Per i detenuti, la crittografia su iPhone è “un dono dal cielo”

Ormai sappiamo che nemmeno Apple è in grado di entrare nei nostri iPhone per fornire i dati memorizzati al suo interno, se il dispositivo è protetto da codice di accesso. E sappiamo anche che le conversazioni su FaceTime e i messaggi su iMessage non possono in alcun modo essere intercettati. Il caso San Bernardino ha riportato alla luce queste informazioni già note, tanto che per alcuni criminali il mondo iOS è una sorta di “Paradiso”.

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Molti criminali sono consapevoli dei vantaggi di possedere un nuovo iPhone, tanto che alcuni parlano di vero e proprio “dono dal cielo“. Un prigionieri ha fatto questa osservazione nel corso di una conversazione telefonica intercettata dalla polizia di New York alcune settimane fa.

Secondo Reuters, l’iPhone sta diventando il dispositivo più scelto dai criminali, che ora lo preferiscono ai telefoni usa e getta. L’impossibilità di scovare i dati sensibili e le difficoltà nell’intercettare chiamate FaceTime e messaggi, rende questo dispositivo uno strumento praticamente perfetto per chi ha intenzione di compiere un illecito. Dobbiamo però ricordare che in molti casi, Apple ha fornito diverse informazioni, quando gli iPhone non erano protetti da password o quando era possibile recuperare backup da iCloud.

La questione backdoor, in ogni caso, metterebbe comunque a repentaglio la sicurezza dei milioni di utenti che non hanno certo intenzione di commettere crimini, ma vogliono solo essere tutelati nel loro privato.

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