce di aver fornito il codice sorgente di iOS al governo cinese.

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Grazie allo studio dei dati memorizzati su questo iPhone 5c, il cui sblocco è avvenuto grazie alla collaborazione di un gruppo di hacker, l’FBI ha prodotto delle informazioni che prima non aveva. In sostanza, non trovare nulla di nuovo su questo dispositivo è quello che serviva all’FBI per rispondere ad alcune domande sul caso rimaste irrisolte. Grazie a questi dati, infatti, l’FBI è riuscita a coprire un gap di 18 minuti che vanno dall’ultima posizione localizzata del terrorista e il momento degli attacchi: la mancanza di informazioni rilevanti dimostra che Farook ha agito da solo (insieme alla moglie), senza altri complici esterni.

Lo sblocco dell’iPhone 5c che ha fatto discutere il mondo intero sarebbe quindi servito ad avere la certezza che il terrorista ha agito senza altri complici: sul dispositivo non sono state trovate prove di contatti con membri dell’ISIS o messaggi sospetti di qualsiasi tipo. In ogni caso, su questo iPhone non sono state trovate nuove informazioni.

Intanto, rappresentanti di Apple ed FBI sono stati chiamati ancora una volta davanti al Congresso degli Stati Uniti, per parlare di questioni relativi alla crittografia e alla sicurezza. Bruce Sewell di Apple ha ribadito ancora una volta la necessità di una forte crittografia sui dispositivi tecnologici, parlando anche di come l’azienda in questi anni ha più volte aiutato le forze dell’ordine in importanti indagini. Sewell ribadisce anche che Apple si è rifiutata di fornire il codice sorgente di iOS al governo cinese, che lo ha richiesto alcuni mesi fa: “La posizione di Apple è chiara. Non forniremo alcuna backdoor, né versioni customizzate di iOS, né il codice sorgente del sistema operativo, perchè teniamo alla sicurezza dei nostri clienti.

Infine, proprio poche ore fa una coalizione di aziende formata anche da Apple, Microsoft, Amazon e Google ha pubblicato una lettera aperta al governo degli Stati Uniti per esprimere tutte le preoccupazioni su un disegno di legge che sarà presto discusso al Congresso. Questa legge obbligherebbe i produttori a decrittografare i dati memorizzati sugli smartphone, quando la richiesta arriva da un giudice. Nella lettera, le aziende spiegano che una decisione di questo tipo porterebbe a conseguenze inimmaginabili e certamente non desiderate nemmeno dai promotori della norma: “L’effetto di tale legge costringerà le imprese a dare la priorità alle richieste del governo sull’accesso ai dati, rispetto alla sicurezza digitale. In questo modo, qualsiasi prodotto o servizio digitale potrebbe essere in balia di malintenzionati, grazie ad una legge che potrebbe avere importanti effetti a catena. Inoltre, questa legge potrebbe aprire le porte a richieste simili da parte dei governi stranieri”.

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