Duro scambio di e-mail tra Steve Jobs ed un giornalista americano

Lo scorso week-end Steve Jobs ha scambiato una serie di e-mail molto dure con Rayan Tate, giornalista americano facente parte del gruppo Gawkerr Media proprietario di Gizmodo, nelle quali sono emerse quelle che sono le idee di Apple in merito alle sue politiche e alla censura.

Si tratta delle prima volta in assoluto che Steve Jobs scambia una serie di e-mail con un blogger e proprio per questo la notizia sta facendo il giro del mondo. Ma vediamo il contenuto di questo “scambio epistolare”.

La prima e-mail è stata inviata dal giornalista Ryan Tate, il quale chiedeva ironicamente dove fosse le rivoluzione dell’iPad, con indiretto riferimento alla mancanza di libertà per l’utente (“la rivoluzione vera è libertà!“).

La risposta di Steve Jobs non si è fatta attendere: “La liberà che offriamo è da programmi che rubano dati privati, che uccidono la batteria e dal porno. I tempi cambiano e ogni volta che questo succede la gente che si occupa di PC tradizionali si sente mancare la terra sotto i piedi“.

La replica di Tate è stata molto dura e non sono mancate parole e termini non proprio da giornalista per dire che Apple impone regole e limiti a chi vuole creare qualcosa di innovativo “…e per quanto riguarda il porno, non voglio libertà dal porno. Il porno va benissimo e penso che anche mia moglie sia d’accordo“.

Jobs fa notare che altre società come Condè Nast stanno sviluppando applicazioni in Cocoa, ma secondo Tate solo “perchè erano obbligati a farlo e questa non è libertà“.

Pronta la risposta di Steve Jobs: “non devono pubblicare per iPad se non lo vogliono fare. Sta di fatto che invece vogliono farlo. Le applicazioni per riviste saranno decisamente migliori perché saranno scritte in codice nativo. Ma perché ti stai arrabbiando in questa maniera su una questione tecnica? Non si tratta di una faccenda che riguarda la libertà, ma di quello che Apple pensa sia meglio per i suoi clienti. Gli stessi utenti, gli editori e gli sviluppatori possono fare quello che vogliono, pubblicare o no per iPad. Non sono obbligati a farlo se non vogliono“.

Ma Tate fa orecchie da mercante e replica dicendo che ormai Apple è diventata come Microsoft (che “imponeva di scrivere per le API di Win32“): “Apple vuole imporre la sua moralità sul porno, sui segreti industriali, sull’integrità tecnologica nel senso più deviato del termine“, e poi sulla vicenda prototipo (ricordiamo che la polizia perquisì la casa del giornalista che fece lo scoop): “non mi piace che gli accalappiacani di Apple sfondino le porte dei miei colleghi di lavoro“.

Ultima risposta di Steve Jobs: “Ti sbagli, nessuno ha sfondato nessuna porta. Ti fidi di blog malinformati. E per quanto riguarda Microsoft credo che abbiano tutto il diritto di imporre le regole che vogliono; se alla gente non piace, possono scrivere per una diversa piattaforma o comprarne una diversa. Cosa che per altro sta succedendo. Per quello che ci riguarda, quel che stiamo cercando di fare è di creare e preservare l’esperienza utente che abbiamo immaginato. Puoi sicuramente non condividere la nostra visione, ma le nostre intenzioni sono oneste. Per inciso: da parte tua che cosa hai fatto di così rilevante? Ti occupi di fare qualche cosa o ti limiti solo a criticare il lavoro degli altri sminuendo le loro motivazioni?“.

Come accennavamo all’inizio, per la prima volta Steve Jobs per la prima volta ha “perso” circa 2 ore del suo tempo per scambiare battute con un giornalista in questi termini, cioè tramite uno scambio di e-mail dai toni duri ed accusatori.

Insomma, la polemica Apple-Gizmodo continua…

[fonte]

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