Quali sono le informazioni che Apple può dare alle forze dell’ordine?

Alcune settimane fa, Apple ha aggiornato le sue linee guida di condivisione delle informazioni utente richieste da giudici e forze di polizia negli USA. In questo articolo scopriamo quali sono i dati personali che possono essere inviati su richiesta degli enti preposti.

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La buona notizia è che Apple ci tiene particolarmente alla privacy dei propri utenti, così se le informazioni personali sono richieste dalle forze dell’ordine sarà la stessa Apple ad informare l’utente. Naturalmente ci sono delle eccezioni a questa regola, ed in particolare Apple non vi informerà quando a stabilirlo è un ordine del tribunale o dalla legge stessa, e cioè quando tale avviso potrebbe creare un rischio per altre persone

Ma quali sono i dati che Apple fornisce agli inquirenti? 

Innanzitutto le informazioni di base che includono nome, indirizzo, email e numero di telefono forniti al momento della registrazione del dispositivo, la data di acquisto, il tipo di dispositivo e tutte le registrazioni avvenute con il servizio clienti di Apple. Ci sono anche le informazioni su garanzia ed eventuali riparazioni richieste.

L’accesso alle informazioni iTunes è più complicato. Tali informazioni (indirizzo fisico, email, indirizzo IP) possono essere fornite soltanto tramite un mandato o una comparizione in tribunale. Gli acquisti iTunes e la cronologia di download possono essere ottenuti solo tramite un apposito ordine del tribunale, tramite mandato di perquisizione fornito direttamente ad Apple.

Le informazioni iCloud, invece, sono molto sicure. Le informazioni base possono essere fornite da Apple (nome, email, indirizzo fisico, numero di telefono), mentre le informazioni sugli indirizzi IP e i log di utilizzo vanno forniti solo tramite mandato di comparizione.

I log di posta elettronica iCloud vengono conservati solo per 60 giorni e possono essere forniti solo con mandato di perquisizione. Allo stesso modo, se ancora disponibili, Apple può fornire il contenuto delle email iCloud, ma ci vuole sempre un mandato di perquisizione. Altri contenuti iCloud come foto, documenti, calendari, contatti, backup e preferiti web sono disponibili solo se l’utente ha scelto di salvarli e solo se l’account è ancora attivo. Apple non mantiene questi contenuti una volta che vengono eliminati o disattivati dall’utente.

Per quanto riguarda la funzione “Trova il mio iPhone”, Apple non registra i nostri spostamenti o le e-mail di avviso fornite dal servizio. Inoltre, Apple non può attivare tale funzione su richiesta delle forze dell’ordine, se l’utente ha deciso di disattivarla. Tuttavia, l’azienda può girare agli enti preposti i registri delle attività dell’utente se la funzione è stata attivata, o può bloccare in remoto il dispositivo su richiesta del tribunale.

Infine, sempre tramite mandato di perquisizione, Apple può rimuovere alcuni tipi di blocco su iPhone, come la password di accesso. Sempre tramite mandato, Apple può fornire SMS, foto, video, contatti, registrazioni audio e cronologia delle chiamate, ma non può fornire email, calendari e dati di app terze.

Per ottenere queste ultime informazioni criptate, la polizia deve avere fisicamente a disposizione l’iPhone, perchè Apple non può accedervi in remoto.

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