Keynote Apple, noiosi e prevedibili

La scorsa settimana, Tim Cook è salito sul palco dello Yerba Buena Center per presentare nuovi prodotti Apple. Le novità sono state davvero tante, tra iPad, iWork, iLife, MacBook Pro e OS X Mavericks, ma se in passato questi eventi erano elogiati in lungo e in largo, da qualche tempo il pensiero più comune del pubblico è “tutto qui?”. Certo, Apple sono ormai 3 anni che non presenta una nuova tipologia di prodotto, ma in passato altri Keynote con meno roba da presentare hanno catturato maggiore interesse di quelli gestiti ultimamente da Tim Cook. Apple è diventata noiosa e prevedibile?

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Se dovessimo fare un gioco, potremmo già prevedere il prossimo keynote Apple:

1. Tim Cook esce dal palco con i suoi jeans di marca e la camicia nera, solitamente messa fuori dai pantaloni. Inizia ad enunciare alcune statistiche di vendita sugli ultimi prodotti, poi altri dirigenti prendono il microfono per mostrare un nuovo software che è stato già presentato e visto all’ultimo keynote

2. Un paio di battute, il pubblico ride

3. Arriva Phil Schiller, capo marketing di Apple, che parla di un nuovo hardware “minore” presentando noiose caratteristiche tecniche.

4. Ritorna sul palco Tim Cook per presentare il clou della serata, che sia un nuovo iPad o un nuovo iPhone. Sale nuovamente Schiller per mostrare le caratteristiche tecniche.

5. Segue il canonico video di Jony Ive che spiega come sono stati realizzati questi prodotti e conclude con un “E’ il miglior iPad/iPhone/iPod/Mac che abbiamo mai creato“.

Ormai, questo copione si ripete da due anni e i prossimi keynote non cambieranno registro. Se la prima volta c’era ancora un po’ di magia, adesso, dopo averla vista e rivista, questa magia non è più tale.

Ma perchè siamo arrivati a tutto ciò?

1. Apple è vittima del proprio successo

Ogni tot anni, Apple scuote l’industria tecnologica con nuovi prodotti. Per questo, quando viene annunciata una nuova presentazione, tutti si chiedono quale sarà il fattore “wow” e quale fantastica novità verrà mostrata sul palco. Sempre, l’aspettativa è sempre questa.

La realtà è però che ci sono gli anni intermedi, dove non ci sono nuove tipologie di prodotti ma solo miglioramenti di quelli già esistenti. L’introduzione di un iPad più piccolo non potrà mai essere eccitante come quella del primo iPad.

Detto questo, quando ci si aspetta che ogni evento mediatico di Apple possa cambiare il mondo, ogni evento viene misurato contro uno standard che nessuna azienda al mondo potrebbe mai raggiungere. Di conseguenza, anche se gli eventi Apple non possono mai definirsi una delusione, spesso sono considerati noiosi.

E’ importante ricordare che Apple, storicamente parlando, non ha mai presentato un prodotto “wow” ogni 12 mesi. Basti pensare che sono passati quasi 6 anni sanatici tra la presentazione del primo iPod e quella del primo iPhone. Sei anni nei quali ci sono stati diversi keynote, ma nessuno che passerà alla storia.

Tuttavia, i media si aspettano che a ciascun evento Apple ci sia il “One more thing” finale, quel prodotto che fa gridare al miracolo. In verità, la maggior parte dei “one more thing” presentati da Steve Jobs sarebbero stati accolti da sbadigli se fossero stati valutati al microscopio come avviene agli eventi Apple degli ultimi 2-3 anni.

Non ci credete? Ecco alcuni dei “one more thing” di Steve Jobs:

  • iMac colorati – 1999
  • iPod mini – 2004
  • iPod Shiffle – 2005
  • Apple TV – 2006
  • Safari per Windows – 2007

E’ fin troppo facile immagine come alcuni di questi annunci potrebbero essere accolti oggi…

Sull’onda del successo e dell’immenso impatto di iPod, iPhone e iPad, le aspettative per Apple sono superiori a quanto ogni società al mondo sarà mai in grado di fare. Il risultato, quindi, è che quando Apple non riesce a soddisfare queste aspettative ad ogni evento, tale evento diventa noioso. Un piccolo disastro.

2. I rumor, addio sorprese

Da qualche anno, i blog specializzati nello scovare i rumor Apple stanno indovinando qualsiasi nuovo prodotto. Tim Cook sta cercando di aumentare il grado di segretezza, ma fin quando ci si affida a fabbriche asiatiche, sarà difficile avere il controllo sulla diffusione di immagini di prodotti ancora non presentati.

E’ successo con iPhone 5 e 5s, è successo con tutti gli iPad dalla terza generazione in poi ed è successo anche con gli iPod. Chiaro che, quando il prodotto viene presentato in grande stile da Apple e le immagini ufficiali sono quelle già viste da mesi, il fattore sorpresa viene meno.

Le uniche sorprese riguardano le caratteristiche hardware, i prezzi e qualche funzione aggiuntiva rispetto ai modelli precedenti. In questo caso, data la complessità di controllo, Apple si trova a dover affrontare un compito quasi impossibile: quello di tenere la bocca chiusa ai produttori cinesi!

L’unica soluzione sarebbe quella in stile Mac Pro: presentazione al Keynote e lancio dopo 6 mesi. Questo consentirebbe ad Apple di iniziare la produzione del dispostivo dopo la presentazione, evitando qualsiasi diffusione di immagini segrete, ma ad oggi questo tipo di strategia è impraticabile per smartphone e tablet, vista la velocità di evoluzione.

3 . Il carisma

Non sottovalutiamo il fattore carisma. L’attuale team esecutivo di Apple non ha le doti da showman per rendere questi eventi davvero interessanti, come invece era capace di fare perfettamente Steve Jobs. La sua presentazione del primo iPhone è entrata nella storia, lì si è toccato il punto massimo in questo settore, ma Tim Cook e company non si sono nemmeno avvicinati a questi standard.

Jobs possedeva un fattore interiore che non può essere insegnato. La sua capacità di catturare l’attenzione era insita nella sua persona, e il suo carisma difficilmente è eguagliabile. Con tutta la buona volontà, Tim Cook non potrà mai emozionare e coinvolgere come il suo predecessore. Ve lo immaginate il buon Cook presentare un nuovo iPhone chiamando il più vicino Starbucks per ordinare dei caffè?

Jobs sapeva come parlare, non aveva paura di offendere e semplicemente dava l’idea di un ragazzo entusiasta di un prodotto che aveva tra le mani. Fascino, ragazzi.

Ora, l’unico  dirigente Apple a possedere un po’ di fascino è Craig Federighi, che all’ultimo keynote si è comportato davvero mene. Certo, è un ragazzo simpatico, ma non è Steve Jobs.

Le capacità di presentatore di Jobs si riassumono così: quando lui era vivo e sano ha gestito il 95% delle presentazioni, da solo. Senza Jobs, le presentazioni sono divise tra quattro o cinque persone.

Insomma, gli eventi Apple sono noiosi anche perchè manca un uomo “da palco” come Steve Jobs.

4. Eventi Apple: informare, non intrattenere

Gli eventi Apple sono comunque pensati non per intrattenere, ma per informare sulle ultime novità hardware e software. La maggior parte delle persone che non siano appassionati di tecnologia, nemmeno vanno a vedersi i video di presentazione dei prodotti: a loro interessa conoscere le caratteristiche di un nuovo iPhone, che leggeranno su siti specializzati o sul portale Apple. Punto.

Al massimo, le persone “non appassionate” vanno  vedersi i video dei nuovi iPhone e iPad realizzati da Apple e mostrati durante la presentazione, ma tali filmati sono oggettivamente belli ed interessanti.

In altre parole, il grande scopo di questi eventi non è allietare i patiti di tecnologia che stanno seguendo il live su un blog, ma quello di informare i giornalisti sulle novità hardware e software.

Da questo punto di vista, gli eventi Apple svolgono egregiamente il loro lavoro, anche se sono lunghi, noiosi e prevedibili.

5. Eventi Apple prevedibili? E’ il momento di ravvivarli!

Le prevedibilità è la madre della noia e la routine è l’antitesi dell’eccitazione. Quindi sì, forse gli eventi Apple stanno diventanti stantii. Tutto è strutturato in modo identico da troppo tempo, per cui sarebbe il caso che l’azienda provi qualcosa di diverso e mescoli le carte in tavola.

Magari cambiando i ruoli dei presentatori, introducendo nuovi oratori o diminuendo la durata dell’evento a 45 minuti.

Trovare il sostituto di Steve Jobs sul palco è impossibile, ma arrivare a qualche soluzione di questo tipo non lo è…

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