La vera Apple crea, copiando

Nel 1996 Steve Jobs disse “Siamo sempre stati spudorati nel rubare grandi idee“. A questa frase, potremo aggiungere la celebre “Il vero artista crea, copiando” di Gustave Le Bon per approfondire le ultime novità Apple svelate l’8 giugno: l’azienda di Cupertino ha semplicemente perfezionato servizi e idee della concorrenza?

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Partiamo da iOS, dove una delle grandi novità è il multitasking su iPad. Microsoft ha fatto un ottimo lavoro con Windows 8, che permette di gestire le app side-by-side o con una divisione dello schermo 70/30. Apple ha optato per una soluzione praticamente identica. La novità del video picture-in-picture è davvero notevole, ma la vista dello schermo diviso e le funzionalità di trascinamento sono prese in tutto e per tutto da Windows 8, e permette all’iPad di lavorare come un tablet Surface.

Chi usa Siri sa che l’assistente virtuale ha bisogno di un sacco di miglioramenti, e Apple ne ha apportati diversi con iOS 9. Ad esempio, la novità più interessante è l’integrazione di Siri con Proactive, che rende l’assistente Apple molto più simile a Cortana e Google Now: Proactive controlla rubrica, appuntamenti ed e-mail per trovare informazioni e agire su di esse, così da permettere all’utente di impostare promemoria avanzati e di essere sempre informato sui futuri impegni anche in base alla sua posizione.

E Mappe? Per almeno 12 mesi è stata un’app quasi inutilizzabile, poi piano piano Apple ha apportato diversi miglioramenti che l’hanno avvicinata a Google Maps. Con iOS 9, arrivano le indicazioni sui trasporti pubblici e presto, almeno stando ai brevetti pubblicati dall’aziende, arriverà anche una funzione simile a Google Street View. Certo, si tratta di innovazioni indispensabili, ma che Google Maps ha già da diversi anni.

Vogliamo parlare di News? La nuova app dedicata alla lettura e alla gestione delle notizie riprende tantissime funzioni simili a  quelle offerte da Flipboard: l’utente può gestire i propri feed, aggiungerne di nuovi e creare il proprio magazine digitale personalizzato. Inoltre, l’app offre consigli e notizie in base alle preferenze del lettore. Proprio come fa Flipboard.

Cambiando piattaforma e andando su Mac, scopriamo che il nuovo OS X “El Capitan” (che nome brutto, non trovate?) aggiorna Safari introducendo una gestione dei tab del tutto simile a Chrome (ad esempio, con l’icona dell’audio e con la possibilità di mettere mute nelle schede che riproducono filmati o brani). Anche sul nuovo OS X abbiamo poi la possibilità di attivare la vista delle app side-by-side, già vista nel 2009 con Windows 7.

Arriviamo poi ad Apple Music. Si tratta essenzialmente di un servizio di musica streaming in stile Rdio o Spotify: l’utente ha la possibilità di ascoltare milioni di brani, pagando un abbonamento mensile. Certo, Apple porta diverse novità come la radio Beats 1 e l’integrazione perfetta del servizio con iOS, ma di base si tratta di funzioni esistenti da anni. Tra l’altro, nel 2003 Steve Jobs disse che era “ridicolo pagare un abbonamento per ascoltare musica in streaming che poi non ti appartiene“. I tempi cambiano.

Ovviamente non è la prima volta che Apple prende “spunto” da altre aziende, ma è forse la prima volta che questo è stato il tema dominante dell’evento. Ciò non significa che tutte le novità presentate ieri siano destinate alla mediocrità, anzi. Apple ci ha già abituati a situazioni simili: presenta prodotti e servizi già esistenti, e rivoluziona il mercato. E’ successo con l’iPod e l’iPad, sta succedendo con l’Apple Watch, è successo in piccolo con iMovie e probabilmente accadrà anche con tutte le novità presentate ieri. L’unico dubbio è che forse, da un’azienda come Apple, ci saremmo aspettati almeno qualcosa di veramente originale e inaspettato. Invece, ieri sapeva tutto di già visto.

Bello, bellissimo, ma già visto.

 

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