Alla faccia della coerenza, io che inneggio sempre ai giochi originali e ho continuamente da ridire sui cloni, ho scaricato Tasty Planet per un’unica ragione: speravo fosse un clone di uno dei miei giochi preferiti, l’assurdo e mitico Katamari Damacy. Ebbene si, lo ammetto: un clone di quel gioco mi picerebbe davvero tanto, soprattutto perchè l’originale non mi del tutto soddisfatta nella sua versione per iPhone… in attesa di proporre il progetto alla Gameloft, che di sicuro lo troverà interessante (è uno dei pochi giochi che non ha ancora clonato!), ho messo le mie zampacce su Tasty Planet.
Le premesse erano davvero simili: il giocatore controlla una specie di “grumo”, che si evolve dallos tadio cellulare a quello STELLARE inglobando dentro di se cose sempre più grandi: a partire dai batteri fino ad interi pianeti. La storia forse vuole essere ironica, in stile Katamary. Sarò io, che sono ipersensibile, non so, ma l’ho trovata sinceramente un po’ inquietante. Questo enorme grumo che prima stermina interi greggi di gatti, e poi passa ad esseri umani, auto, albero, case, e chi più ne ha, più ne metta, non è uno di quei personaggi che riescono più di tanto simpatici. Non lo so, forse non ho capito il gioco nella sua profondità gnoseologica, ma sarò sincera: con il grumo in questione non riesco più di tanto ad immedesimarmi.
Anche la grafica del gioco ha contribuito a frenare in buona misura il mio entusiasmo… Pur essendo discretamente ben fatta è decisamente anonima, con colori non brillanti e senza un stile più di tanto definito. Le musiche sono molto simpatiche e alcuni dei brani, con coretti e ritmi bubblegum ricordano abbastanza da vicino Katamari… ma le similitudini finiscono qui.
La vera delusione è venuta dal gameplay stesso. Al di là delle superficiali analogie con giochi di ben altro calibro, Tasty Planet è, purtroppo, di una noia mortale. Il grumo si controlla in un’infinità di modi, dal tilt dell’apparecchio (il default), al trascinamento del dito, fino al classico joystick virtuale (di gran lunga il sistema più preciso) e lo scopo del gioco è trascinarlo in giro per los chermo alla ricerca di cose da ingurgitare più piccole di lui. Gli oggetti di dimensioni maggiori vengono mangiati in un secondo tempo ma occorre fare attenzione perchè alcuni sono dannosi e riducono le dimensioni del grumo quando li si tocca. Nulla di preoccupante: morire in questo gioco è semplicemente impossibile, nei livelli più avanzati compare una complicazione ulteriore, perchè carri armati, poliziotti e caccia ci sparano addosso, ma anche questo non rende nulla più difficile.
Ogni livello ha un tempo illimitato, quindi non c’è nemmeno il caso di fare corse contro il tempo: semplicemente si viene premiati con una medaglia differente a seconda del caso. Occorre precisare che se totalizzare una medaglia di bronzo con il sistema tilt è piuttosto difficile, avere tutte medaglie d’oro con il joystick non è nemmeno troppo complesso, quindi la difficoltà del gioco è molto contenuta: con un po’ di impegno finirete il gioco in meno di un paio d’ore… ammesso che non vi addormentiate prima (io l’ho fatto).
I livelli si articolano su nove mondi differenti e sono numerosi ma terribilmente ripetitivi: alcuni si ripeto anche sei, sette volte, con variazioni minime: si conclude un livello grossi come carri armati, e nello schema dopo il gioco ricomincia con il grumo piccolo come bambino e si deve rifare da capo quello che si è appena concluso.
Insomma, mi dispiace dirlo ma Tasty Planet non mi ha per niente colpita. E’ un gioco gradevole, ma niente di più: non riesce ad innescare nessun particolare meccanismo nella mia testa di giocatore per farmi andare avanti, con la sua storia sottilmente angosciante, la sua grafica grigia e i suoi livelli eternamente ripetitivi dove si inseguono topi, asteroidi e macchinine all’infinito. Ma si sà ceh ho gusti strani, e se siete alla ricerca di un’esperienza rilassante, Tasty Planet potrebbe anche fare al caso vostro.
Tasty Planet è disponibile su App Store a 0,79€