La NSA ha spiato milioni di iPhone, ascoltando le conversazioni e accedendo alla fotocamera!

Dopo le notizie pubblicate dal Der Spiegel, che spiegavano come l’NSA riusciva a spiare i nostri smartphone, oggi trapelano nuove inquietanti notizie su quanti iPhone sono stati spiati dall’agenzia americana e su cosa veniva spiato…

An illustration picture shows the logo of the U.S. National Security Agency on the display of an iPhone in Berlin

La NSA era (e probabilmente è…) in grado di accedere a quasi tutti i dati memorizzati su un iPhone,  compresi ubicazione, messaggi di testo, elenchi di contatto e impegni memorizzati nel calendario. Se non bastasse, l’ente governativo americano ha avuto anche la possibilità di attivare il microfono e la fotocamera per spiare ancora più da vicino l’utente, ascoltando le sue conversazioni (non solo telefoniche) e visualizzando quello che veniva mostrato dalla fotocamera dell’iPhone. I dispositivi spiati sarebbero milioni, soprattutto negli USA ma anche nel resto del mondo.

A riferirlo è stato l’esperto di sicurezza Jacob Appelbaum durante un incontro in Germania. Appelbaum ha confermato che la NSA ha avuto una percentuale di successo pari al 100% per quanto riguarda l’installazione di spyware su iPhone, con tali installazioni finalizzate proprio a spiare gli utenti. Per poter installare tali spyware (conosciuti con il nome di Dropoutjeep) era necessario avere fisicamente a disposizione l’iPhone, ma in progetto vi è la creazione di un software capace di effettuare questa installazione da remoto, semplicemente conoscendo solo alcuni dati del dispositivo (ad esempio, l’IMEI).

S3222_DROPOUTJEEP

Per cui, una delle difficoltà maggiori della NSA era proprio avere in mano l’iPhone da “spiare”, altrimenti era impossibile installare lo spyware. Per farlo, quando veniva individuato un soggetto da spiare, interveniva una task-force che era in grado di intercettare la spedizione del dispositivo dal fornitore al cliente. Una volta intercettata la spedizione, bastavano pochi minuti per aprire la confezione, installare lo spyware e richiudere il tutto in modo perfetto, così che il cliente non avrebbe mai potuto accorgersi della manomissione. Tra l’altro, la NSA era in grado di installare lo spyware direttamente nel firmware dell’hard disk, rendendo inutili eventuali formattazioni del dispositivo.

Al momento, dice Appelbaum, non è chiaro se Apple abbia collaborato per permettere la creazione dell’exploit grazie al quale era possibile installare tale spyware. Sembra, però, che la NSA abbia agito da sola, riuscendo a collezionare una serie di exploit dei vari smartphone (iOS e Android) utili per installare questi spyware. Non sappiamo, però, se tali exploit siano ancora presenti o se Apple li abbia finalmente corretti, ma una cosa è certa: Apple, Microsoft, Google e le altre aziende indirettamente coinvolte hanno fatto pressione affinché l’operato della NSA venga circoscritto a pochi casi (e solo gravi, come ad esempio minacce terroristiche) e solo con l’autorizzazione di un altro ente collegato direttamente alla Casa Bianca.

Per i più curiosi, ecco l’intervento completo di Appelbaum (solo in lingua inglese):

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