BlackBerry abbandonati anche dai fedelissimi

La crisi di RIM è nota da molto tempo. Ma le notizie che giungono dall’andamento delle quote di mercato starebbero indicando il peggiore dei finali per l’azienda canadese. Una ricerca condotta da Enterprise Management Associates prevede un calo del 30% delle utenze nei prossimi mesi, portando l’azienda canadese sul punto di non ritorno.

RIM è arrivata a possedere il 100% dell’intero mercato degli smartphone aziendali ma, forte di quel successo incontrastato per molti anni, non è stata capace di innovarsi per fronteggiare una concorrenza sempre più agguerrita. Quegli anni di totale immobilismo hanno permesso “agli altri” di colmare il divario e di arrivare a costruire i prodotti migliori. Il divario si è così invertito, con la differenza che RIM non ha oggi la forza e lo slancio per reagire. Il tempo è stato sprecato con progetti sbagliati e la convinzione di proseguire sulla propria strada, quando il mercato andava già dalla parte opposta.

Se la quota di mercato dei telefoni con email aziendale era pressoché del 100% fino pochi mesi fa, oggi è scesa al 52%, quota però destinata a un drammatico -30% nei prossimi mesi. Le grandi aziende hanno scelto iOS e Android perché al servizio di email si possono anche aggiungere tutti i protocolli di sicurezza, software per ogni genere di bisogno e la possibilità di sviluppare applicativi proprietari. Il tutto aggiunto al totale gradimento degli utenti. E senza dimenticarsi che finalmente non sarà più necessario il server BES, un vero intruso nelle sale macchine.

Ci aspettavamo di vedere una certa perdita di quote di mercato da parte di RIM, ma questi risultati sono molto più drammatici di quanto si poteva prevedere“, riferisce Steve Brasen, amministratore delegato di EMA. In una visione più generale, ogni tipo di utente sta rinunciando al BB per passare sostanzialmente a un telefono AA (Apple-Android).

Il gradimento dei BB è sceso al 14% degli utenti che lo utilizzano, percentuale causata da un sistema non paragonabile alla facilità generale dei modelli concorrenti. E se a cedere è lo zoccolo duro che ha resistito fino ad oggi in attesa di un modello rivoluzionario mai arrivato, la situazione si fa drammatica.

In questi mesi l’azienda canadese ha impegnato i manager, ovvero i responsabili del disastro RIM, in una frettolosa dieta dimagrante dei conti, licenziando 2 mila impiegati. Con la solita manovra da furbetti, i manager hanno sistemato i conti del trimestre e messo sul mercato i nuovi telefoni, modelli però praticamente identici nei difetti dei predecessori. Al boom mondiale dei tablet, RIM ha risposto con un tablet vincolato al BlackBerry, decretandone fin da subito il fallimento del progetto. Non ha sorpreso, quindi, se ai tablet PlayBook si sono aggiunti sugli scaffali dei prodotti invenduti anche gli ultimi telefoni BB.

L’unica cosa che doveva fare RIM era quella di licenziare tutti i manager, unici responsabili, e con coraggio doveva buttarsi su un binario completamente nuovo. Doveva fare quello che Steve Jobs è stato capace di imporre ad Apple al suo rientro negli anni ’90. Apple versava allora in una crisi tremenda, e la situazione permetteva a Steve Jobs di scegliere nuove strategie, di concentrarsi su pochi progetti e di rischiare il tutto per tutto senza perdere tempo. Era la filosofia del “think different“. Il management fu spazzato via, e tutte le energie vennero concentrate su pochi prodotti veramente nuovi.

Nel solo mese di Agosto, RIM ha perso il 5% della quota smartphone del mercato USA, attestandosi al 19.7%, contro il 43.7% di Android e il 27.3% di Apple. Un ulteriore calo delle quote di mercato obbligherà RIM al licenziamento di altre migliaia di impiegati, solo per rimanere a galla coi conti. Mentre Nokia sta provando a rinnovarsi con prodotti completamente nuovi, strategie nuovissime e un managment rinnovato quasi totalmente, RIM prosegue per la sua rotta, con tutta la vecchia squadra al comando !

Speriamo i canadesi siano capaci di inventarsi il miracolo, di credere e puntare tutto su un potenziale nuovo Steve Jobs. Perdere l’azienda che ha inventato gli smartphone sarebbe un danno enorme per tutti, concorrenti compresi, ma soprattutto per noi utenti.

 

 

Fonte: InfoWorld

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