Andy Hertzfeld giudica il film su Steve Jobs: “Lontano dalla realtà, ma esprime bene la personalità di Steve”

Andy Hertzfeld, uno dei membri chiave del team che sviluppò il progetto Apple Macintosh, ha parlato del film “Steve Jobs” scritto dallo sceneggiatore Sorkin e diretto da Boyle. Il commento sul film è molto interessante, visto che proviene da una persona che ha fatto la storia della “prima” Apple.

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Il film Steve Jobs è stato acclamato dalla critica ed è stato apprezzato dal co-fondatore di Apple Steve Wozniak, il quale ha lavorato anche come consulente per questa pellicola. Altre persone influenti, come Tim Cook o Eddy Cue, lo hanno invece definito poco reale e “un modo per guadagnare in modo facile approfittando della popolarità di Steve Jobs“, quindi è interessate scoprire anche l’opinione di chi, pur avendo fatto la storia di Apple, ora è lontano dalle vicissitudini dell’azienda.

Andy Hertzfeld è stato a capo del team che ha sviluppato Mac OS per il primo Apple Macintosh, e anche nel film è presente in diverse scene interpretato dall’attore Michael Stuhbarg.

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Hertzfeld ha definito il film come “fine, ma lontano dalla realtà in diversi punti. La pellicola riesce però a far uscire verità più profonde sulla vita e la personalità di Steve Jobs”. 

L’ex dipendente Apple ha però ammesso di aver visto il film ad agosto, quando ancora non era stato completato, e quindi si riserva di dare un giudizio finale dopo il 9 ottobre, quando la pellicola uscirà negli Stati Uniti: “Detto questo, penso comunque che sia un bel film, brillantemente scritto e interpretato, pieno di umorismo e sentimento. Si discosta dalla realtà in molti punti, quasi nulla di quello che viene raccontato è realmente accaduto, ma alla fine questo importa poco, perchè lo scopo del film è quello di intrattenere e ispirare il pubblico, non di ritrarre la realtà. E, a conti fatti, riesce ad esporre in modo realistico quelle che sono le realtà più profonde sul carattere e l’animo di Steve Jobs”. 

Hertzfeld racconta di aver incontrato lo sceneggiatore Aaron Sorkin prima dell’inizio delle riprese, e in quell’occasione gli fu spiegato che l’approccio al film sarebbe stato più “impressionista”, con tante licenze artistiche necessarie per dare al pubblico una visione più grande e reale sulla personalità di Steve Jobs: “Sorkin mi ha convinto che questo film non doveva essere un documentario, quindi la veridicità di alcune situazioni doveva andare in secondo piano. Si tratta di un quadro, non di una fotografia”. 

 

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