Il Film della settimana scelto da iPhoneItalia #3: la recensione di “Australia” [iTunes Movie]

Da novembre anche in Italia è possibile noleggiare ed acquistare film su iTunes, per poi visualizzarli tramite iPhone o iPad. Proprio per questo iPhoneItalia, in collaborazione con jtzmovies.it, continua ogni venerdì a recensire un film presente nell’iTunes Movie Store italiano, dando  agli utenti consigli sui titoli da acquistare o noleggaire. Oggi parliamo di un Colossal che negli Stati Uniti è stato un vero flop ma che nel resto del mondo ha avuto un buon successo (budget di 150 milioni di dollari, incasso mondiale 211 milioni diollari di cui 46 in USA) si tratta dell’ultimo film di Baz Lurhmann “Australia” uscito nel 2008 (rotten tomatoes rate: 55%, con una media voto di 5,9/10 su 200 recensioni).

Come dice il titolo del film la vera protagonista del lungometraggio risulta essere la terra Australiana e le sue vicende socio-storiche, come  la grande guerra e il razzismo post colonizzazione. Un’aristocratica inglese, Lady Sara Ashley (Nicole Kidman), decide di raggiungere il marito che si trova nelle loro terre australiane, ma quando arriva a destinazione, scopre che il suo amato è stato ucciso da alcuni uomini che agiscono per nome del più grande imprenditore del paese, interessato al loro appezzamento. Essendo una donna tosta, decide comunque di portare a termine la missione commerciale del  marito: trasportare una mandria di buoi verso il porto di Darwin, con l’aiuto di Drover (Hugh Jackman), mandriano del posto.

La missione andrà a buon fine, i due si innamoreranno e l’attività riprenderà a gonfie vele, fino a che la grande guerra si espanderà fino alle terre dei canguri e tutto quello che con la fatica l’uomo ha costruito verrà spazzato via dai bombardamenti e dalla follia del più grande conflitto che la storia ricordi. Il film è nettamente diviso in due parti, come se si fosse voluto accorpare un sequel all’idea iniziale. La prima parte si incentra soprattutto sullo spaccato storico degli anni 40 australiani, fatti di duro lavoro legato ad una terra che aveva tantissimo da offrire, sfruttando gli aborigeni del luogo, considerati meno importanti degli animali allevati, primaria fonte di reddito per i colonizzatori americani ed inglesi.

La seconda parte invece parla delle atrocità della seconda guerra mondiale, mostrando come essa possa stravolgere il corso degli eventi. Il regista Baz Luhrmann, australiano di nascita e allevatore d’origine, conosce benissimo la terra dove si svolge la storia, riuscendo a raccontare con grande maestria le vicende del suo paese natale, mescolando la realtà storica dei fatti con il misticismo del popolo che insediava il continente fin dagli albori della civiltà.

La sensibilità con cui riesce ad intrecciare le due culture agli antipodi, è segno di grande intelligenza, non giudicando mai quale dei due modi di vivere possa essere quello più giusto ma anzi facendo notare che in determinate situazioni uno risulta migliore dell’altro e viceversa. Dal punto di vista tecnico Luhrmann è un maestro nel caratterizzare l’opera con una fortecomponente visiva e visionaria, sopratutto nelle fai iniziali, in cui l’opera ha una spinta molto più grottesca. Man mano che passano i minuti però sembra che al regista venga quasi impedito di continuare con il suo tipico segno, e la produzione, con i suoi 150 milioni di dollari di investimento, sembra prendere il sopravvento sulle scelte di narrazione. Il film non è di certo un capolavoro di ricostruzione storica come può essere “Noi credevamo” , ma rende molto l’idea di un mondo colonizzato da galeotti e pregiudicati di ogni tipo,  poco conosciuto dalla nostra cultura storica latina. La grande fotografia poi, che ci proietta in quelle terre sconfinate attraverso un continuo uso della telecamera aerea, completa un prodotto di altissima qualità. Lurhman risulta ancora una volta essere il maestro del cinema post-moderno, a cui i più gettonati registi del momento devono enormemente, capace per primo ad avere il coraggio di rivisitare opere classiche rileggendole in chiave attuale e moderna, come nel riuscitissimo “Romeo+Giulietta” con Leonardo DiCaprio.

Spostandoci alla recitazione, Nicole Kidman si ricorda di essere una delle migliori attrici di Hollywood solo quando sente la vicinanza del direttore australiano (come in Moulin Rouge), regalandoci una performance assolutamente perfetta, affiancata da un mastodontico (in tutti i sensi) mandriano, che risponde al nome di Hugh Jackman, perfetto sia nella durezza che nella caratterizzazione atipica dei  personaggi che ama descrivere Lurhman nelle sue opere. Per concludere, se proprio vogliamo trovare dei grandi difetti al film, questi sono legati sia alla eccessiva durata del lungometraggio, risultando per molti un “pallone” difficile da digerire, sia alla troppa ricerca, soprattutto nel finale, di scene commoventi per spingere lo spettatore alla lacrima forzata.

Un’altro film consigliatissimo, per tutti gli amanti del grande cinema. Potete trovare “Australia” su iTunes ad un prezzo di 9,99 euro, solo in formato standard, non disponibile il noleggio.

Pro: alla regia c’è Baz Lurhmann un sicurezza, grande prova di Nicole Kidman,  trama epica ed interessante per scoprire uno spaccato storico dell’Australia anni ‘40

Contro: film troppo lungo, le due storie in una possono non piacere come idea, troppo spinto sull’emotività

Voto: 7,5

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