WWDC 2013, il crocevia di una vittoria o di una sconfitta di iOS nei confronti di Android

Non ci sarebbe vera attesa dell’evento se l’evento in sé non suscitasse dibattiti accesi. Dibattiti spesso incentrati su opinioni contrastanti e, come spesso accade quando si parla di Apple, capaci di scatenare gli animi in rete dei veri appassionati. Trai miei colleghi blogger si respira l’attesa per l’evento, vissuto come un crocevia determinante della “lotta” tra iOS e Android. “O iOS colma tante sua lacune verso Android o è finito“, sembra essere questo il mood pre-WWDC. Ma quali sono queste enormi lacune di cui iOS sembrerebbe essere affetto? E soprattutto, è lecito aspettarsi rivoluzioni dal prossimo WWDC?

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Abbiamo parlato spesso dell’evento Apple ormai imminente, vi abbiamo raccontato indiscrezioni, rumors più o meno attendibili, fatto il resoconto di quelle che probabilmente saranno le novità per questo WWDC 2013.

Tuttavia, stimolato da discussioni vibranti anche all’interno della nostra redazione di iPhoneitalia, tra attendisti navigati (schiera di cui faccio parte) e pasdaran che vedono nel prossimo WWDC un crocevia esistenziale per la sopravvivenza di iOS mi sono chiesto… ma, in fondo, è giustificato questo enorme hype? E, inoltre, in che misura è lecito aspettarsi rivoluzioni nel prossimo WWDC?

Inutile nasconderlo, gran parte dell’attesa deriva da una mossa, risalente ormai a svariati mesi fa, dello stesso CEO di Apple che, dopo il caso Mappe, ha licenziato lo storico capo del settore iOS, Scott Forstall (uomo fidatissimo, tra l’altro, di Steve Jobs) per farne succedere il noto designer dei migliori prodotti Apple in circolazione, Jonathan Ive, mettendolo a capo dell’intera sezione delle Human Interface.
Ritenuto uno dei migliori designer industriali del mondo, l’attesa e le aspettative sono, giustamente, alte. In molti hanno cominciato a sostenere che iOS possa ricevere una profonda revisione della propria interfaccia grafica, abbandonando lo scheumorfismo tanto caro a Forstall per un design più minimale ed elegante in tipico Apple style.

iOS avrà certamente una interfaccia che sente il peso degli anni, Ive sarà indubbiamente un genio, ma è pur vero che la classica interfaccia di iOS è oramai un’icona. Nel design sempre più minimale dei dispositivi il primo carattere di distinzione è diventato proprio il software e la sua interfaccia. Attendersi stravolgimenti evidenti nella springboard è quantomai azzardato tanto da poter diventare persino controproducente. Pensiamo nel campo desktop agli utenti Windows, ormai arrivati a rimpiangere il noto pulsante Start, risalente ormai al secolo scorso, oppure alle piccole innovazioni alle interfacce portare da Apple con Lion che hanno fatto storcere il naso a più di qualche affezionato. Il tema è quantomai semplice, la verità è che stravolgere qualcosa divenuto ormai iconico, non è mai semplice.

Apple sfrutta la propria springboard in molte pubblicità come oramai un vero e proprio carattere distintivo del prodotto (notate che molto spesso si parte proprio dalla schermata iniziale, per poi accedere alla relativa funzione che vuole essere presa in oggetto dallo spot), oppure nei classici cofanetti trasparenti in cui vengono venduti gli iPod Touch (con un cartoncino che riproduce la springboard di iOS quasi a simulare che il dispositivo sia acceso). L’imprinting iniziale di questi esempi dice solo una cosa. Quello è iOS, quella è Apple.

Questo non vuol dire che un’interfaccia non possa essere leggermente svecchiata (quello che, onestamente, mi aspetto), migliorata (pensiamo ad esempio alla schermata di Spotlight, che sicuramente potrebbe essere utilizzata in modo esteticamente più appagante e migliore nel suo complesso) e ulteriormente potenziata, proprio come avviene oramai per Mac OSX, con delle feature aggiunte release per release.

Dobbiamo quindi restare delusi dal prossimo WWDC? Beh, se vi aspettate che iOS diventi un Android in piccolo, con la possibilità di modificare tastiere, font, introdurre discutibili widget dalla discutibile utilità (ho notato nel mio piccolo che molti terminali Android occupano metà o poco meno della schermata iniziale per visualizzare che tempo fa, a quale rete wireless siamo connessi, quanta batteria abbiamo e quanta ce ne resta, quanta ram abbiamo, ecc.. ) beh probabilmente, sì, resterete delusi.

Ma dato che i punti del contendere non riguardano solo l’interfaccia, aiutato da un mio collega blogger, iPhoniano di lunga memoria e lungo corso, ho cercato di riassumere quali possano essere, secondo molti, le lacune di cui soffrirebbe iOS nei confronti dei rivali cercando poi di snocciolare la questione e di capire se si tratta di lacune che realmente intaccano in maniera negativa l’esperienza utente e, in caso affermativo, cercando di capire se Apple potrebbe o no porvi rimedio.

  • Toggle nel centro notifiche

Su questo c’è poco da dire o fare. Si tratta di una feature che verrebbe certamente accolta con favore, indubbiamente molto comoda ai più. Sappiamo bene di cosa si tratta e trovo inutile dilungarsi oltre. “Apple è ottusa e non la implementa“. Per molti la causa della mancanza di una piccola grande feature risiede nel carattere e nel dna di questa azienda. La verità è un po’ diversa e sta nella concezione con cui Apple realizza i propri software. Avrete certamente notato che per modificare un parametro, ovunque voi vi troviate in iOS, la strada da seguire è sempre e solo una. Esempio: volete cambiare qualche impostazione del vostro account mail. Impostazioni, Posta, contatti, calendari, selezionale l’account desiderato e procedete alla modifica. Semplice. Molti di voi potrebbero obiettare che sarebbe altrettanto semplice permettere ANCHE di cambiare le impostazioni recandosi nell’applicazione mail, in cui poi sia possibile trovare un comodo pulsante di Settings, ad esempio.
Precisiamo, non c’è una filosofia vincente e una perdente, si tratta spesso di scuole di pensiero. Quello che Apple, in soldoni, vuole fare è che ci sia una e una sola strada che permetta di compiere una determinata azione, che queste azioni siano quanto più schematiche e intuitive possibili, e che occorrano meno passaggi possibili per realizzarle.
E’ un atteggiamento molto rigido di programmazione che ha i suoi pro e i suoi contro. I Pro sono intuibili. Il software diventa facile da usare, non ci si perde mai dato il suo altissimo livello di schematizzazione, diventa facile da imparare e usare e, se fatto molto bene, diventa anche molto prevedibile qualora si riscontrassero dei cambiamenti. Il contro? Beh alcune volte avere degli shortcut come nel caso dei toggle del centro notifiche possono essere terribilmente comodi perché, come la nostra esperienza insegna, scorrere due menù per svolgere attività frequenti come può essere quella di accendere o spegnere la connessione Wi-Fi o Bluetooth può diventare alla lunga frustrante.

Un piccolo strappo al modo, soggettivamente perfetto, con cui è stata concepita l’interfaccia di Apple in questo caso sarebbe auspicabile. Siamo al 50 e 50 delle possibilità, staremo a vedere.

  • Compatibilità con applicazioni di terze parti

L’esempio classico riguarda l’apertura di link solo tramite Safari, dei video col player definitivo, delle immagini che possono solo essere condivise ma non aperte direttamente in app di terze parti, ecc..
Una piccola apertura in questo caso è auspicabile, specie nel campo delle immagini ad esempio, anche se la questione, anche in questo caso, riguarda sempre molte delle scelte che Apple compie e ha compiuto negli anni. Avere la possibilità di aprire le immagini anche con Whatsapp per inoltrarle rapidamente ad un nostro contatto sarebbe, ad esempio, una di quelle attività che di certo non stravolgerebbero (in un senso o nell’altro) l’esperienza utente ma la potrebbero arricchire di certo. La questione browser, invece, è più spinosa e più complessa e non andrebbe sottovalutata. Apple tiene che l’utente usi il proprio browser, questo ha svariati vantaggi per gli sviluppatori web, per Apple stessa ma, soprattutto, per la nostra sicurezza. Non dimentichiamoci che questo sarà uno dei temi che toccheranno presto il settore e su cui Apple tiene enormemente (per la propria immagine e per la sicurezza dei propri utenti). iOS, infatti, utilizza il famoso Engine Javascript WebKit, sviluppato da Apple stessa e poi reso un progetto opensource (Chrome stesso, lo utilizza). E’ un engine molto prestante ma la cui sicurezza è stata spesso messa in discussione. Un bug di sicurezza nell’engine, uno nel browser, e la porta del nostro dispositivo sarebbe aperta a qualunque tipo di Malware. Apple, però, sviluppa da anni Safari e si fida molto della propria SandBox (ritenuta da molti la migliore in ambito browser). Molto spesso anche dietro alla scelta che può sembrare la più ottusa e strana, come stiamo vedendo, si nascondono delle questioni molto pratiche e importanti.

Fatto salvo che, almeno secondo il sottoscritto, non ci saranno rivoluzioni ma ulteriori miglioramenti e funzionalità, è davvero la fine di iOS?
Ovviamente qui entriamo nella parte più soggettiva, quella che riguarda l’opinione di chi scrive. Onestamente io credo che Apple abbia bisogno di qualche “wow durante la presentazione, ma non per mancanze intrinseche alla propria soluzione ma semplicemente perché il mercato, in questo settore, si è fatto spietato. Leggiamo spesso che Apple non innova più, che Samsung col proprio Galaxy nemmeno, dimenticandoci forse troppo spesso del vero significato del termine innovazione.
Innovare vuol dire sì trovare soluzioni che permettano un miglioramento della fruibilità di un prodotto, di una funzionalità, di un sistema ma l’innovazione a cui Apple ci ha abituato è spesso andata ben oltre, toccando i più alti livelli in cui l’innovazione si trasforma in rivoluzione.
Apple ha rivoluzionato il settore della telefonia, ha inventato il settore dei tablet pronosticando insieme a Steve Jobs quell’era post-pc di cui abbiamo solo le prime avvisaglie. Ma attendere questo tipo di rivoluzioni ogni anno è semplicemente impossibile. iOS è destinato a migliorarsi, la propria filosofia è destinata a scontrarsi con altre, spesso antitetiche. iPhone e iPad saranno destinati a concorrere in un mare di ottimi dispositivi. Poi arriveranno altre rivoluzioni, vedremo se quel giorno Apple riuscirà ancora ad essere la forza motrice delle rivoluzioni che verranno.

Per quanto riguarda il WWDC 2013, vi aspettiamo su iPhoneitalia per seguirlo e commentarlo insieme. Le sorprese, d’altronde, con Apple non mancano mai.

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