7 notizie per 7 giorni: nuovo appuntamento con la rubrica hi-tech di iPhoneItalia 12/02

Chi possiede un iPhone è, nella maggior parte dei casi, anche un appassionato di tecnologia, come lo siamo noi di iPhoneItalia. Proprio per questo abbiamo deciso di creare una nuova rubrica, denominata “7 notizie per 7 giorni”, nella quale verranno riassunte le 7 notizie di tecnologia più interessanti e curiose della settimana, ma non riguardanti propriamente il mondo iPhone. Un modo per discutere insieme di tecnologia e non far mancare nulla ai nostri lettori! Eccoci arrivati ad un nuovo appuntamento.

Motorola: aggiornamenti di Android lenti per la personalizzazione dell’hardware
Motorola ha rivelato alcuni dettagli sulla frammentazione di Android e sulla lentezza degli aggiornamenti, causati principalmente dalle personalizzazioni delle interfacce apportate dai vari produttori. Il problema principale risiede proprio nel fatto di dover adottare un sistema operativo per hardware ben specifici, che possono differenziarsi per tipologia, chip differenti, schermi di dimensioni diverse e moduli radio cellulari di marche differenti. Inoltre, ogni produttore presenta diversi terminali e questo rende ancora più difficile adottare lo stesso sistema operativo a più modelli.
Christy Wyatt punta il dito contro le modalità con cui Google rilascia il codice di Android, dato che l’ottimizzazione del sistema operativo viene lasciata nelle mani dei vari produttori. Questo comporta diverse problematiche, già discusse in passato e relative proprio alla frammentazione e alla lentezza degli aggiornamenti.
Mobile Payment, un fenomeno che non cresce in Italia

L’Italia corre veloce nella penetrazione di dispositivi cellulari (48 milioni di utenti, tra primi posti al mondo) e procede lenta nella diffusione di pagamenti elettronici (ultimo posto con 25 milioni di utenti di carte di pagamento). Diffuso a macchia di leopardo, il pagamento via cellulare nel nostro paese può invece costituire un’importante fonte di valore per diverse categorie di stakeholder: banche, Telco, esercenti, utenti e Pubblica amministrazione. Ci sono occasioni che il nostro Paese deve saper cogliere, quando lo scenario si presenta promettente e i tempi maturi, risolvendo eventuali paradossi. È questo il suggerimento avanzato anche nel corso del convegno “Mobile Payment in italia: se non ora, quando?” tenuto stamani al Campus Bovisa per presentare i risultati della ricerca dell’Osservatorio NFC & Mobile Payment della School of Management del Politecnico di Milano. Giunto al suo terzo anno, l’Osservatorio affronta infatti un ambito – quello dei pagamenti elettronici attraverso il dispositivo cellulare – in cui l’Italia ha un posizionamento particolare, e se vogliamo curioso. Tra i primissimi paesi al mondo per penetrazione dei dispositivi cellulari – 48 milioni di utenti, 44% dei dispositivi “smart”, 16 milioni di mobile surfer – e tra gli ultimi (nel mondo occidentale) per utilizzo dei pagamenti elettronici (“solo” 25 milioni di utenti di carte di pagamento, 90% delle transazioni ancora in contante).

Il pagamento via dispositivo mobile può essere parte di un processo commerciale che si sviluppa interamente sul canale Mobile (Mobile Commerce) oppure parte di un processo commerciale multicanale: in questo ultimo caso si distingue tra Mobile Remote Payment – quando il cellulare consente di effettuare pagamenti utilizzando la rete cellulare – e Mobile Proximity Payment, quando si abilitano con il cellulare pagamenti di prossimità utilizzando tecnologie di trasmissione a corto raggio (ad esempio utilizzando un cellulare NFC Near Field Communication su POS contactless).

Sono 23 milioni gli utenti (il 76% degli italiani tra i 18 e i 54 anni) che nel 2011 hanno effettuato almeno un pagamento via mobile per un valore totale di 700 milioni di euro: oltre 500 milioni riguardano l’acquisto di contenuti digitali (Mobile Content) – come notizie, giochi, musica – ricariche telefoniche o donazioni; oltre 80 milioni afferiscono al Mobile Commerce di beni e servizi – che registra una forte espansione, spesso come estensione di progetti di eCommerce – mentre mostra una limitata diffusione e un’implementazione tutta da realizzare il Proximity Payment, nonostante la presenza di qualche iniziativa interessante.

La situazione è sicuramente figlia delle abitudini di spesa degli italiani. Gli italiani preferiscono il contante, con il 90% (Fonte: Banca d’Italia 2010) delle transazioni regolate in contante a fronte di circa l’80% in Europa (Fonte: BCE 2010); sono “solo” 25 milioni gli italiani con una carta attiva, nonostante il numero elevato di carte in circolazione – 82 milioni nel 2010 (Fonte: ABI 2010); gli italiani non utilizzano la moneta elettronica per gli acquisti di tutti i giorni, come confermato dal ridotto numero di transazioni annue per abitante (25 in Italia contro 63 in media in area euro) e dall’elevato valore medio di ogni singola transazione (80 € verso 52 € in area euro) – Fonte: BCE 2010 il valore delle transazioni con carte di pagamento è “stazionario” dal 2006 al 2010, oscillando tra i 120 e i 130 miliardi di euro (Fonte: BCE 2010). e, a seconda delle diverse declinazioni del Mobile Payment, delinea scenari e sviluppi differenti.

Il Mobile Commerce e il Mobile Remote Payment mostrano infatti una tecnologia matura e largamente disponibile, sebbene in continua evoluzione. Esempi brillanti del secondo tipo (MRP) negli USA sono stati l’applicazione di Fandango (vendita di biglietti cinematografici), scaricata da oltre 20 milioni di utenti, l’applicazione Mobile di Starbucks (ordinazioni in coda), con oltre 30 milioni di transazioni in un anno, mentre in Francia ha riscosso un grande successo (3 milioni di download) l’applicazione Mobile di SNCF tramite cui è stato acquistato il 3% dei biglietti ferroviari.

In Italia ci sta provando il Consorzio Movincom con oltre 20mila biglietti venduti dalla sola ATA di Firenze; le Telco italiane, inoltre, si sono riunite in MobilePay con l’obiettivo di creare una piattaforma unica per i pagamenti via Mobile; alcuni player dell’offerta, infine, stanno sperimentando nuove soluzioni che usano i QRCode per avvicinare il mondo Remote a quello Proximity (PlainPay di Auriga, Up Mobile di Banca Sella e BeMoov del Consorzio Movincom). In Italia il MRP nel 2011 ha registrato una crescita del 35%, tuttavia il transato è ancora contenuto. Tutto dipenderà dalla capacità degli esercenti di includere il canale Mobile nelle loro strategie di vendita e di sfruttare al massimo le peculiarità del canale, ovvero ubiquità spaziale, disponibilità temporale e semplicità di fruizione.

Il Mobile Proximity Payment (MPP) invece, sebbene presenti un potenziale di pervasività più elevato (coinvolgendo tutte le relazioni commerciali nei punti di vendita fisici), mostra una tecnologia sì matura e nativamente inclusa nei nuovi dispositivi immessi sul mercato, tuttavia non ancora adeguatamente diffusa in termini di POS Contactless né di cellulari dotati di NFC. Inoltre, la possibilità di rendere il servizio fruibile su qualsiasi cellulare, con qualsiasi strumento di pagamento e qualsiasi operatore telefonico può essere garantita soltanto dall’attuazione di modelli collaborativi tra gli operatori dell’offerta. Come accaduto all’estero con Cityzi, progetto nato dalla collaborazione dell’intero ecosistema francese; Cep-T Cuzdan, avviato in Turchia da Turkcell, Telco leader di mercato; Quick Tap, sviluppato da Orange (ora Everything Everywhere) e Barclaycard. Anche tra le Banche si annoverano casi simili tra gli OTT (Over The Top): Google, che ha lanciato un borsellino elettronico NFC negli Stati Uniti e Paypal, che sta sperimentando alcuni schemi di pagamento di prossimità nel nord Europa. Infine, in diversi Paesi – in Usa come in Europa – sono stati annunciati accordi di collaborazione tra le Telco per la creazione di piattaforme interoperabili per il MPP.

In Italia si registrano per ora alcune sperimentazioni: il progetto dell’azienda dei trasporti ATM di Milano in collaborazione con Telecom Italia – che consente di pagare l’abbonamento ai trasporti pubblici con Paypal su sito ottimizzato per Mobile e di accedere ai mezzi avvicinando il telefono ai tornelli – e la sperimentazione “Move and Pay” avviata da Intesa Sanpaolo basata su cellulari NFC. Tali iniziative mostrano un’offerta ancora in fase di formazione e consolidamento ma anche chiari segnali di consapevolezza che per il Mobile Proximity Payment i tempi siano ormai maturi. Anche la tecnologia si è consolidata e si prevede che nel 2015 potrebbero esserci tra i 20 e i 25 ml di smartphone NFC in Italia.

I numeri stimati per il mercato Italiano del MPP confermano che puntare su un modello collaborativo genererà per il sistema Telco-Banche ricavi sufficienti per coprire investimenti e costi operativi.

In un contesto simile il Mobile Payment può davvero costituire un importante fattore di innovazione sia per il settore dei servizi di pagamento – favorendo lo sviluppo dei pagamenti elettronici – sia per il settore della telefonia mobile – dove i principali operatori sono alla ricerca di nuovo spazio competitivo, e anche una fonte di valore per diversi stakeholder:

• per la Banche e i Circuiti, alla ricerca di nuovi modelli per diffondere i pagamenti elettronici;
• per le Telco, alla ricerca di nuove categorie di servizi a valore aggiunto per i propri utenti;
• per gli esercenti, alla ricerca di fonti di ottimizzazione dei processi e di miglioramento del servizio al cliente;
• per gli Utenti stessi, alla ricerca alla possibilità di acquistare dovunque e in qualsiasi momento
• per la Pubblica Amministrazione, alla ricerca di fonti di riduzione dei costi, di miglioramento del servizio ai cittadini e di strumenti chiave per l’emersione del sommerso.

Gli esercenti – catene di supermercati, tabaccai, cinema, aziende di trasporto, gestori di vending machine, ristoratori, operatori del commercio elettronico – sono una categoria “pivotale” per la diffusione del Mobile Payment in tutte le sue declinazioni.

Da un’analisi condotta su diversi casi aziendali sono emerse quattro principali fonti potenziali di valore per il Mobile Payment in senso stretto:

• riduzione dei costi di gestione del contante: costi per il tempo dedicato a conteggio, trasporto (affidato al personale o attraverso portavalori), errori di conteggio, restituzione del resto e costi collegati al rischio di furti e rapine. Questo varia dallo 0,5-1% del fatturato per i tabaccai all’1-2% negli ipermercati fino al 15% per i gestori di Distributori automatici;
• riduzione dei tempi di pagamento: riduzione del tempo complessivo di servizio e del rischio di mancate vendite; riduzione dei costi operativi sostenuti per garantire un determinato tempo di servizio. La riduzione dei tempi di pagamento varia dai 5 ai 30 secondi. Il tempo medio di servizio in un fast-food con in media 5 clienti in coda potrebbe essere ridotto del 27% nel caso in cui 2 clienti su 5 utilizzassero strumenti di Contactless Proximity Payment.
• digitalizzazione di processi e documenti: gestione del buono sconto o dei biglietti di accesso al servizio;
• ubiquità spaziale e temporale: possibilità di pagare dovunque e in qualsiasi momento, dando vita spesso all’unico canale di acquisto/pagamento disponibile.

Non meno importante sarebbe il peso dei servizi aggiuntivi che potrebbero essere sviluppati per collegare il cittadino alla Pubblica Amministrazione, aggiungendo la componente Mobile ai progetti di e-governance e riducendo in maniera consistente i costi di gestione e distribuzione, come nel caso dei certificati elettorali, sostituibili in Proximity da semplici applicazioni.

In veste di regolatore, invece, un percorso di adozione ben guidato del Mobile Payment potrebbe aumentare significativamente – dal 10 al 15% in tre anni – il valore del transato con carte di pagamento e contribuire in questo modo alla lotta all’economia sommersa e all’economica criminale, uno dei punti cardine della riforma attuata dal Premier Mario Monti, il quale ha definito il fenomeno ancora “rilevante”, indicando la necessità di “accelerare la condivisione delle informazioni tra le diverse amministrazioni, potenziare e rendere operativi gli strumenti di misurazione induttiva del reddito e migliorare la qualità degli accertamenti”. Grazie al Mobile Payment, una larga parte della crescita potrebbe difatti essere costituita da micro-transazioni, dove l’incidenza del nero risulta più elevata.

ASUS lancia O!Play TV Pro

Con il nuovissimo O!Play TV Pro, ASUS cerca di aprire le porte ad un’esperienza digitale diversa, semplificando enormemente il consumo e la distribuzione dei contenuti. Questo dispositivo trasforma il televisore in una SMART TV permettendo infatti la riproduzione e la registrazione dei programmi TV digitali, l’accesso ad esclusivi contenuti web (tra cui Facebook e Youtube) e la visione di file multimediali (oltre 50 i formati supportati, 3D incluso). L’esclusiva tecnologia O!Easy aggiunge specifiche funzioni accessibili premendo un tasto del telecomando per lo streaming, la condivisione e la riproduzione di file, ed offre accesso diretto a molti contenuti e servizi di intrattenimento online. Il tutto grazie a un unico dispositivo.

L’O!Play TV Pro incorpora un sintonizzatore digitale DVB-T che consente l’accesso immediato a una programmazione televisiva digitale anche in alta definizione. Diventa facile  pianificare a piacimento le proprie visioni grazie alla Electronic Program Guide (EPG), che mette a disposizione l’intera programmazione settimanale. Inoltre, il contenuto può essere registrato su un hard disk interno da 3,5” (supporto SATA III 6GB/s fino a 3TB di dati) grazie al Personal Video Recorder (PVR). ASUS ha inoltre integrato nel dispositivo la funzione TimeShift, che permette di mettere in pausa la visione e riprenderla in un secondo momento.

Per ovviare ai problemi di compatibilità presenti nei comuni media player, l’ASUS O!Play TV Pro supporta 50 dei principali standard multimediali (tra cui ISO, MKV, RM/RMBV, MVA, AVI, MPEG1/2/4 e MP4) per un’esperienza davvero senza confini. Con l’aggiunta del supporto 3D, il set top box utilizza la codifica H.264 MV (TS, M2TS, e BD-ISO), estendendo la compatibilità alle più comuni formattazioni 3D presenti sul mercato.

La suite include alcune funzioni one-click:

· O!Capture: permette la condivisione di contenuti e programmi TV su Facebook o YouTube, con il semplice clic del tasto “Mi piace” del telecomando;
· O!Replay: consente di rivedere gli ultimi 7 secondi trasmessi da un programma;
· O!Direct: offre lo streaming di contenuti dal PC (desktop o notebook) alla TV;
· O!MediaShare: offre lo streaming wireless di contenuti da dispositivi tablet o smartphone alla TV;
· AutoPlay: permette di guardare istantaneamente video e foto archiviati su drive USB o card SD/MMC/MS/xD senza la necessità di ulteriori impostazioni o installazioni.

L’O!Play TV Pro offre agli utenti un prodotto completo, connesso costantemente con Gigabit Ethernet e Wi-Fi N ad un oceano di contenuti e servizi online. Il dispositivo massimizza la disponibilità di banda larga, così da ridurre rallentamenti e blocchi in caso di download e streaming gratuiti. Acetrax, Facebook, YouTube con Leanback, DailyMotion, Flickr e Picasa sono già preconfigurati per l’accesso istantaneo. Infine, ASUS offre la possibilità di regolari aggiornamenti del software anche online, per arricchire sempre di più il patrimonio di contenuti web a disposizione.

L’ASUS O!Play TV PRO è disponibile a un prezzo di 229 Euro, IVA inclusa.

 Kissenger, e i baci non avranno più distanze!

Dall’Asia arriva un curioso prodotto che promette di risolvere, in parte, il problema degli amori a distanza. Tale prodotto si chiama Kissenger ed è composto da due avatar con grosse labbra in silicone che baciano l’utente in seguito alla pressione che uno dei partner applica sul relativo “porcellino”. Non più solo videochiamate, da oggi con questo quanto meno curioso accessorio gli innamorati potranno anche inviarsi baci a distanza.

Kissinger utilizza una connessione internet per trasferire l’input da una vatar all’altro e inviare il bacio. Inquietante o divertente?

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Garmin ha realizzato un timeline sulla storia della navigazione GPS.



In occasione del lancio del nuovo nüvi 3490, Garmin ha realizzato un timeline sulla storia della navigazione GPS. La timeline è scaricabile a risoluzione intera da questo link.

La navigazione satellitare è oggi una tecnologia indispensabile a cui difficilmente sappiamo rinunciare. La impieghiamo nella vita di tutti i giorni e troviamo naturale averla a nostra disposizione in ogni spostamento in città, nei viaggi che intraprendiamo e in molte attività all’area aperta.

Eppure in pochi sono consapevoli che si tratta di una conquista molto recente che raccoglie le scoperte e le conquiste avvenute progressivamente nel corso dei secoli. La timeline che abbiamo realizzato vuole ricostruire i passaggi fondamentali che hanno portato alla creazione di questa tecnologia. Alcuni passaggi del libro sorprendono: è difficile immaginare il nesso tra un famoso presidente americano di questi anni e il PND che abbiamo sul cruscotto… solo per fare un esempio.

Per l’occasione Garmin ha presentato l’ultimo navigatore satellitare in ordine di tempo: nüvi 3490. Spessore ridotto a 8mm, schermo multitouch, riconoscimento vocale, situazione traffico, mappe in rilievo ed edifici in 3d e funzioni EcoRoute per guidare in modo green e CityXplorer. Per rendere i viaggi in auto ancor più agevoli il nüvi 3490LT include la nuova Guidance 3.0, una serie di funzioni che rendono la ricerca di una strada o di un punto di interesse estremamente semplice e veloce. Grazie alla funzione InstaRoute, i percorsi da seguire vengono calcolati con una velocità doppia rispetto ai prodotti già in commercio.

InstaSearch è invece una funzione inclusa in Guidance 3.0 che permette di trovare una destinazione o un punto di interesse con una velocità superiore rispetto ai prodotti in commercio. InstaSearch permette infatti di inserire nella schermata principale del navigatore una serie di collegamenti rapidi ad una categoria di punti di interesse (es. Bed&Breakfast), un brand (es. McDonald’s), o addirittura una singola posizione preferita (es. casa della fidanzata). Un’altra importante caratteristica di InstaSearch è la possibilità di inserire la destinazione “one shot”: non c’è più bisogno di pronunciare nell’ordine il nome della Città, della Via e numero Civico. Si può dire molto più semplicemente “Corso Buenos Aires 2 Milano” per ottenere immediatamente il percorso desiderato. BirdsEye è invece una ulteriore evoluzione della vista svincolo. Quando si affronta uno svincolo autostradale, il navigatore mostra all’utente una panoramica dall’alto evidenziando le corsie di uscita dall’autostrada. Una volta nei pressi dello svincolo, la funzione Photoreal permette di visualizzarlo nei minimi dettagli grazie ad una precisa ricostruzione 3D.

Tra le altre caratteristiche del nüvi 3490LT spiccano lo schermo capacitivo multi-touch e uno spessore inferiore ai 8,7 mm. Per evitare gli ingorghi è incluso di serie il ricevitore TMC “Premium” che consente un accesso diretto al servizio infotraffico nei maggiori paesi europei senza necessità di abbonamenti e senza scadenza; inoltre, grazie al servizio trafficTrends, il navigatore è in grado di calcolare il percorso basandosi sui dati storici del traffico e di prevedere di conseguenza la strada migliore.

Il nüvi 3490LT, completo della cartografia di 45 paesi europei e di un database di oltre 3 milioni di punti di interesse, sarà disponibile dal mese di ottobre al prezzo di 299 € IVA inclusa.

 Rapidshare cambia política e difende il diritto d’autore

Nel giro di 12 mesi la reputazione di Rapidshare è drasticamente cambiata: da sito per la condivisione di file protetti da copyright, il noto portale di file sharing si è ora fatto paladino anti-pirateria, come annunciato ufficialmente dalla RIAA e dalla MPAA. Una mossa necessaria, per non rischiare di fare la stessa fine di Megaupload. Per riuscirci, i responsabili di Rapidshare hanno iniziato un processo di pulizia dei database, eliminando tutti i file protetti da diritto d’autore e questo è bastato per far passare il sito da facente parte di una lista nera in mano alla UTR (US Trade Rapresentative) ad uno dei siti che combattono la pirateria.

L’avvocato del portale Daniel Raimer fa sapere che si è lavorato molto sulla reputazione e sulla filosofia del sito e su come viene percepita, sottolineando che l’obiettivo è quello di combattere la violazione del diritto d’autore, grazie ad  una rinnovata tecnologia di scansione che sorveglia tutti gli spazi che rimandano a contenuti del portale dai forum ai siti o blog di warez così da agire tempestivamente.

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 Google e gli occhiali con la realtà aumentata

Google sta lavorando ad una serie di occhiali dotati di tecnologia tale da implementare la realtà aumentata, che permetterà all’utente di associare a ciò che vedono gli occhi uno strato digitale arricchito di immagini ed informazioni. Con questi occhiali, l’utente vedrà in tempo reale informazioni aggiuntive su monumenti, locali, palazzi, quadri, e qualsiasi altro oggetto inserito in appositi database. Gli occhiali funzionano grazie ad una connessione internet, includono un microprocessore e una memoria RAM, oltre ad uno spazio interno per la memorizzazione dei dati.

L’occhio della fotocamera integrata negli occhiali catturerà ciò che vede l’utente, mostrando sul display informazioni aggiuntive: filmati, testi, foto, link, tutto quello che può arricchire l’esperienza utente.

Al momento tali occhiali sono solo un prototipo, ma Google ci sta lavorando e presto potremmo vedere scene di questo tipo:

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