7 notizie per 7 giorni: nuovo appuntamento con la rubrica hi-tech di iPhoneItalia – Appuntamento 26/10

Chi possiede un iPhone è, nella maggior parte dei casi, anche un appassionato di tecnologia, come lo siamo noi di iPhoneItalia. Proprio per questo abbiamo deciso di creare una nuova rubrica, denominata “7 notizie per 7 giorni”, nella quale verranno riassunte le 7 notizie di tecnologia più interessanti e curiose della settimana, ma non riguardanti propriamente il mondo iPhone. Un modo per discutere insieme di tecnologia e non far mancare nulla ai nostri lettori! Eccoci arrivati ad un nuovo appuntamento.

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LG annuncia la disponibilità di G Watch R

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LG annuncia la disponibilità a partire dal mese di novembre di LG G Watch R, il nuovo dispositivo indossabile Android che grazie al suo design e alle sue funzioni ha suscitato grande attenzione ad IFA 2014, in occasione del suo debutto. LG G Watch R è infatti il primo dispositivo indossabile al mondo ispirato agli orologi classici, e dotato di display circolare in Plastic OLED (P-OLED) da 1.3 pollici con un utilizzo del 100% della superficie visiva, per immagini dai colori vivi e perfetta visibilità da qualsiasi angolazione, anche in presenza di luce solare diretta.

Progettato per durare nel tempo, LG G Watch R si distingue per il design classico, caratterizzato da una cassa in acciaio inossidabile e batteria in alluminio da 410mAh. Proprio come LG G Watch, LG G Watch R garantisce prestazioni elevate grazie al processore Snapdragon 400 da 1.2GHz, ai 4GB di memoria e  ai 512 MB di RAM, mentre la classe di protezione IP67 assicura resistenza alla polvere e in acqua, fino a un metro di profondità per un massimo di 30 minuti. In più, LG G Watch R può essere personalizzato con qualsiasi cinturino da 22mm.

LG G Watch R mette a disposizione degli utenti 6 quadranti pre-caricati e un maggior risparmio energetico in modalità Ambient Mode. Inoltre, l’aggiornamento del sistema operativo Android WearTM offrirà ulteriori feature e funzionalità, come la riproduzione di musica offline. Gli aggiornamenti vengono effettuati in modo semplice e immediato dallo smartphone, previa autorizzazione degli utenti.

LG G Watch R incarna l’impegno di LG nella realizzazione di una perfetta sintesi tra design e funzionalità, creando un device non solo elegante, ma anche in grado di offrire il meglio della tecnologia e semplificare la vita delle persone” ha affermato Jong-seok Park, presidente e CEO di LG Electronics Mobile Communications Company.

La distribuzione di LG G Watch R in Italia è prevista per metà novembre, ad un prezzo consigliato al pubblico di 269,90 euro.

Diritto d’Autore: protocollo di intesa tra AIRES, ANCRA e SIAE

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E’ stato firmato oggi il protocollo d’intesa tra AIRES (Associazione Italiana Retailer Elettrodomestici Specializzati), ANCRA (Associazione Nazionale Commercianti Radio Televisione Elettrodomestici Dischi e Affini) in coordinamento con Confcommercio – Imprese per l’Italia e SIAE (Società Italiana Autori ed Editori) con l’obiettivo di monitorare il mercato dei prodotti per i quali è previsto il compenso per copia privata. Il Protocollo d’intesa – firmato dai Presidenti Gino Paoli (SIAE), Alessandro Butali (AIRES), Paolo Galimberti (ANCRA) – è nato con l’intento di contrastare azioni scorrette che possano compromettere la giusta raccolta e la conseguente distribuzione dei diritti d’autore ai titolari e, al tempo stesso, creare forme di concorrenza sleale a discapito degli operatori commerciali onesti. L’accordo prevede la costituzione di un gruppo di lavoro che raccoglierà dati utili ad individuare linee di tendenza del comportamento delle aziende in tema di adempimenti previsti dalla legge nel settore. Semestralmente, poi, saranno redatte relazioni sul lavoro svolto e sulle problematiche di mercato riscontrate. Il Gruppo, inoltre, potrà richiedere specifiche audizioni presso il Comitato Consultivo Permanente per il Diritto d’Autore per rappresentare tematiche afferenti il mercato dei prodotti per i quali è prevista la corresponsione dei compensi per copia privata. Il gruppo di lavoro sarà formato da quattro componenti, due designati da SIAE e due designati congiuntamente da AIRES e ANCRA, ai quali potranno unirsi altri soggetti a seconda delle necessità. I componenti del gruppo interverranno a titolo gratuito.

3 infedeli su 10 rischiano il posto di lavoro

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Victoria Milan, uno dei maggiori siti di incontri per persone in cerca di scappatelle, ha intervistato ancora una volta i suoi utenti, per la precisione 12.391, scoprendo che gran parte degli infedeli (29%) usano la casella di posta elettronica aziendale per comunicare con l’amante.

Il rischio di essere scoperti è molto alto dato che i datori di lavoro e il personale informatico è in grado di accedere alle caselle di tutti i dipendenti.  Essere scoperti non verrebbe a dire solo perdere il posto di lavoro ma anche rischiare il divorzio.

L’amministratore e fondatore di Victoria Milan, Sigurd Vedal, commenta questo nuovo sondaggio dicendo che ovviamente flirtare durante le ore di lavoro rende la giornata meno pesante e monotona ma è comunque meglio essere discreti.

“La comunicazione tra amanti deve restare segreta e al riparo da occhi indiscreti.  Di solito, chi tradisce cerca in tutti i modi di nascondere le prove del tradimento al partner ma non bisogna di certo sottovalutare il capo!  Lo staff esperto di Victoria Milan raccomanda l’uso di altri metodi di comunicazione per le avventure extraconiugali. Soprattutto bisogna ricordare di cancellare sempre eventuali messaggi dell’amante“, conclude Sigurd Vedal.

Lo scambio di informazioni tra amanti è molto frequente: addirittura il 23% degli utenti di Victoria Milan contatta l’amante almeno una volta al giorno via email mentre il 27% arriva ad inviare addirittura 2 o 3 email al giorno.

Gran parte delle email inviate all’amante contiene informazioni personali (41%), informazioni sul prossimo incontro illecito (19%) e selfie dal contenuto piccante (11%). Detto ciò, l’email aziendale è la soluzione peggiore per comunicare con l’amante.

Sono state intervistate 12.391 utenti di Victoria Milan

Quale casella di posta elettronica usi quando tradisci?

  • La mia casella personale (8%)
  • Una casella a parte, del tutto segreta (63%)
  • La casella aziendale (29%)

Con quale frequenza invii email all’amante?

  •  Da 1 a 3 a settimana (31%)
  •  Almeno 1 al giorno (23%)
  •  2 o 3 al giorno (27%)
  • Più di 3 al giorno (19%)

Cosa invii al tuo partner tramite email?

  • Selfie dal contenuto piccante (11%)
  • Il racconto della giornata (29%)
  • I piani per l’incontro successivo (19%)
  • Informazioni sulla vita privata (41%)

A Todi Appy Days lanciato Wami Map, servizio gratuito API basate su Open Street Map

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Una grande azienda di Telecomunicazioni e Cloud computing e una startup, insieme, per un progetto che permetterà agli sviluppatori di creare in modo semplice e veloce contenuti geolocalizzati personalizzati: si tratta di Wami Map, servizio di API basate su Open Street Map (OSM), presentato ieri in anteprima da Clouditalia Telecomunicazioni e Wami in occasione di Todi Appy Days, l’evento che dal 25 al 28 settembre ha portato nella città omonima esperti e appassionati del mondo delle applicazioni mobile.

Wami Map consente agli sviluppatori di generare contenuti legati a punti di interesse (POI, Points of Interest) all’interno delle mappe e di farlo in maniera semplice e veloce. Una valida alternativa, quindi, ai grandi player come Google – senza dubbio il più noto quando si parla di mappe – che offre il proprio servizio con limiti, tuttavia, nell’utilizzo e nella personalizzazione.

Wami Map parte invece proprio da questi bisogni – accesso open, gratuità e customizzazione – per fare un ulteriore passo in avanti: ristrutturare, ottimizzare e offrire i dati di Open Street Map in un formato immediatamente spendibile per applicazioni mobile e HTML5 (per i più tecnici, il formato JSON).

Open Street Map è una community fatta di individui, ma anche di istituzioni ed enti pubblici, che da dieci anni raccoglie dati per creare mappe ricche di informazioni crowdsourced. Dalla rielaborazione dei dati OSM Wami ha generato le proprie mappe offline, tra le più leggere ed efficienti sul mercato in termini di utilizzo di memoria. Wami, infatti, da oltre un anno opera nel settore del travel con guide mobile (iOS, Android e HTML5) che intendono valorizzare il meglio – luoghi da non perdere, attività per il tempo libero, eventi e così via – di uno specifico territorio.

Esempio #1 – web app

Mi trovo a Londra. In base alla mia posizione, il sistema mi restituisce i punti d’interesse nei dintorni – i ristoranti, in questo caso

Esempio #2 – app per Pebble

Mi trovo a Londra. Il sistema filtra i punti d’interesse più vicini per la categoria e me li mostra sul display dell’orologio.

“Lavorando alle nostre app ci siamo resi conto di come i dati OSM abbiano enormi potenzialità e un ben più ampio raggio d’azione rispetto alle sole mappe”, ha spiegato Davide Cattarin, Android developer in Wami e a capo del progetto Wami Map. “Abbiamo perciò creato delle API che potessero mettere questi dati ottimizzati a disposizione di altri sviluppatori per realizzare progetti geolocalizzati”.

Chi oggi sviluppa App non può infatti più prescindere da un servizio di geolocalizzazione: lavorare con gli open data permette di rielaborare le informazioni e utilizzarle in modo evoluto, con opportunità di applicazione potenzialmente infinite. Entrando nel campo dei Big Data occorre, ovviamente, affiancare alla mole dei dati anche una elevata capacità di calcolo e di elaborazione, unitamente ai migliori standard di sicurezza. Un supporto che Wami ha trovato in Clouditalia Telecomunicazioni, primo operatore italiano di servizi integrati di Telecomunicazioni e Cloud rivolti principalmente alle medie imprese, che ha fornito il data center per il progetto Wami Map e tutta l’infrastruttura tecnologica necessaria a ospitare in maniera sicura questi dati.

“I tanti progetti ad alto contenuto di innovazione che stanno nascendo nel nostro paese meritano di emergere dallo stato embrionale in cui si trovano per mancanza di risorse finanziare e tecnologiche e per questo motivo già un anno fa abbiamo deciso di supportare Wami nell’avvio e nel lancio delle Travel Guide – ha concluso Francesco Baroncelli, direttore Mercato e Operations di Clouditalia Telecomunicazioni – Quest’anno il progetto Wami Map non fa che confermare che le grandi aziende possono talvolta mettere da parte gli obiettivi di business per lasciarsi contaminare dalla carica innovativa e dall’entusiasmo delle giovani imprese e realizzare così servizi fruibili dall’intera collettività. Continueremo a mettere a disposizione di Wami, a titolo gratuito, il meglio della nostra tecnologia e ci impegniamo a ripetere anche in futuro questa esperienza con le startup che sapranno convincerci della validità dei loro progetti”.

Campagna malware coinvolge YouTube: colpita anche l’Italia

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I laboratori Trend Micro, leader globale nella sicurezza per il cloud, hanno scoperto una campagna malware che ha infettato oltre 100.000 utenti in tutto il mondo, utilizzando anche YouTube. La maggior parte delle vittime sono state registrate negli Stati Uniti ma il terzo paese più colpito, dopo il Giappone, è stato l’Italia.

La campagna, basata su pubblicità ingannevoli che portavano gli utenti su siti maligni, non è di per sé una novità. Quello che colpisce è l’utilizzo di YouTube come nuova piattaforma di attacco e il fatto che le pubblicità maligne siano state trovate anche all’interno di video con più di 11 milioni di visualizzazioni.

Le pubblicità non riportavano direttamente a siti maligni, ma facevano transitare gli utenti su altri siti per far sembrare l’attività legittima, sfruttando informazioni DNS modificate di un sito governativo polacco. Il traffico passava poi attraverso due server in Olanda per poi finire in un server maligno negli Stati Uniti.

Per gli attacchi sono state sfruttate delle vulnerabilità di Java, Flash e Internet Explorer. Le soluzioni Trend Micro proteggono gli utenti in caso di attacchi di questo genere, ma in ogni caso è sempre meglio mantenere aggiornati i propri sistemi oltre a cliccare con prudenza i numerosi banner e link che affollano Internet.

eCommerce: nel 2014 cresce del 17% e supera i 13 miliardi

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Continua la crescita dell’eCommerce B2c in Italia: +17% se consideriamo le vendite da siti italiani (verso consumatori italiani e stranieri), per un valore complessivo di 13,3 miliardi di euro, e +16% se consideriamo gli acquisti dei clienti italiani (da siti italiani e da siti stranieri), per un valore totale di 14,6 miliardi di euro. Il valore dell’eCommerce passa così dal 2,6 al 3,5% del totale vendite retail e cresce significativamente la penetrazione in diversi settori merceologici: nell’Editoria dal 4 al 7%, nell’Informatica dal 7,5 al 10,5% e nell’Abbigliamento dal 2,9 a quasi il 4%.

I device mobili sono sempre più protagonisti: le vendite via Smartphone registrano un incremento del 100% nel 2014 e superano gli 1,2 miliardi di euro, pari al 9% dell’eCommerce complessivo. Se si aggiungono quelle via Tablet, l’incidenza delle vendite da dispositivi mobili raggiunge il 20% del totale eCommerce.

Sono questi i principali numeri presentati dall’Osservatorio eCommerce B2c promosso dalla School of Management del Politecnico di Milano e da Netcomm al convegno intitolato “L’eCommerce B2c in Italia: le Dot Com corrono, i retailer rincorrono”.

L’eCommerce nel nostro Paese è sempre più appannaggio delle Dot Com – prevalentemente straniere (come ad esempio Amazon, Booking.com, eBay, Expedia, Privalia, vente-privee.com), ma anche italiane (ad esempio Banzai e YOOX Group) – che complessivamente pesano per il 54% delle vendite (oltre il 70% se consideriamo solo i comparti di prodotto)”, afferma Alessandro Perego, Responsabile Scientifico dell’Osservatorio eCommerce B2c di Politecnico di Milano e Netcomm. “Questa percentuale, non negativa di per sé, mette però in luce le debolezze degli operatori tradizionali (produttori e retailer), che ancora stentano a interpretare l’online come un reale canale alternativo e che per questo non riescono a giocare un ruolo da protagonisti come è invece avvenuto in molti mercati occidentali. Nonostante oltre 30 nuovi ingressi online tra gli operatori tradizionali nei diversi comparti merceologici, vediamo molto spesso un approccio poco convinto, volto più a enfatizzare i limiti dell’eCommerce rispetto al business tradizionale piuttosto che a coglierne pienamente le potenzialità.”

Nell’ultimo anno, in Italia, gli acquirenti online hanno superato i 16 milioni. Gli acquirenti abituali – ossia quelli che effettuano almeno un acquisto al mese – sono circa 10 milioni e generano il 90% circa del valore dell’e-Commerce B2c, mentre quelli sporadici sono 6 milioni. In media spendono 1000 € all’anno. Se confrontiamo i nostri 16 milioni di acquirenti con i web shopper dei principali mercati eCommerce europei non riscontriamo valori di spesa annua molto differenti: 1.100 euro/anno per quelli tedeschi, 1.000 euro/anno per i francesi e 700 euro/anno per gli spagnoli. Solo gli inglesi fanno registrare un valore degli acquisti annui decisamente superiore con quasi 2.000 euro all’anno. Resta ancora differente la numerosità: in UK i web shopper sono 39 milioni, in Germania 44 e in Francia 29, ossia rispettivamente il 78, il 74 e il 59% degli Internet User.

“Anche nel 2014”, afferma Riccardo Mangiaracina, Responsabile della ricerca dell’Osservatorio eCommerce B2c del Politecnico di Milano, “l’analisi condotta attraverso le interviste agli operatori di eCommerce italiani conferma che il fattore determinante nell’indurre i web shopper all’acquisto online è il vantaggio di prezzo nei confronti dei canali tradizionali. La forte sensibilità dei clienti al prezzo ha come ovvia conseguenza una competizione molto agguerrita, potenzialmente pericolosa per la sostenibilità del business di molti operatori, che si sono quindi attivati per introdurre elementi di differenziazione del servizio, più efficaci sia nel creare fidelizzazione sia nel preservare marginalità adeguate. Si stanno quindi migliorando progressivamente le prestazioni di consegna, attraverso servizi aggiuntivi come la consegna su appuntamento, e si offrono modalità di acquisto sempre più personalizzate e su misura per il cliente.”

Gli eShopper non solo stanno crescendo, ma si stanno evolvendo. Siamo di fronte alla nascita di un nuovo tipo di cliente: Il ‘Superconsumatore’” afferma Roberto Liscia, presidente di Netcomm. “Il Consumatore, infatti, è profondamento diverso dal passato: ha preso il pieno controllo del processo di acquisto per soddisfare i suoi bisogni. Non solo acquista online, ma utilizza il web per effettuare acquisti tradizionali consapevoli. Il suo comportamento multicanale da per scontato che, in qualsiasi momento della giornata, egli possa accedere alle informazioni a lui utili attraverso tutti i mezzi, dallo Smartphone ad una vetrina di un negozio in strada abilitata ad essere un touch screen e che, nel contempo, possa effettuare l’acquisto dagli stessi mezzi”. Aggiunge Roberto Liscia: “L’online influenza così in modo profondo circa un acquisto tradizionale ogni quattro, e quasi un acquisto su tre nel turismo”.

Le vendite da siti italiani – 13,3 miliardi di euro nel 2014 – hanno fatto registrare una crescita pari a circa 2 miliardi di euro, riconducibile per il 70% alla vendita di prodotti e per il 30% alla vendita di servizi. Tra i comparti di prodotto spiccano Abbigliamento e Informatica ed Elettronica di consumo, che contribuiscono alla crescita complessiva con circa 350 milioni di euro ciascuno. Tra i servizi emerge ancora il Turismo, a cui è riconducibile un quarto della crescita totale, mentre restano sostanzialmente stabili gli altri settori (Assicurazioni, Ricariche telefoniche, Biglietteria per eventi e i servizi venduti attraverso i siti di Couponing).

Il risultato di queste dinamiche è nel 2014 un incremento del peso dei prodotti sul totale eCommerce dal 40 al 45%, un passo importante verso la parità con i servizi, attesa a questo punto per il 2015. Il paniere dell’eCommerce italiano si sta quindi lentamente conformando a quello rilevato nei principali mercati stranieri, dove i comparti di prodotto hanno un peso più elevato rispetto ai servizi: si va dal 65% di UK e USA, al 75% circa di Francia e Germania fino all’80% di Cina e Corea del Sud.

Il valore del mercato eCommerce italiano (acquisti dei consumatori italiani da siti italiani ed esteri) pari a 14,6 miliardi di euro e in crescita del 16% rispetto al 2013, porta la penetrazione dell’online a oltre il 3,5% del totale vendite retail. Cresce in modo considerevole il tasso di penetrazione dei comparti Informatica ed Elettronica di consumo (dal 7,5 al 10,5%), Editoria (dal 4 al 7%) e Abbigliamento (dal 2,9 a quasi il 4%), grazie ad una crescita delle vendite rispettivamente pari al 31, 34 e 25%.

Nei servizi, la penetrazione media resta intorno all’8%, senza variazioni significative rispetto al 2013.

Nel 2014 inizia a essere rilevante anche il contributo di alcuni comparti, poco significativi in passato, ma con un potenziale online notevole. In primis segnaliamo il Food&Wine ‘gastronomico’, che nel 2014 vale oltre 200 milioni di euro, in crescita del 30%, c’è poi l’Arredamento, che vale oltre 130 milioni di euro, in crescita del 100%, infine segnaliamo la Profumeria e cosmetica che nel 2014 raggiunge 40 milioni di euro, in crescita del 25%.

Nel 2014 anche il Grocery (inteso come spesa da supermercato) fa qualche passo in avanti. Il valore complessivo del mercato cresce del 18% e raggiunge 160 milioni di euro, per un’incidenza sul totale vendite retail ancora trascurabile (0,1%).

L’Export dell’eCommerce B2c italiano cresce del 24% e supera i 2,5 miliardi di euro. Le esportazioni valgono quindi un quinto delle vendite da siti italiani e sono imputabili per oltre il 50% al Turismo, grazie prevalentemente agli operatori del trasporto e ai portali di hotel, e per circa un terzo all’Abbigliamento grazie a operatori con spiccata vocazione internazionale e ai produttori I principali mercati di sbocco restano quelli occidentali (Europa e USA) con l’aggiunta del Giappone e la Russia. Restano sostanzialmente non aggrediti gli altri mercati, come ad esempio Cina e Sudamerica (Brasile in primis), e quasi assenti gli altri settori merceologici, come ad esempio il Food&Wine e il Design nonostante le interessanti potenzialità.

Le Dot Com trainano la crescita dell’eCommerce e, soprattutto nei comparti di prodotto, acquisiscono una posizione dominante rispetto ai retailer.

Le Dot Com incluse nella lista dei primi 20 player dell’eCommerce italiano (ad esempio Amazon, eBay, Expedia) generano da sole più di metà dell’intera crescita, grazie ad un aumento del 22% rispetto al 2013 (superiore alla media del mercato).

Le Dot Com arrivano così a pesare per il 54% delle vendite. Il restante 46%, appannaggio delle imprese tradizionali, è in realtà in gran parte costituito dal contributo delle imprese produttrici di servizi che da sole pesano per il 32% delle vendite da siti italiani. Il peso dei produttori (di prodotti) e dei retailer tradizionali è quindi ridotto al 14%.

Analizzando le sole vendite di prodotti, infatti, il peso delle Dot Com supera il 70%, con produttori e retailer tradizionali che contribuiscono per meno di un terzo del valore totale. Non è tuttavia facile per le grandi Dot Com coniugare leadership di gamma, prezzo e servizio con marginalità positive: su dieci Dot Com analizzate, solo tre hanno registrato un utile sempre positivo negli ultimi tre esercizi.

Anche nel 2014 ben 30 importanti imprese tradizionali hanno attivato un sito di eCommerce. Molte nell’Abbigliamento e negli accessori, comparto in cui la sensibilità nei confronti dell’eCommerce è ormai particolarmente elevata. Nel 2014 la percentuale di insegne della grande distribuzione con un sito di eCommerce in ambito non food sale al 55% (era il 53% nel 2013) e in ambito food al 10% (8% nel 2013). Una quota importante (30% circa dei brand tradizionali – produttori e retailer – con un sito di eCommerce) si è rivolta ad un service provider completo, in grado di offrire lo sviluppo del sito, la gestione della comunicazione e i servizi logistici.

“Questo approccio, di per sé positivo, avviene molto spesso con aspettative errate da parte dei brand che attribuiscono al canale online capacità di generazione del fatturato ben oltre le sue reali potenzialità e trascurano invece la progettazione di iniziative volte a sfruttare al meglio la multicanalità” afferma Alessandro Perego. “Per i grandi brand è difficile, come dimostrato dai numeri, essere concorrenziali rispetto alle Dot Com, se la competizione avviene puramente online (logiche di pricing differenti, gamma prodotti non comparabile, investimenti e abilità in comunicazione online assai diverse, usabilità e soprattutto continuo sviluppo del sito non paragonabili).”
Aggiunge Alessandro Perego: “A nostro avviso, quindi, la strategia dovrebbe essere quella della progettazione integrata dei percorsi multicanale, volta a sfruttare al massimo il reale asset differenziale degli operatori tradizionali, ossia lo store. In questa direzione, anche lo Smartphone avrà un ruolo sempre più significativo nell’unire il mondo fisico con quello digitale”.

 

Startup
Una rilevante spinta innovativa per il settore sta arrivando dalle Startup: sono ben 1000 quelle finanziate e di queste 54 sono italiane.
Operano sia per colmare una reale mancanza di offerta online sia per migliorare il processo di vendita. Sono infatti due le iniziative identificate: i “merchant”, ossia operatori che vendono online prodotti o servizi, e i “service provider”, ossia aziende che offrono ai merchant soluzioni di supporto all’attività eCommerce.
La loro attività si sta focalizzando su 4 obiettivi: rendere il processo eCommerce più multicanale (con un’integrazione dei diversi canali/device in grado di offrire agli utenti un’esperienza di acquisto geo-localizzata e personalizzata), più semplice (agendo sulla customer journey offerta), più rapido (in ottica di one-click buy) e con una miglior customer experience (offrendo servizi a valore aggiunto e garantendo supporto lungo l’intero processo di interazione azienda-consumatore).
Le startup Merchant sono maggiormente concentrate nei settori Abbigliamento (30%), Arredamento e Design (10%), Food&Wine (8%) e Turismo e trasporti (7%). Altri comparti molto attivi sono la Ristorazione, i Prodotti per l’infanzia, la Cosmetica e il Ticketing.

Bang & Olufsen lancia il primo diffusore compatto wireless di alta gamma al mondo

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Bang & Olufsen annuncia il lancio del suo primo diffusore wireless compatto, BeoLab 17. Il diffusore attivo, completamente digitale, è il primo al mondo a utilizzare il nuovo standard WiSA per il wireless di alta gamma e combina performance acustiche sorprendenti, flessibilità di posizionamento e linee innovative con un design grazioso e di dimensioni contenute. L’audio wireless è una realtà e funziona realmente bene.

E oltre a rendere ancora più bella la vostra collezione di libri, può essere collocato elegantemente in qualsiasi altra posizione all’interno della stanza a parete o a pavimento. Cablato o wireless. “BeoLab 17 è l’esempio più versatile e flessibile della nostra ultima generazione di diffusori wireless”, afferma Lars Fredsgaard, Speaker Category Director. “I nostri designer hanno collaborato con i nostri ingegneri acustici per creare ciò che pensiamo sia uno dei migliori modelli di diffusore smussato presente oggi sul mercato.

Se siete alla ricerca di un’esperienza di ascolto fedele alla registrazione originale e di un design adatto alla vostra stanza, date un’occhiata al nuovo BeoLab 17″. Progettato per le prestazioni acustiche e per il vostro arredamento Creato da Torsten Valeur di David Lewis Designers, BeoLab 17 ha un cabinet di forma triangolare realizzato a partire da un unico pezzo di alluminio estruso per una rigidità straordinaria. I tecnici di Bang & Olufsen hanno incluso una gamma molto armoniosa di componenti completamente digitali in un cabinet chiuso di soli 2,8 litri. Il BeoLab 17 è un diffusore a due vie con un midrange/woofer da 6″ appositamente realizzato, un tweeter da ¾”, una coppia di amplificatori da 160 watt classe D oltre a una piattaforma audio proprietaria. Con una potenza di elaborazione 40 volte superiore ad un circuito analogico la nuova piattaforma audio è il cuore pulsante che rende possibile un audio straordinario in un cabinet di piccole dimensioni. BeoLab 17 si adatta a qualsiasi tipo di arredamento.

Le cover per il cabinet in alluminio spazzolato sono disponibili nei colori bianco o nero. Le cover anteriori sono disponibili con un’originale griglia che richiama la trama del “ghiaccio rotto” in colore bianco, oppure con teline in tessuto di colore bianco, nero o blu. Ma quello che rende BeoLab 17 particolarmente interessante per gli appassionati di interior design e di audio straordinario sono le molteplici opzioni di posizionamento. Può essere posizionato direttamente a pavimento leggermente inclinato in modo informale, sullo stand da pavimento alto come scultura dell’eccellenza acustica, oppure con la staffa da parete che consente anche di appendere BeoLab 17 direttamente al soffitto. La staffa ha due possibili angolazioni per consentire di orientare l’audio nella posizione desiderata; un interruttore equalizza la risposta dei bassi a seconda del posizionamento libero, a parete o angolare. Immaculate Wireless Sound BeoLab 17 è uno dei tre nuovi diffusori che Bang & Olufsen sta lanciando con il concept Immaculate Wireless Sound.

La riproduzione audio fedele alla registrazione originale è da tempo un segno distintivo di Bang & Olufsen. Per la prima volta in assoluto, con Immaculate Wireless Sound, Bang & Olufsen porta la tradizione dell’autenticità acustica nell’era wireless.   WiSA – il nuovo standard wireless Poiché BeoLab 17 funziona sul nuovo standard WiSA, basta semplicemente collegare i diffusori attivi a una presa di corrente in una stanza con qualsiasi trasmettitore compatibile WiSA per il collegamento in modalità wireless con il vostro televisore, il lettore Blu-ray o il set-top box. Ad esempio, tutti i diffusori Immaculate Wireless Sound di Bang & Olufsen funzionano perfettamente, in modo semplice e straordinario con il televisore BeoVision 11 aggiornato con il nuovo standard WiSA. Con i trasmettitori e i ricevitori compatibili WiSA integrati nel design fisico e digitale, Bang & Olufsen è ora in grado di offrire prestazioni acustiche senza precedenti con una configurazione audio surround. È inoltre possibile collegare i nuovi diffusori con via cavo così come è possibile, se si vuole, aggiungere diffusori wireless ad una configurazione cablata esistente.

La piattaforma Wireless Speaker and Sound Association (WiSA) utilizza la banda dei 5.2-5.8 GHz che è relativamente poco congestionata per evitare interferenze da altri segnali a garantire una larghezza di banda sufficiente per inviare musica non compressa a 24 bit, corrispondente a velocità di campionamento native. WiSA è il primo sistema wireless all’interno della banda U-NII in grado di gestire prestazioni multi-canale – fino a una configurazione surround 7.1 completa. I nuovi diffusori BeoLab 17 sono disponibili presso i punti vendita Bang & Olufsen.

Prezzo per set Euro 2.990.

 

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