Il vice procuratore generale James Cole ha usato parole dure contro Apple, rea di aver creato con iOS 8 un sistema di crittografia che non permette agli inquirenti di accedere alle informazioni presenti su iPhone, nemmeno in caso di indizi o reati gravi. “Un giorno” ha detto Cole “questo sistema potrebbe portare alla morte di un bambino“.

Durante una riunione tenutasi nel mese di ottobre, il vice procuratore generale ha dipinto un quadro molto cupo per Apple. Come sappiamo, con iOS 8 l’azienda di Cupertino ha aumentato il livello di sicurezza di alcuni dati, crittografandoli con chiavi che nemmeno Apple conosce. Questo impedisce di fatto all’azienda di fornire alcune informazioni che potrebbero servire agli inquirenti in caso di indagini su una particolare persona.
Tutto ciò, secondo Cole, presto si tradurrà nella morte di un bambino, in quanto sarà più difficile fermare i colpevoli o gli indiziati che usano un iPhone. Il vice procuratore fa l’esempio di un bambino rapito: con tutti gli strumenti a disposizione, la polizia potrebbe trovare il colpevole in poche ore, ma se non è possibile accedere a determinati dati le indagini rallentano e questo può portare a tragiche conseguenze per il rapito.
L’esperto in sicurezza Sawell ha per definito queste accuse teoriche e imprecise, sottolineando che la polizia ha diversi strumenti a disposizione per raccogliere informazioni dai dispositivi mobile, iPhone compresi. Ad esempio, i tabulati telefonici possono essere rintracciati tramite i vettori cellulari, mentre altre informazioni possono essere carpite da iCloud, dove non è presente lo stesso criterio di crittografia usato in locale. In pratica, Apple non può creare una chiave che possa essere utilizzata solo dai “buoni”, ma esistendo altri metodi per scovare i colpevoli l’azienda riesce comunque a garantire un alto tasso di sicurezza per tutti gli utenti che usano un iPhone.