Angry Birds: io ti amo e poi ti odio [LE NOSTRE RIFLESSIONI]

In viaggio. Per ammazzare il tempo sfoglio, sbircio, osservo, tono a sfogliare, ragiono e riosservo, sfoglio sfoglio sfoglio, se capita leggo, molto più frequentemente faccio finta, in una parola (o meglio 2): mi annoio! Ho già aperto, chiuso e riaperto TUTTE le applicazioni presenti sul mio iPod (incluso iTorcia, la cui utilità è fortemente discutibile persino in condizioni favorevoli, figuriamoci all’interno di un convoglio ferroviario in pieno giorno!), poi la mia attenzione cade su di un articolo targato Wired Italia in cui, per l’arcimilionesima volta, ci viene segnalato il nuovo, nuovissimo gadget “Agry Birds-forme” ed è a questo punto che mi prende un forte senso di autentica gioia misto alla più totale ed inspiegabile repulsione. Che succede?

Peluches, nient’altro che peluches. Ecco i protagonisti del sopraccitato articolo e la causa scatenante della mia reazione bipolare. Simpatici pupazzetti, esatto; gli stessi di cui vi avevamo dato recentissima segnalazione in un post che aveva portato con sé non pochi ed entusiastici commenti, accompagnati però anche da altrettanti (se non addirittura maggiori): “ma ancora?!”. Di fronte a questo genere di dinamiche allora mi vien fatto di fermarmi, riflettere e quello che non posso fare a meno di chiedermi/chiedervi è: Il fenomeno Angry Birds è destinato ad implodere, arrestarsi, esaurirsi, “basta, finito!”, kaputt, morto (prima o poi)? O appartiene invece a quella categoria di giochi che rimarranno sulla cresta dell’onda per tutti i secoli dei secoli, amen?

Angry Birds è senza ombra di dubbio alcuno, un gioco originale e ben strutturato. Gli uccelletti kamikaze targati Rovio hanno cambiato l’idea che ciascuno di noi possiede circa gli esserini che svolazzano gioiosi tra le volte del cielo. Solo Alfred Hitchcock era riuscito nel medesimo intento prima di allora: mostrare il lato oscuro dei passerotti era stata (sui generis e a suo tempo) una rivoluzione copernicana in piena regola! Mossa vincente, dunque, quella operata dalla società sviluppatrice americana, che ha contribuito a rendere celeberrimo questo simpatico giochino.

Più di 5milioni di download e top nelle classifiche, gli Angry Birds hanno quindi cominciato ad assumere innumerevoli, sempre maggiori sembianze: peluches, giochi da tavola, corti animati, custodie per iPhone, t-shirt, wallpapers… (ve ne vengono in mente altre?)

Bene.

Benissimo. Cosa succede però quando tutte le stazioni radio o emittenti televisive ci bombardano con le medesime note di una stessa canzone per un lasso di tempo lunghissimo? Facciamo un esperimento:
Waka waka, eh eh! Tsamina mina zangalewa This time for Africa!!”.
Lasciatemi indovinare: eritemi cutanei, respiro affannato e inspiegabile desiderio distruttivo?!
Si gente, si!!Perché il più delle volte è proprio questo ciò che si verifica quando ‘si calca troppo la mano’!
Oppure no, è vero esattamente il contrario? Ritentiamo:
Respiri piano senza far rumore, ti addormenti di sera e ti risvegli col sole“.
Come, vi siete alzati in piedi e con la mano sul cuore vi siete abbandonati alla più sincera commozione come se ad essere state intonate fossero state le gloriose note dell’inno nazionale?

Due antitetiche possibilità.

La domanda che torno a porvi quindi è: reputate che Angry Birds sia il miglior gioco di sempre e che, alla pari di Super Mario, non ci abbandonerà mai, mai più? Continueremo a fare i conti con infiniti gadget, di ogni genere e sorta, e ne saremo sempre felici?

  • Risposta numero 1: Certo che si, perché Angry Birds non è mica solo un semplice tormentone! Angry Birds è piuttosto un mito che ha lasciato e continuerà a lasciare un segno indelebile nell’universo videoludico.
  • Risposta numero 2: No e se sento ancora parlare di questo gioco, non rispondo delle mie azioni.

Insomma, Angry Birds addicted o ornitofobici incalliti, diteci la vostra! Attenzione, però: se la risposta (come la mia) dovesse essere “io li amo e poi li odio e poi li amo e poi li odio e poi li apprezzo”, verificate di non essere affetti da una qualche forma di schizofrenia impellente. Prevenire è meglio che curare, parola di Dr. Jekyll e Mr. Hyde!

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