Una email di Steve Jobs rassicura: “Le nuove norme sugli abbonamenti si applicano solo alle applicazioni editoriali”

In questi giorni abbiamo più volte parlato del nuovo sistema di abbonamento introdotto da Apple e che posiamo riassumere in poche parole, ripetendo quanto detto da Steve Jobs durante la presentazione: se un “editore” consente di sottoscrivere abbonamenti all’esterno dell’applicazione, la stessa offerta (o migliore) deve essere inserita anche all’interno dell’app, in modo tale che gli utenti possano facilmente sottoscrivere l’abbonamento con un click all’interno dell’applicazione stessa.

Malgrado questa dichiarazione, dove si fa esplicito riferimento agli editori (in inglese, Steve Jobs parla di “pubblisher” e non di “dev”) molti sviluppatori di applicazioni non editoriali hanno minacciato di abbandonare l’App Store perchè non sono d’accordo con queste nuove norme. Praticamente, sviluppatori di app gratuite (non riviste) che consentono di acquistare servizi premium, dovrebbero dare la possibilità di acquistare tali servizi anche all’interno dell’app, perdendo il 30% che entrerebbe nelle tasche di Apple.

Steve Jobs, in una email di risposta ad un utente che chiedeva delucidazioni in merito, ha voluto rassicurare tali sviluppatori, dicendo:

Abbiamo creato le nuove norme sugli abbonamenti solo per le applicazioni editoriali, e non per le applicazioni SaaS.

Per SaaS si intendono le applicazioni Software-as-a-Service, quelle, cioè, che consentono di acquistare funzioni e servizi aggiuntivi dietro il pagamento di un prezzo. Questo significa che sviluppatori di applicazioni come Dropbox o Evernote non devono temere nulla, in quanto non si tratta di riviste, giornali o affini.

La mail è stata inviata dal solito indirizzo che altre volte si è rivelato veritiero e una presa di posizione di Steve Jobs in merito potrebbe far spegnere tutte le polemiche nate in questi giorni.

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