Richard Stalmman: “Sono stato frainteso su Steve Jobs”

All’indomani della morte di Steve Jobs, fecero molto discutere alcune dichiarazioni rilasciate da Richard Stalmman (“Non sono felice che sia morto, ma sono felice che sia andato”), ma oggi colui che viene definito il padre dell’open source, spiega di essere stato frainteso.

Ecco le sue parole:

Ho criticato l’attività pubblica di Jobs. I miei sentimenti verso Jobs come persona non sono forti, visto che a malapena lo conoscevo. La cosa importante su Jobs è il suo lascito su cosa fare, impartito a coloro che sono ancora in vita: fabbricare computer con le “manette digitali” più dispotiche e ingiuste che mai.

Li ha progettati per impedire persino agli utenti di installare applicazioni in base alle loro libere scelte – e l’installazione di applicazioni libere (che rispettino la libertà) è totalmente vietata. Ha anche cercato di rendere illegale l’installazione di software non approvato da Apple.

Jobs è riuscito a fabbricare tali computer con design eleganti e raffinati. Aspetti che sarebbero positivi, ma non in questo caso, poiché hanno l’effetto paradossale di rendere accettabile la loro natura dispotica.

La morte di Jobs ha ispirato una marea di articoli pronti lodarlo proprio per questi dispositivi. Ciò aumenta ulteriormente il loro potenziale dannoso, è per questo che oggi più che mai dobbiamo focalizzare l’attenzione su di esso. Non dobbiamo permettere che considerazioni secondarie su Apple o Jobs ci distraggono da questa minaccia fino a quando l’avremo sventata.

Jobs ha anche intrapreso una crociata personale per attaccare Android sfruttando brevetti software. Android non è un software completamente gratuito, ma è un grande passo verso di esso, più vicino rispetto all’iPhone.

Se Apple riuscisse nel suo intento di colpire duramente Android, potrebbe spazzare via ogni possibilità di avere dispositivi mobili con software libero attraenti all’uso. Il lascito finale di Jobs potrebbe essere semplicemente il disastro causato dai brevetti che temiamo da circa 20 anni.

Insomma, Stalmman ha voluto finalmente spiegare meglio il suo pensiero. Condivisibile o meno, è sicuramente un’opinione che va rispettata.

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