Chi possiede un iPhone è, nella maggior parte dei casi, anche un appassionato di tecnologia, come lo siamo noi di iPhoneItalia. Proprio per questo abbiamo deciso di creare una nuova rubrica, denominata “7 notizie per 7 giorni”, nella quale verranno riassunte le 7 notizie di tecnologia più interessanti e curiose della settimana, ma non riguardanti propriamente il mondo iPhone. Un modo per discutere insieme di tecnologia e non far mancare nulla ai nostri lettori! Eccoci arrivati ad un nuovo appuntamento.
Heartbleed: Android colpito direttamente
Trend Micro avverte che le app mobili sono state colpite direttamente dalla vulnerabilità Heartbleed. Fino a qualche giorno fa si riteneva che le app potessero essere colpite solo attraverso la connessione ai server infetti. Oggi i laboratori Trend Micro rivelano che la versione Android 4.1.1 è stata invece colpita direttamente. Per i dispositivi che utilizzano questo sistema operativo, tutte le app installate con OpenSSL, che viene utilizzato per stabilire le connessioni SSL/TLS, sono possibilmente infette e possono essere compromesse per ottenere informazioni sensibili dei proprietari all’interno del device.
In ogni caso, anche se il dispositivo non utilizza il sistema operativo compromesso, rimane il problema delle app. In Google Play sono 273 le app collegate alle libreria OpenSSL colpita, il che vuol dire che quelle app possono essere compromesse in qualsiasi dispositivo. E vulnerabilità sono state trovate anche nelle versioni più vecchie delle app Google.
A oggi i laboratori Trend Micro hanno trovato oltre 7.000 app connesse ai server colpiti da Heartbleed. Sono 6.000 invece le app ancora infette.
Da 99designs, 10 consigli per realizzare un logo aziendale
Al giorno d’oggi, logo e immagine grafica possono contribuire al successo di un’azienda. I consumatori sono cambiati: il senso estetico è più accentuato, video e immagini sono ovunque e le tendenze del design ne hanno influenzato la cultura. E’ cosa nota che le persone tendono ad attribuire più valore e fiducia a un’azienda che presenta un’immagine grafica curata e d’impatto. Sebbene i budget dedicati all’ideazione e allo sviluppo di questo aspetto siano sempre piuttosto ridotti, investire in un branding di successo porterà risultati soddisfacenti sul lungo periodo perchè conquisterà e manterrà vivi l’interesse e la fedeltà dei clienti.
Pensare all’immagine della propria azienda, un’immagine che riesca a stabilire una differenziazione dalla concorrenza e che riesca a comunicare i propri valori al target di riferimento, è un processo complesso. Come fare? Che si scelga di affidandarsi a un’agenzia o che si preferisca affidarsi alla propria creatività e competenza usando una vecchia versione di photoshop, creare un logo aziendale può essere un processo impegnativo per chiunque.
Ma cosa bisogna considerare prima di iniziare a realizzare il proprio logo aziendale? Con la pressione di dover essere originali, orientarsi può sembrare difficile. Nadine Torneri, Marketing Manager di 99designs.it, suggerisce alcune linee guida.
1. L’importanza del nome
Abbiamo solo una possibilità per fare una buona prima impressione. In un mercato molto competitivo, il nome giusto può essere la chiave per il successo: facciamo in modo che sia efficace e immediatamente comprensibile in tutti i mercati di riferimento. Non dimenticate mai il web: quali parole chiave useranno i clienti per trovarvi nel web?
2. Il logo racconta la storia della tua nuova impresa
Il logo è il primo messaggio di un’azienda: raccontate la vostra storia. Come è venuta l’idea? Che cosa ha influenzato il lancio di un servizio o prodotto? Fermatevi a pensare a cosa vi distingue davvero dagli altri. Che cosa vi rende diversi dalla concorrenza? Quali valori volete associare alla vostra azienda?
3. Definisci il tuo look
Trovato il nome, è necessario iniziare a pensare allo stile. Ci sono infinite opzioni: stile, font, colori, simboli, 3D e altro ancora. Trovate colori, immagini e idee che nell’insieme forniscano un’idea o un tema. Affidatevi a Pinterest, a siti come ILoveTypography o ad altre applicazioni di ricerca e chiedete il parere dei collaboratori. Non abbiate fretta: una prima ricerca è indispensabile.
4. Distinguersi rimanendo pertinenti
Il logo ha l’obiettivo di esprimere la personalità e i valori dell’azienda o del prodotto ed è la prima interazione con i clienti. Il nostro consiglio è quello di esaminare la concorrenza: se è vero che bisogna distinguersi, soprattutto in un mercato saturo, è anche vero che è necessario rimanere pertinenti e mantenere la rilevanza nel proprio settore.
5. Avere ben chiara la differenza tra logotipo e logo
Una delle prime decisioni da prendere quando si decide di realizzare un logo, è sceglierne la tipologia. A questo proposito può essere utile ricordare la differenza tra logo e logotipo ed elencare le modalità più diffuse con cui queste due modalità possono essere implementate. Il logotipo è formato da lettere, mentre il logo è un simbolo che esprime l’essenza dell’azienda. Prendendo ad esempio la Nike, il logotipo è la scritta Nike, mentre il caratteristico simbolo della Nike, lo swoosh, è il logo.
6. Prima il bianco e nero… poi, colorate!
Molti professionisti consigliano di realizzare il proprio logo prima in bianco e nero. Questa era in passato la prassi perché qualsiasi progetto di grafica doveva poter funzionare bene anche su stampa in bianco e nero, sui biglietti da visita e tenendo conto della non sempre eccelsa affidabilità dei fax, ecc. Oggi il fattore stampa non è più così importante ma la regola del bianco e nero è ancora valida. Eliminando il colore dall’immagine è possibile concentrarti, senza distrazioni sulla struttura e sugli spazi bianchi. Terminata questa operazione potrete concentrarvi sui colori, di fondamentale importanza per evocare sensazioni specifiche nei vostri potenziali clienti.
7. Font
Cosa vorreste che il font comunichi della vostra azienda? Ogni carattere ha una sua personalità. Pensate all’immagine globale della vostra azienda e all’impressione che volete dare e poi trovate un carattere che lo esprima. Il font serif, ad esempio, è considerato in genere come più formale, mentre un sans serif, dalle linee più tondeggianti, viene percepito come più giocoso.
8. Non lasciatevi troppo condizionare dalle tendenze del momento, ma non siate fuori moda
Le mode e le tendenze del momento vanno e vengono e internet ha solo accelerato il susseguirsi delle stesse stesse. Pensiamo allo stile grunge degli anni 90, alle sfumature web 2.0 o al flat design di oggi: ogni grafica che si basi troppo sulle tendenze del momento, apparirà datata nel giro di pochi anni. Cercate di concentrarvi in primo luogo sulle regole classiche e realizzate qualcosa che duri nel tempo: la parola chiave è semplicità
9. Flessibilità
Un logo deve essere innanzitutto versatile e rendere il massimo sia applicato su un’enorme landing page sia su una minuscola icona di un comunicato stampa. Create dunque varie versioni del vostro logo, in diverse dimensioni e formati, con sfondi chiari o sfondi scuri.
10. Ispirazione
Il gusto è una questione personale, ma studiare i loghi dei marchi di successo può incanalarvi nella giusta direzione. Siti come Niice, ad esempio, forniscono spunti interessanti e una volta raccolta abbastanza ispirazione, tenete a mente i nostri consigli e realizzate la prossima star!!
Elam Kitchen, la tecnologia in cucina
Elam Kitchen, noto brand del gruppo Tisettanta, ha presentato cucine e complementi di arredo intelligenti dotati di sistema operativo sia Android KitKAt che Microsoft Windows 8.1.
Tra le varie proposte, troviamo una cucina con top a specchio bronzo che magicamente accesa mostra una superficie touch da 32″ con videocamera FullHD integrata e comandi vocali attraverso Google Now. Tutto questo non è fantascienza ma è realtà e i prodotti sono tutt’altro che concept, sono già ready to production!
Altri capolavori sono esposti nell’esposizione permanente in via solferino 24 a Milano presso Metroquality, dove potrete toccare tavoli e specchi multimediali oltre a snack table da bar interattivi ed una teca espositiva dotata di display trasparente.
KAYAK.it presenta… “L’aprile fortunato degli italiani”
Pasqua, 25 aprile e 1 maggio: quest’anno tanti i ponti per fuggire dalla quotidianità – le vacanze pasquali in cima alla classifica delle ricerche, ma grande attesa anche per la festa dei lavoratori. Londra è la regina: la capitale inglese è la meta più ricercata dagli utenti su KAYAK.i. Le grandi città europee Amsterdam, Barcellona, Madrid e Parigi in top 5. Le città italiane sono ricercate soprattutto per il ponte di Pasqua, Istanbul e New York tre le più richieste per i weekend del 25 aprile e 1 maggio
Si parte dal 18 aprile…ma quando si rientra? I più fortunati potranno beneficiare di ben 3 weekend lunghi consecutivi per fuggire dalla quotidianità e concedersi una pausa in assoluto relax o alla scoperta di fantastiche mete!
KAYAK ha analizzato le ricerche degli italiani per verificare i tempi di permanenza “vacanzieri” e le destinazioni più gettonate. Ed ecco i risultati.
Il maggior numero di ricerche è stato effettuato a cavallo del ponte pasquale, seguito da quello legato alla festa della Liberazione e alla festa dei lavoratori. Londra è la regina dei ponti primaverili, classificandosi al primo posto tra le destinazioni più ricercate nei tre weekend. Nella top 5 le altre grandi città europee come Amsterdam, Barcellona, Parigi e Madrid.
Volare a Londra per il weekend 1- 4 maggio costa meno di 160€; una notte in camera doppia in hotel 3 stelle in posizione centrale a Madrid per il weekend del 25 aprile costa in media 85€; trascorrere Pasqua a Parigi costa in media circa 185€ (hotel in zona centrale – prezzo medio per notte per due persone). E per tenere sempre sotto controllo tutti i costi, KAYAK offre il servizio calcolatore delle commissioni di pagamento, accessibile direttamente dalla home page: selezionandolo la prima volta, rimane attivo anche per le successive ricerche e consente all’utente di visualizzare e verificare immediatamente, nella pagina dei risultati, tutti i costi legati al metodo di pagamento prescelto.
Il ponte di Pasqua… verso il 1 maggio
- Il 24,4% degli utenti che partirà il 18 aprile, si concede tre notti fuori porta e rientrerà il 21 aprile.
- L’8,7% rientra il 27 aprile, unendo quindi due festività
- Solo il 2,9% può concedersi una vacanza lunga, con partenza il 18 aprile e rientro il 3 maggio.
- Nella top 10 delle destinazioni più ricercate in partenza dagli aeroporti milanesi, troviamo 4 città italiane: Roma, Catania, Lamezia Terme e Napoli; la capitale probabilmente legata ai festeggiamenti religiosi, le altre, tra le principali città meta di ritorno, per trascorrere in famiglia le festività pasquali.
Il fine settimana del 25 aprile
- Il 29,2% degli utenti in partenza il giorno della festa per la Liberazione si “accontenta” di un weekend lungo, con un rientro il 27 aprile
- Il 9,3% può concedersi una pausa più lunga e ritornare al quotidiano tran tran il 4 maggio
- Entra in classifica delle 10 mete più ricercate la bella Istanbul, crocevia di culture, colori e profumi che si aggiudica un bel 6° posto
Il weekend del 1 maggio
- Il 55% di chi attende il 1 maggio per concedersi un po’ di relax, secondo le analisi di KAYAK.it, rientrerà il 4 maggio
- Il 10,7% attenderà invece il lunedì per rientrare alla base.
- La Grande Mela entra in top 10, conquistando il nono posto nei desideri di evasione dei viaggiatori italiani.
Da LifeSize, sei consigli per la gestione del personale remoto
La flessibilità nel lavoro è un notevole vantaggio per i dipendenti e sta diventando di uso comune praticamente in tutti i settori, un modo per non lasciarsi scappare i migliori talenti. Capita spesso, infatti, che il lavoro dei collaboratori possa essere interrotto da fattori esterni, quali scioperi dei mezzi pubblici, o altre cause, che costringono i pendolari a lavorare da casa. I manager potrebbero, quindi, trovarsi di fronte a nuove difficoltà che li obbligano a rispondere ad una serie di esigenze e preoccupazioni completamente nuove da parte del proprio personale.
Sappiamo che si tratta di un benefit apprezzato dai dipendenti, ma come fanno i manager a far funzionare il lavoro flessibile?
1) Stabilire regole e linee guida
Definendo delle regole e delle linee guida per la produttività, segnalando gli orari di inizio e fine lavoro, partecipando alle riunioni, inviando il proprio lavoro e così via, i manager remoti non avranno da preoccuparsi per un dipendente che lavora da casa, purché sia responsabile del proprio tempo. Molti manager devono superare la vecchia convinzione che la flessibilità del lavoro sia improduttiva, e il modo migliore per farlo è misurando i risultati. Se potete dimostrare i benefici usando i fatti e la logica, sarà difficile controbattere.
2) Dare priorità allo spirito di appartenenza al gruppo
Rendendo l’ambiente di lavoro una comunità piuttosto che una gerarchia, i datori possono vedere le cose dalla prospettiva dei dipendenti e offrire informazioni e supporto rilevanti. Ma creare una comunità sparsa su centinaia di chilometri può non essere semplice. È molto più facile stimolare la fiducia e l’empatia all’interno di una comunità quando alla firma in fondo a un’e-mail o a una voce al telefono si associa una faccia.
3) La comunicazione è tutto
Non importa se ci si trova a tre metri o a trecento chilometri di distanza; sono i mezzi di comunicazione a essere cambiati. La posta elettronica e la messaggistica istantanea sono due ottimi modi per assegnare compiti rapidamente, stare in contatto con i lavoratori e ricevere feedback, ma non hanno quel tocco personale necessario per una comunicazione efficace. Le videoconferenze permettono un dialogo più complesso, evitando i fraintesi che possono esserci con altri mezzi di comunicazione.
4) Considerare le prestazioni dei dipendenti
Per l’80% dei dipendenti, il lavoro flessibile è un benefit, perciò tenere d’occhio il termometro del successo è assolutamente identico. Si può facilmente programmare una valutazione periodica delle prestazioni di ciascun dipendente per verificare se il lavoro viene svolto in maniera puntuale.
5) Anche gli incontri informali sono importanti
Una squadra dà il meglio quando tutti spingono nella stessa direzione, verso un obiettivo comune: una sensazione difficile da infondere se ci si trova in diverse aree geografiche. Ne consegue l’importanza di pianificare riunioni strategiche formali e incontri informali per incentivare il gioco di squadra: fanno sentire le persone parte di un gruppo e ispirano un senso di responsabilità reciproca. Le videoconferenze sono la cosa più vicina a una chiacchierata improvvisata accanto al distributore automatico durante la pausa caffè.
6) Differenziare i canali di comunicazione
Per alcune riunioni, non c’è dubbio che incontrarsi di persona sia la cosa migliore. Per altre discussioni, una telefonata veloce o una breve e-mail può bastare. Assicurarsi di disporre dei mezzi per tenersi in contatto a prescindere dalla distanza e dal tempo è ciò che rende possibile la flessibilità del lavoro.
Quando si gestiscono dipendenti remoti, si pretendono le stesse identiche cose che ci si aspetta dal personale in ufficio: produttività e affidabilità. Che sia una scelta o meno, il lavoro flessibile non deve andare a scapito della qualità del lavoro prodotto, del tempo impiegato dal dipendente o dal senso di comunità all’interno dell’azienda in generale
Dati survey EU su mobilità urbana: bici tech come stile di vita all’anteprima HER
L’85% del PIL europeo viene realizzato da attività economiche che si svolgono in prevalenza nelle città ma la viabilità dei centri urbani non è ancora a misura d’uomo. Secondo una recente survey coordinata dalla Commissione europea, inquinamento atmosferico (81%), congestione stradale (76%), spese di viaggio (74%), incidenti (73%) e inquinamento acustico (72%) sono i principali problemi che affliggono le aree urbane. Parallelamente, il miglioramento delle piste ciclabili è al terzo posto tra le priorità sentite dai cittadini dell’Unione. Ma se questi fanno ancora fatica a lasciare a casa l’auto (il 50% la usa almeno una volta al giorno) i mezzi di trasporto alternativi, come la bicicletta, cominciano a farsi strada pian piano. Non come scelta economica ma come piena adesione a uno stile di vita.
Inaugurato lunedì 7 aprile alla Ciclofficina di Cascina Cuccagna il temporary store di GoGoBags, concept store per la mobilità urbana sostenibile. Ospiti Lunk Jayanata, founder di WoodenCycle, azienda specializzata nella realizzazione di biciclette sostenibili, e Caterina Falleni, giovane interaction designer italiana. Al debutto sul mercato europeo con HER, linea di biciclette in teak riciclato indonesiano frutto della loro partnership, intendono far propri i principi che hanno reso grande Tesla per applicarli al concetto di mobilità urbana, rispettando il pianeta.
La bicicletta diventa sempre più un prodotto bello da vedere ma anche il simbolo dell’adesione a uno stile di vita. Questo quanto emerso ieri durante la presentazione in anteprima sul mercato europeo della nuova linea di biciclette in teak riciclato HER – in esposizione fino al 13 aprile – disegnata dall’italiana Caterina Falleni per l’azienda indonesiana WoodenCycle di Lunk Jayanata in occasione di Goodesign, iniziativa del Fuorisalone ospitata dal concept store per la mobilità urbana sostenibile GoGoBags.
Quello dei trasporti è infatti un settore chiave di sviluppo sociale ed economico per qualsiasi paese. Basti pensare che secondo una recente survey*, coordinata dalla Commissione europea e condotta su 28 dell’Unione, il 68% dei cittadini vive in aree urbane (dati Eurostat) e che l’85% del PIL europeo viene realizzato dalle attività economiche che vi si svolgono. Eppure la viabilità in questi centri non è ancora a misura d’uomo e i mezzi di trasporto alternativi faticano ad affermarsi. Ogni giorno metà degli europei usa la macchina (50%): più di quanti usino la bicicletta (12%) o i trasporti pubblici (16%) messi insieme. Il 3% usa la moto e il 68% dichiara di camminare. Solo il 12% dichiara di non usare mai l’auto.
Tuttavia in Italia sono ancora pochi coloro che scelgono di spostarsi a bordo della due ruote. Il 13% dei rispondenti dichiara di usare la bicicletta almeno una volta al giorno, altrettanti qualche volta a settimana, il 14% qualche volta al mese mentre il 60% dichiara di non usarla mai. Eppure, sebbene la bicicletta sia considerata un mezzo di trasporto relativamente economico, il suo utilizzo non risulta collegato alla disponibilità degli utenti. Coloro che dichiarano di avere meno difficoltà ad arrivare a fine mese la usano in realtà più spesso: 19% (circa 1 su 5) qualche volta a settimana e 13% almeno una volta al giorno. Tra coloro che invece fanno fatica ad arrivare a fine mese, solo il 10% (1 su 10) la usa una volta al giorno o alla settimana. Addirittura, il 63% di coloro che hanno spesso difficoltà economiche non usa mai la bicicletta, mentre tra coloro che non hanno queste difficoltà la percentuale scende al 46%.
Sempre secondo la survey, infatti, la maggioranza degli europei sostiene che i principali problemi delle città siano l’inquinamento atmosferico (81%), la congestione stradale (76%), le spese di viaggio (74%), incidenti (73%) e l’inquinamento acustico (72%). Tutte criticità che un maggiore utilizzo della bicicletta potrebbe contribuire a depotenziare, per il benessere della collettività. La congestione stradale in Europa, per esempio, si concentra nelle aree urbane e limitrofe e ci costa quasi 100 miliardi di euro l’anno, pari all’1% del PIL europeo (Action Plan on Urban Mobility COM (2009), p. 490).
Iniziare a migliorare le strutture ciclabili potrebbe essere un primo passo utile a migliorare i collegamenti e vola infatti al terzo posto tra le priorità sentite dai cittadini dell’Unione in tema di mobilità urbana, prima ancora, ad esempio, delle restrizioni alla viabilità di alcuni mezzi particolari o a iniziative di car sharing o car pooling.L’utilizzo della bici è trasversale e riguarda utenti di qualunque età. I ragazzi tra i 15 e i 24 anni sono più inclini a usarla almeno una volta al giorno (15%) di quanto non lo siano quelli tra i 25 e i 39 anni (12%), 40-54 (12%) o oltre i 55 (11%). Ma manager e studenti, in particolare, sono le categorie di utenti che ne usufruiscono già qualche volta a settimana (27% e 21%, rispettivamente) e che sono meno inclini a non usarla mai (33% e 30%). Coloro che in prevalenza sostengono di non pedalare mai sono perlopiù pensionati (66%), casalinghe (62%) o disoccupati (55%).
Negli ultimi anni, infine, l’uso delle biciclette è cresciuto costantemente, così come quello delle e-bike. Disegnate per dare ai ciclisti un supporto elettronico durante la pedalata, in Germania sono state incorporate all’interno dei modelli di mobilità urbana suscitando un vasto interesse da parte di cittadini con oltre 600mila unità vendute ogni anno. Usare una di queste biciclette assicura un viaggio confortevole e contribuisce a ridurre l’impatto ambientale associato agli altri veicoli a motore. La tendenza a integrare via via questo e altri device tecnologici, già fatta propria dal modello HER di WoodenCycle, porterà ragionevolmente a un uso più massiccio e apprezzato della bicicletta, terminale mobile dell’uomo che non rinuncia al progresso ma cerca un costante compromesso con l’ambiente che lo accoglie.
Digital Fashion&Design: +79% il fatturato dell’abbigliamento nei primi due mesi del 2014
In Italia su 30,5 milioni di individui che compongono l’universo di Internet (sopra i 15 anni), 16,2 milioni hanno fatto un acquisto online negli ultimi 3 mesi. Di questi quasi 11 milioni sono acquirenti online abituali, il 36% dell’universo degli utenti Internet in Italia. I dati emergono dall’indagine condotta da Human Highway per Netcomm, il Consorzio del Commercio Elettronico Italiano e sono stati presentati nel corso del Digital Fashion & Design, appuntamento che per la prima volta analizza anche il mercato online dell’arredamento e del design.
In un anno, tra aprile 2013 e aprile 2014, oltre 3,3 milioni di utenti Internet sono diventati eShopper nella moda: 1,7% in più gli ‘sporadici’ con uno o due acquisti nell’ultimo trimestre (5,3 milioni in totale) e ben 22,8% in più gli abituali con tre o più acquisti nell’ultimo quarto (sono 10,9 milioni in totale). Aumentano anche i volumi delle transazioni nei prodotti fashion del +80% in occasione dell’ultimo Natale, ma il trend si mantiene con lo stesso ritmo di crescita, registrando nei primi soli due mesi 73 milioni di euro (+79% rispetto allo stesso periodo del 2013).
Per lo specifico comparto del Fashion (abbigliamento, scarpe, borse, accessori) è significativa la crescita anno/anno di coloro che almeno una volta hanno fatto acquisti: +42%, pari a 3,3 milioni di nuovi acquirenti in 12 mesi. L’indagine rileva inoltre una consistente sovrapposizione tra eShopper di prodotti di moda e eShopper di prodotti di Design e Arredamento. Da osservare anche il valore dello scontrino medio, che, se per il Fashion raggiunge un massimo con gli 80 euro, per le borse da donna, è di ben 140 euro per i prodotti di arredamento (80 euro per prodotti di Design).
“L’aumento significativo degli eShopper abituali – commenta Roberto Liscia, Presidente di Netcomm – Consorzio del Commercio Elettronico Italiano – è un dato che deve farci riflettere. Da una parte è significativo il fatto che aumentano gli utenti Internet disposti a fare acquisti online e quindi ad affidarsi alla tecnologia, ma dall’altro possiamo forse leggerlo come una risposta delle famiglie alla crisi, con la ricerca sulla Rete di prodotti a prezzi più vantaggiosi rispetto all’esperienza di acquisto nel negozio tradizionale. L’aumento esponenziale in un anno degli acquisti di abbigliamento è anche frutto di una maturità del settore in termini di ampiezza del catalogo, di disponibilità di servizi e naturalmente di maggiore convenienza”.
“In questa indagine – conclude Liscia – abbiamo iniziato ad analizzare il comparto dell’Arredamento e del Design. Un primo dato rileva la forte coincidenza tra eShopper di Moda e eShopper di Arredamento: questo significa che l’e-commerce sta entrando nel Dna degli utenti Internet, indipendentemente dai prodotti cercati. Un dato che trovo interessante è il 21% di utenti che dichiara di aver acquistato Arredamento e Design online per ‘la difficoltà a trovare quel prodotto in un altro modo’. Mi sembra una buona motivazione per credere nell’online anche da parte dell’offerta, quei piccoli e medi fornitori e artigiani che hanno soluzioni e prodotti diversi rispetto ai grandi marchi”.
Chi acquista Arredamento o Design in rete lo fa principalmente per la Convenienza (40-43%, buon rapporto qualità/prezzo), ma anche in virtù della Credibilità del sito di vendita (32-33%). Un dato questo interessante: per il Design un motivo importante nella decisione d’acquisto è l’Occasione, un’offerta precisa che non si sarebbe ripresentata in futuro, elemento che attrae il 31% degli eShopper. Per l’Arredamento l’Occasione è un buon motivo per il 23% degli acquirenti.