Snapdragon 820, Samsung S7 e potenze processori mobile. Cosa ci aspetta nel 2016? | Approfondimento

Rumors vari, primi bench delle architetture dei SoC che vedranno la luce nel 2016 ed il nuovo Qualcomm 820 che viene già mostrato in anteprima ai giornalisti. Qualcomm è attesa alla prova del nove dopo il fallimento dell’810, Samsung prepara per la primavera il prossimo Galaxy S7 e pare che proprio lo Snapdragon 820 sarà il SoC che spingerà il prossimo top di gamma dei coreani. Cosa ci attende per il 2016 fronte smartphone, quindi? Telefoni sempre più potenti? Beh quest’anno, per la prima volta dopo anni di crescita esponenziale delle potenze del mondo mobile, forse no.

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Andiamo con ordine: Qualcomm ha già presentato alla stampa, in un primo benchmark day in cui ha svelato il futuro nuovo SoC mobile dell’azienda americana, le prestazioni del prossimo Snapdragon 820.

Con questo SoC, Qualcomm, in qualche modo, si avvicinerà nel 2016 molto alle scelte progettuali di Apple per quanto riguarda la realizzazione del proprio SoC. Il prossimo chip della casa americana avrà, infatti, una CPU quad core (abbandonando quel trend che sembrava essersi ormai consolidato, che vedeva i terminali Android montare CPU sempre più spinte sul multi core).

Lo Snapdragon 820, infatti, avrà una CPU quad core con architettura BIG.Little: due core ad alte prestazioni Kryo a 2.15 Ghz affiancheranno altri due core Kryo a 1.6 Ghz per i task meno intensivi (a differenza dell’810 che era minuto di una CPU octacore). Una scelta progettuale che andrà a prediligere la potenza in singolo core piuttosto che in multi-threading, ricalcando esattamente quell’approccio che ha contraddistinto Apple fino ad ora nella realizzazione dei propri SoC mobile.

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In effetti i primi benchmark sembrano confermare esattamente questa nuova strada intrapresa da Qualcomm: in single core, questi primissimi test eseguiti su una piattaforma di sviluppo (uno smartphone da oltre sei pollici prototipale molto spesso) questo nuovo SoC quasi raggiunge le prestazioni della CPU A9 di iPhone 6s. In multi core, invece, il futuro 820 sembra porsi ai vertici della categoria sebbene bisognerà vedere come i vari produttori implementeranno le proprie scelte riguardo le frequenze operative del processore (questa versione di test era un prototipo di smartphone decisamente spesso e certamente con nessun problema di dissipazione del calore, bisognerà vedere con modelli molto più compatti cosa accadrà). Anche fronte GPU le novità non mancano con un’Adreno 530 che mostra prestazioni comparabili e a volte un pelo superiori a quelle della GPU di Apple, che è sempre stata notoriamente tra le più performanti del mercato.gfxbench_trex

Nel bench sintetico Antutu (versione 6) lo Snapdragon 820 si pone assolutamente in linea con il SoC A9 di Apple con il quale condivide la leadership di SoC più performante del settore mobile (ricordiamo che Antutu testa sia CPU che GPU per fornirne poi un unico risultato numerico che va confrontato con quello di tutti gli altri terminali).

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Fronte consumi, il vero tallone di Achille della precedente soluzione di Qualcomm, l’azienda americana dichiara di aver decrementato gli stessi del 30% anche grazie al nuovo sistema produttivo a 14 nm Fin-Fet di Samsung con cui è realizzato anche l’A9. Il nuovo SoC di Qualcomm, quindi, non delude certo le aspettative, per cui ci possiamo aspettare che i terminali top di gamma d’inizio 2016 fronte Android si potranno porre abbastanza agevolmente sui livelli prestazionali di un iPhone 6S.

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Un rumor che sta circolando moltissimo in queste ore, dice che Samsung potrebbe avere un’iniziale esclusiva temporale sull’adozione di questa soluzione. Resta comunque più che probabile che durante l’anno, anche altri top di gamma tra cui il prossimo LG G5, Sony Experia, ecc ecc… monteranno l’ultimo prodotto di casa Qualcomm. Anche qualora Samsung dovesse equipaggiare con i propri Exynos alcune versioni o modelli del proprio S7 pare improbabile che gli stessi possano andare ad assestarsi su performance molto diverse da quelle mostrate fin qui da Qualcomm.

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Tutto questo ci porta ad una considerazione tutt’altro che di poco conto: nel 2016, quindi, per la prima volta dopo tanti anni non ci sarà più quella corsa alle super prestazioni negli smartphone top di gamma, con smartphone abbondantemente più performanti di quelli dell’anno precedente. Resta da vedere, però, come si comporterà Apple: grazie al passo falso di Qualcomm dello scorso anno la casa di Cupertino, infatti, appare essere riuscita ad avere un certo vantaggio competitivo nei confronti degli altri produttori. Come si comporterà Apple, quindi, a Settembre? Continuerà come negli ultimi anni ad alzare l’asticella delle prestazioni (cosa che potrebbe permettere ad Apple di sfornare una soluzione nettamente superiore alla concorrenza in termini di prestazioni) o si limiterà, come avvenuto con iPhone 6, ad un semplice ritocco delle stesse, focalizzandosi maggiormente sul contenimento dei consumi?

È probabile, visto che le potenze degli attuali smartphone sono ormai paragonabili a quelle di portatili di pochi anni fa che, almeno su smartphone (dove tutta questa potenza sembra ormai persone essere sprecata) anche Apple non spinga eccessivamente sul fronte delle prestazioni nel 2016 notizia che, tutto sommato, dovrebbe far contenti molti possessori di terminali degli anni passati.

Perché?

Il perché è presto detto. Veniamo da anni in cui, con l’eccezione di iPhone 6, ogni iPhone ha praticamente raddoppiato le performance dello smartphone dell’anno precedente. E’ del tutto intuitivo che, complici i sistemi operativi sempre più complessi e “pesanti” nel giro di 3 anni si crea una sproporzione nettissima di performance tra dispositivi (costringendo Apple a cessarne anche il supporto software). I casi di iPhone 4 e 4s sono lì a dimostrarcelo. Negli anni in cui le potenze raddoppiavano di anno in anno la tecnologia ha reso vetusti telefoni che, del tutto chiaramente, non possono reggere altrettanto agevolmente sistemi operativi realizzati sui top di gamma attuali.

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Questo brusco allineamento e conclusione di questa crescita vertiginosa delle potenze ha già permesso al 6s di essere praticamente il doppio più performante di un 5s (mentre con i tassi di crescita degli anni precedenti lo sarebbe stato di ben 4 volte). Così è assolutamente probabile che l’iPhone 7 non andrà a doppiare le prestazioni di un 6s rendendo ancora prestantissimi i “vecchi” iPhone 6s, 6 e, perché no, 5s.

Con l’andare degli anni non avremo più quella netta sensazione di avere tra le mani un dispositivo così prestante e diverso da un anno ad un altro (come avviene del resto, oggi, coi PC) e questo implicherà una nuova sfida per i produttori: basterà sempre meno una scheda tecnica “da urlo” e tanta differenza si giocherà sempre più sulle novità, sulle nuove vere innovazioni, sull’affidabilità dei dispositivi, delle reti di assistenza al cliente e della soddisfazione degli stessi.

Buon tecnologico 2016 a tutti…

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