Apple spiega i motivi della censura sulle applicazioni “erotiche”

In questi giorni il mondo degli sviluppatori è in subbuglio per la discutibile scelta di Apple di togliere migliaia di applicazioni a sfondo “erotico-sessuale” da AppStore, includendo in questa accezione anche tutti quei titoli che mostravano, ad esempio, disegni di ragazze in bikini. Un po’ troppo, almeno per la categoria degli sviluppatori.

Quello che ha fatto maggiormente arrabbiare i programmatori iPhone è soprattutto la mancanza di informazione da parte di Apple. Abbiamo sentito uno sviluppatore italiano “vittima” di questo giro di vite:

Quello che mi fa arrabbiare di più non è la censura in sè, che ci può anche stare e rientra nelle politiche di una società, ma è il modo con cui Apple ci ha informato della cosa, cioè nessuno! Apple infatti non ci ha informato assolutamente di questa scelta e tutti noi ci siamo ritrovati senza applicazioni su AppStore da un momento all’altro e senza alcun preavviso. In questi giorni avevo molto lavorato per migliorare la mia applicazione, e se avessi saputo di questa scelta con almeno 10 giorni di preavviso non avrei perso tempo inutilmente… Inoltre mi chiedo come mai applicazioni di brand famosi e con contenuti “erotici” siano ancora su AppStore…

Apple, proprio alla luce delle proteste di migliaia di sviluppatori, per bocca di Phil Shiller fa sapere la sua posizione:

Siamo stati sommersi dalle lamentele soprattutto di clienti donne che trovavano il contenuto di molte applicazioni degradante e discutibile, ma anche di genitori preoccupati di quello che potevano vedere i loro figli (…e il parental control? ndr).

Apple tiene in piena considerazione gli sviluppatori, ma prima di loro vengono le famiglie e i bambini.

Alla domanda su come mai alcune applicazioni come “Sport Illustrated“, malgrado contenente immagini di donne in bikini, non fossero state eliminate, Shiller risponde:

La differenza è che questa società è ben nota, con materiale pubblicato da anni in diversi formati e ormai conosciuto e accettato da tutti.

Secondo Apple, quindi, se mamme e papà riconoscono la “marca” è accettabile vedere immagini “degradanti” su iPhone, altrimenti no! E se Rocco Siffredi decidesse di pubblicare un’applicazione…? Povere mamme…

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